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Archeologia del Salento: il territorio di Salve dai primi abitanti alla romanizzazione

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È stato presentato sabato 9 luglio, presso il suggestivo scenario della terrazza di Palazzo Carida – Ramirez di Salve, il volume “Archeologia del Salento. Il territorio di Salve dai primi abitanti alla romanizzazione”, a cura dell’archeologo e docente Nicola Febbraro, edito da Libellula Edizioni.

All’evento culturale – moderato da Augusto Cavalera – hanno preso parte il Presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, il Sindaco di Salve Vincenzo Passaseo, Paolo Güll (docente di Metodologie e tecniche della ricerca archeologica presso l’Università del Salento), Donato Corvaglia (in rappresentanza della casa editrice) e gli autori Nicola Febbraro e Marco Cavalera.

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La Madonna della Rasce

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Solitaria, semplice e quasi abbandonata a se stessa, la piccola chiesetta della Madonna delle Rasce, circondata da rovi e sterpaglie guarda, dall’altura sulla quale è situata, il faro di Leuca distante all’incirca un chilometro, ricordando i tempi gloriosi del passato, quando era al centro dell’attenzione della comunità di Salignano (frazione di Castrignano del Capo) e di buona parte del mondo cristiano.

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Giochi di una volta

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Di seguito alcuni dei giochi che i bambini praticavano nel Salento quando ancora le case non erano terse di videogame o altri dispositivi elettronici che hanno progressivamente allontanato i giovani dalle attività sociali all’aria aperta per confinarsi nella quattro mura domestiche di fronte ad una luce artificiale.

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“Saggio Istorico della Presa d’Otranto” di Francesco D’Ambrosio

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Correva l’anno di nostra salute 1480. Regnava in Napoli Ferdinando I, secondo re della stirpe aragonese, figlio d’Alfonso I. Governava la Chiesa il Pontefice Sisto IV…

La domenica seguente, 14 d’agosto, si venne all’esecuzione della sentenza. Quei prodi campioni della santa fede, colla fune al collo e con le mani legate dietro le spalle, furono menati al vicino colle della Minerva…”

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Culacchi barocchi: serpi neri, racconto inedito di Francesco Greco

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Massàru Peppi pensò che il Signore gli aveva dato un figlio sanu sanu (stupido), a cui mancava la chiave. Cose che succedono ai vivi, mormorò rassegnato fra sé e sé. All’improvviso lo scanciùne (appena svezzato) ancora senza barba s’era messo a correre sotto e sopra la linza (lenza, lingua di terra lunga e stretta), passando sotto gli ulivi, calpestando i pomodori cespugliosi, facendo stramìgnu (disordine) dei fagiolini rampicanti che crescevano abbarbicandosi alle canne, come i pomodori greco-romani, e le zucchine, e i cocomeri, e…

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E’ scomparso il maestro Donato Russo, compositore, direttore d’orchestra e consulente musicale della RAI

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Donato Russo nacque a Depressa, frazione di Tricase, il 16 Novembre 1940 da Giovanni e Assunta Cerfeda. Il padre svolgeva il mestiere di sarto e la madre era casalinga; il padre influì moltissimo sulla formazione di Donato che da piccolo suonava, in qualità di autodidatta, l’organo della Chiesa parrocchiale di Depressa, dimostrando così una straordinaria attitudine alla musica.

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“Festa de Santu Pati”, 19 Gennaio, Capodanno contadino?

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Tiggiano abbina il suo nome alla festa di Sant’Ippazio (Santu Pati) che ricorre il 19 gennaio di ogni anno. La festa comincia la mattina, con la fiera del bestiame e dei prodotti agricoli, e si conclude il pomeriggio con la processione del Santo per le strade del paese. La fiera si caratterizza per la vendita di due particolari prodotti e, cioè, le scìscele (giuggiole) e pestanache, un tipo di carota dolce, spesso di considerevoli dimensioni, adatta al consumo fresco. La processione, invece, si connota perché preceduta dall’innalzamento dello “stendardo”, un’asta lunga sette metri, avvolta da un pesante panneggio e sormontata da una pigna di ghisa del peso di cinque chili.  La festa è un evento molto sentito e partecipato dalla popolazione del Capo di Leuca, in quanto Sant’Ippazio è ritenuto protettore degli organi genitali maschili.

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