Il destino del ninfeo delle fate sito all’interno della masseria Papaleo, sulla strada che da Lecce conduce a San Cesario, sembra sia quello di cadere ciclicamente nel dimenticatoio per poi essere riscoperto nuovamente con rinnovato stupore.
Già nel 1925 Francesco Tummarello, sulla rivista Fede, richiamava l’attenzione delle popolazione locale sull’importante e particolare struttura cinquecentesca sita all’interno del complesso masserizio. Allora lo stato di conservazione del ninfeo risultava essere già precario, anche se era ancora possibile scorgere alcuni dettagli oramai scomparsi. Come ad esempio una parte dell’iscrizione sorretta da due putti in pietra leccese, oggi quasi completamente consunta, sull’architrave dell’ingresso alle sale del ninfeo che recitava “NIMPHIS ET…. POMO….” in carattere lapidario romano [1].
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