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Porta Rudiae, il ricordo di un’antica civiltà

Molte volte riteniano che le antiche civiltà, quelle di cui non rimane più nulla, siano ormai andate perdute per sempre. Sarebbe difficile infatti trovare delle informazioni dato che non c’è più nessun diretto testimone a cui chiedere o qualche antico monumento da esaminare. Sono completamente scomparse nel vuoto più assoluto, lo stesso vuoto da cui hanno avuto origine e si sono sviluppate fino a raggiungere fama e gloria.

Spesso però è possibile trovare, nelle cose che ci cirdondano, degli indizi, dei modi di dire, persino dei nomi che potrebbero far rivivere almeno in parte queste antiche civiltà: uno di questi nomi è Rudiae.

Porta Rudiae

Rudiae è il nome della porta principale, nonchè la più antica, del capoluogo leccese, e prende il nome da un’ormai scomparsa civiltà messapico-dorica situata nei pressi dell’antica Lupiae, l’odierna Lecce.

Passeggiando al di sotto del monumento, tipicamente barocco, incontriamo la targhetta illustrativa per il turista che riporta il testo inciso nella pietra sulla sommità dell’arco:

A Dio ottimo Massimo. Al Divo Oronzio Patrono della città e della provincia, che sempre aveva protetto la regione, Prospero Lubelli, Patrizio leccese, ebbe cura di dedicare questo nuovo arco, che guarda l’antica Rudiae. E poichè egli non guardo a spese, pur di costruirlo più augusto e sontuoso, di quello antico che era crollato, Cesare Belli Sindaco, suocero ed erede del munificente signore, col consenso unanime del Municipio di Lecce, volle che qui ne fosse ricordato il nome (quantunque altrimenti avese ordinato nel suo testamento).

Da queste poche frasi si possono evincere una serie di informazioni. Tanto per cominciare, scopriamo che la porta è dedicata a Sant’Oronzo, patrono della città, la cui statua sovrasta l’intera struttura.
Scopriamo inoltre che non è la struttura originale, ma che è stata ricostruita per rimpiazzarne un’altra.
In effetti l’attuale porta Rudiae, è stata costruita nel 1700 da Giuseppe Cino, in sostituzione di un’ulteriore porta di origine medioevale.
Queste porta svolgevano una funzione difensiva, rappresentando gli unici punti di accesso alla città protetta da solide mura. Nel diciottesimo secolo la funzione difensiva di una porta sarebbe stata al quanto inutile dato che non vi erano più seri pericoli per gli abitanti di un centro abitato, come invece lo è stato nel passato con le incursioni dei pirati saraceni. Da qui, deriva il desiderio di poter rivolgere l’attenzione ad un’aspetto prettamente estetico della porta piuttosto che strategico.

Mario Cazzato, nella sua “Guida della Lecce Fantastica” (Congedo Editore – 2006), ci informa che nei pressi di Porta Rudiae vi era un tempo l’ingresso alla via sotterranea Malenniana, che partiva dalla piazza e congiungeva la città di Lecce all’antica Rudiae.

Oltre alle statue si Santa Irene e San Domenico, protettori minori della città, che fiancheggiano quella di Sant’Oronzo, fanno capolino, sui lati dell’arco, anche altre antiche figure degne di nota e rispetto della storia salentina. Queste sono: Euippa, regina dei Messapi; Idomeneo, marito di Euippa e re di Creta nonchè nipote di Minosse; Dauno, fratello di Euippa, grande militare; Melennio, padre di Euippa e di Dauno, il vero re dei salentini e probabilmente il fondatore di Lecce. Ognuno di questi personaggi è, molto probabilmente, co-partecipe nella fondazione della città.

Dopo il matrimonio tra Euippa e Idomeno, la città leccese passò sotto il controllo dei cretesi, che hanno saputo donare a Lecce e al salento intero, tanta arte e cultura.

“Fu la fondazione di Lecce 900 anni dopo il diluvio, 2557 dall’età del Mondo ,e cento e più anni prima dall’eccidio di Troja, la quale fu distrutta, allorchè Daunio, figlio del morto Malennio, e re di tutto il Salento, già regnava a Lecce.”

Mario Cazzato – Guida della Lecce Fantastica

Marco Piccinni


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