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C’era una volta nel Salento… Fiabe di ieri e oggi

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UGGIANO LA CHIESA – C’era una volta un’isola, nell’Oceano dei Mille Sogni…

Principi, principesse, fate, dee, ninfe, titani, orchi, streghe, folletti, scazzamurreddhi popolano l’immaginario delle genti del Salento. Una ricchezza dovuta alle dominazioni di secoli e millenni: tanti popoli sono passati e ognuno ha sovrapposto la sua affabulazione a quelle già esistenti.

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A Taurisano “canta” ancora il telaio di nonna Teresa

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TAURISANO (Le) – Penelope la spartana era una donna bellissima quanto virtuosa (era cugina di Elena). Tesseva al telaio splendidi arazzi mentre aspettava il ritorno di Ulisse dalla guerra. Per non rassegnarsi e accettare la corte asfissiante dei principi che oziavano nella reggia, la regina di Itaca la notte disfaceva il lavoro del giorno: un espediente un sacco “greco” condiviso dal figlio Telemaco. Non è forse l’eroe del cavallo di Troia l’archetipo dell’astuzia?

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Ateo e clandestino, il Settecento di Spinoza

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“Possibile che l’umanità sia così indietro da credere che Dio sia lì ad attenderli dentro una chiesa, una moschea o una sinagoga?”.
I Lumi furono alimentati ontologicamente dai dubbi e dalla ragione, un fuoco prometeico che li rendeva devastanti nella loro più intima escatologia. Che attraversò come una cometa il Settecento, bruciando le erbe verdi e i campi di grano di tutta l’Europa.

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Le mille e una taranta

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San Paolo mio delle tarante/che pizzichi le ragazze tutte quante”.

Una, nessuna, centomila: la tarata declinata in chiave pirandelliana. Le sue infinite contaminazioni, carsiche e di superficie, innervate nelle culture mediterranee, fra sacro e profano. Narrazioni polisemiche, di ragni libertini, tempestosi, ai confini dell’Ade, danze e colori, esorcismi e possessioni, guarigioni (spesso temporanee). Insospettate articolazioni di un “dispositivo culturale” (de Martino) ricco di semantica e di stratificazioni, ibridazioni e sincretismi.

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“Camminando sulle foglie”, memoria del Novecento

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Una storia lunga un secolo. Che comincia nel dopoguerra contadino, povero e patriarcale, autarchico, col protagonista Vittorio, scacciato dalla chiesa in braccia a sua madre perché strilla troppo e si conclude nel XXI secolo con la magica scoperta del logos, la parola scritta, una “musa” che gli permette di esprimere sentimenti, emozioni, dare corpo ai ricordi, affidare alla memoria il fiume di una vita intensamente vissuta.

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La philìa di Pitagora a Casarano

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“Felice è la città dove i filosofi sono re e i re filosofi!”, (Platone, “La Repubblica”, Libro V). E infelice la città che non sa di avere uno dei tesori dell’umanità: la chiesa di S. Maria della Croce, in Salento, a Casaranello. C’è colpa più grave del non riconoscere la bellezza, il mito, il mistero, il divino in tempi in cui governano dèi così volgari?

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Oltre le colonne d’Ercole, e ritorno

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E’ il coraggio la qualità essenziale di un uomo che voglia dirsi tale. Ipse dixit Aristotele. Il coraggio di spingersi oltre le (proprie) colonne d’Ercole. Per osare tutti i mari e i continenti, i pianeti e le galassie. Ercole, che pure era un semidio, fu costretto per recuperarsi agli occhi degli dèi e degli uomini: li aveva offesi senza saperlo e né l’Olimpo né il mondo ammettono errori. 12 fatiche 12, all’apparenza inabbordabili.

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