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Il Pasticciotto Leccese

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Era il lontano 1745 quando per la prima volta, un fortunato passante ebbe la possibilità di assaporare il famoso pasticciotto leccese. Per la verità all’epoca non si chiamava ancora pasticciotto…a dire il vero non aveva nemmeno un nome…dato che è nato per cura casualità.

Il suo creatore fu un pasticciere di Galatina, Nicola Ascalone che, durante la normale produzione giornaliera, nella quale cercava di reinventare il suo repertorio culinario con muovi prodotti, mise insieme in un piccolo stampino di rame di 10 cm x 6 un rimasuglio di ingredienti: pasta frolla e crema pasticciera, un pasticcio per l’appunto.

Una volta cotto, il fantomatico prototipo di pasticciotto fu donato da un passante che ne decantò immediatamente il sapore e la bontà. Da quel giorno il pasticciotto ne ha fatta di strada fino a quando, nel 1911, un pasticciere sito in piazza Sant’Oronzo ne codificò la ricetta esportandolo nel resto d’Italia con la denominazione tipica.

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Torre Uluzzo

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Torre Uluzzo è una delle torri costiere fatte costruire nel XVI per volere di Alfonzo de Salazar, dal mastro neretino Leonardo Spalletta. Il suo scopo era quello di vigilare sul mare e garantire la difesa del territorio dalle incursioni saracene che hanno decretato la fine di molte delle antiche città japigie, come Vereto, e segnato la storia di molte altre che ancora oggi conservano i segni del funesto passaggio. Le torri furono costruite con un certa regolarità su tutto il litorale, in modo da garantire ad ogni torre la possibilità di comunicare tramite segnali di fumo alle due adiacenti su entrambe i lati. Spesso da qui partivano dei militari a cavallo, che avevano il compito di informare l’entroterra di un possibile imminente attacco, in modo da dare il tempo alla popolazione di preparare una controffensiva.

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La cripta di Santa Marina a Miggiano

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La cripta di Santa Marina è collocata sotto l’omonima cappella, la cui struttura originaria risale al XIV secolo. La cripta è costituita da tre ambienti: un vano più ampio, collegato con l’esterno da una scalinata di recente costruzione, un dromos che immette in un piccolo ambiente di forma trapezoidale e un altro ambiente (probabilmente l’abside) di forma semicircolare, adibito fino agli ultimi restauri – risalenti agli anni 90 del secolo scorso – ad ossario dell’adiacente cimitero. Il piano di calpestio è in cementizio (realizzato nel corso degli ultimi lavori di restauro, sostituendo l’originale in sterrato); il soffitto si presenta leggermente arcuato nella direzione dell’invaso originale. In tutti gli ambienti sono presenti il gradino-sedile e diverse nicchie.

Secondo la dott.ssa Manuela De Giorgi, che ha approfondito lo studio sulla “Dormitio Virginis” di Miggiano, l’ipogeo avrebbe avuto la funzione principale – almeno nella fase di XI secolo – di cappella funeraria. Questa ipotesi – come sottolinea la stessa studiosa – potrebbe essere avvalorata dall’effettuazione di piccoli saggi di scavo all’interno del piccolo ambiente trapezoidale, che con molta probabilità porterebbero alla luce delle tombe.

Nell’ambiente adsidato sono presenti due reperti di dubbia interpretazione: si tratta di un tronco di colonna con un incavo a sezione quadrangolare sulla superficie superiore ed una presunta base di altare.

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Il parco Naturale di Porto Selvaggio

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Nel 2006 nasce l’unico parco naturale attrezzato della regione Puglia lungo la costa ionica della penisola Salentina: il parco Naturale di Porto Selvaggio e della palude del Capitano; si estende per una superficie di oltre 1000 ettari, in parte coltivati da un boschetto di pini d’Aleppo impiantato durante gli anni cinquanta del secolo scorso su una proprietà privata dei baroni Fumarola. Questo intervento ha notevolmetne modificato l’aspetto costiero, porevalentemente roccioso o sabbioso, contribuendo alla formazione di un nuovo piccolo ecosistema spostaneo.

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I Templari nel Salento

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Chi più e chi meno nella sua vita sarà rimasto affascinato dalle gesta e dalle cronache che riguardano l’ordine cavalleresco più famoso della storia, i cavalieri Templari. Più che delle imprese, nella maggiorparte dei casi quello che colpisce è il fitto alone di mistero che circonda questi monaci guerrieri, che abbracciarono un ordine fondato nel 1118 in terra Santa con giuramento di povertà e totale obbedienza a Cristo.

Il loro compito era originariamente quello di proteggere i luoghi della fede cristiana in oriente ma si spostarono anche in tutta europa assumendo con il tempo ruoli di prestigio e di forte rilievo politico-economico. Le loro ricchezze crescevano di pari passo  alla loro fama e potere. Tutti coloro che intendevano far parte dell’ordine dovevano consegnare a quest’ultimo i propri averi, che sarebbero poi serviti a mantenere l’ordine stesso e finanziare gli interventi dei cavalieri rosacrociati in Terra Santa nonchè per il normale sostentamento individuale. Si diventava cavalieri solo se liberi da ogni forma di legame, affettivo e patrimoniale. Niente di quello che possedeva un cavaliere poteva dirsi effettivamente suo, anche gli indumenti e l’armatura che portava (la sola maglia metallica di protezione arrivava a pesare anche più di 60kg) era di proprietà dell’ordine, e all’ordine ritornava una volta morti: il corpo di qualsiasi cavaliere veniva denudato e avvolto in un drappo, per poi essere sepolto nella nuda terra.

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Il culto di San Leonardo a Castrignano dei Greci

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Leonardo era di nobili origini, nasce in Gallia nel 496 da nobili franchi nel castello di Vandôme presso Orleans. Seguì gli insegnamenti di San Remigio, l’allora vescovo di Reims. Ad entrambe venne concesso da Salii Clodoveo di liberare i prigioneri, visibilmente maltrattati ed in pessime condizioni di salute, che avessero ritenuto innoncenti. Per questo divenne il santo protettore dei carcerati innocenti e spesso rappresentato con delle catene.

San Leonardo è anche il protettore delle donne in cinta. Infatti, aiutò una regina, colta improvvisamente dalle doglie, a partorire uno splendido bambino. La regina transitava per caso nella foresta di Pauvain di Limosino dove Leonardo decise di fondare il suo eremo seguito da numerosi seguaci. Ottenne così in segno di riconoscenza da parte del marito, il re Clodoveo, la proprietà di una parte del bosco in cui si trovava e nel quale decise di fondare un oratorio intitolato a “Nostra Signora di sotto gli alberi

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La cripta dello Spirito Santo a Castiglione di Andrano

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Castiglione, frazione di Andrano è un piccolo ma elegante borgo del sud Salento tutto da scopire e da rivalutare. Qui è presente, al termine della strada provinciale che congiunge il paesino a Depressa, frazione di Tricase, quella che spesso è stata definita come  l’unica cripta basiliana esistente dedicata allo Spirito Santo.

Recenti studi avrebbero in qualche modo rivalutato la funzione di questo ambiente: non sarebbe, infatti, un luogo di culto religioso italo-greco ma un tentativo, andato male, di realizzazione di un frantoio ipogeo sei-settecentesco. La struttura sarebbe quindi stata reimpiegata come luogo di culto e meta di pellegrinaggio locale.

A prima vista la cripta presenta molte analogie con altri luogo di culto di stampo bizantino presenti nella provincia di Lecce. E’ scavata in un banco di roccia calcarenitica con un unico pilastro centrale; ha un altare ricavato da un unico blocco e posto sulla parete destra rispetto all’ingresso, sormontato da quel che resta di un affresco che probabilmente avrebbe dovuto rappresentare lo Spirito Santo. lungo le pareti laterali sono stati ricavati dei piccoli sedili per consentire agli officianti e ai fedeli di pregare.

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I pomodori fritti (scattarisciàti)

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I pomodori fritti, o scattarisciàti, sono un tipico piatto della tradizione povera salentina. La sua preparazione richiede un numero davvero esiguo di ingredienti che si amalgano in un procedimento molto semplice e rapido.

Questo prodotto va consumato insieme al pane o alle frise, anche queste un piatto tipico della puglia meridionale. I pomodori sono abbondanti nelle coltivazioni salentine, per questo motivo i contadini inventavano in continuazione nuovi modi per prepararli e renderli sempre appetibili.

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“Passatempi di una onesta brigata nel tempo del colera”

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Invito alla presentazione, cliccare per ingrandire
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Venerdì 16 ottobre 2009, alle ore 18.30, presso la Biblioteca Comunale di Tricase – sita in via G. Toma – avrà luogo la presentazione della pubblicazione in ristampa anastatica dell’opera giovanile dell’illustre giurista e uomo politico Giuseppe Pisanelli dal titolo: “Passatempi di una onesta brigata nel tempo del colera“, curata dal dott. Francesco Accogli, Direttore della Biblioteca Comunale

La manifestazione è stata programmata nell’ambito del progetto Ottobre piovono libri“, ricorrendo quest’anno il 130° anniversario della morte del grande tricasino Giuseppe Pisanelli (1812 – 1879).

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