Nella depressione della Cupa, a circa 7 km dalla città di Lecce, si estende, su una superficie complessiva di 750 ettari, il territorio di San Pietro in Lama. Per l’origine dell’abitato sono stati determinanti sia fattori di ordine storico, che di carattere fisico, i quali hanno ben influito sulle dinamiche insediative della Cupa, cioè di quell’area caratterizzata da una depressione naturale del terreno compresa tra i centri di Lecce, Novoli, Campi Salentina, San Donaci, Carmiano, Copertino e San Donato. Di ques’area San Pietro in Lama, insieme ai centri di Lequile, Monteroni e Arnesano, ne costituisce il nucleo principale.
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Il 2 Luglio la città di Gallipoli festeggia la Madonna del Canneto. Una ricorrenza antica quanto la devozione dei gallipolini nei confronti della Madre di Dio che palesatasi ad un pescatore che, in un giorno come tanti, si recò al porto per una consueta giornata di lavoro che sarebbe stata ricordata, a sua insaputa, in una vera e propria tradizione che si sarebbe perpetuata per oltre 7 secoli.
Lascia un commentoA cura del Gruppo Locale di Lecce per ActionAid e Associazione Amici te la Uliata
Nona Edizione della “Festa te la Uliata”
20-21-22 LUGLIO 2012 – Caprarica di Lecce
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Presso l’Emeroteca della Biblioteca Provinciale “N. Bernardini” di Lecce, grazie alla cortese disponibilità del Direttore, Dott. Alessandro Laporta, siamo riusciti a reperire un interressante articolo su un sarto tricasino, tal Ferdinando Caloro, che fece parlare di sé nel giornale “Cristoforo Colombo” di New York per una mostra industriale di vestiti nella città di Chicago. L’articolo, che di seguito pubblichiamo per intero, venne pubblicato dal “Corriere Meridionale” il 26 Luglio 1894 e, come si può notare, parla di Caloro definendolo “industre”, “valente”, “abilissimo”, etc. Insieme all’amico Rocco Martella abbiamo cercato di saperne di più ed abbiamo scoperto che il sarto tricasino si chiamava precisamente Errico Ferdinando Caloro ed era nato il 26 Agosto 1865; era figlio di Donato (anch’egli sarto) e di Concetta Maria Dell’Abate.
Lascia un commentoI cigni bianchi sono tornati. Bellissimi, scivolano leggeri sulle acque dolci, purissime delle “Sorgenti” nelle slide che scorrono sul maxischermo. Acque terapeutiche: sgorgano con forza dai fondali rocciosi, temperatura costante (16° estate e inverno, salinità 1,8 g. per l.). Sin dall’antichità portano il dono della fertilità alle donne che non sono ancora madri. E’ successo l’estate scorsa a una turista di Ancona.
Lascia un commentoSi aprirà a Istanbul il prossimo 23 giugno e proseguirà fino alla seconda metà di luglio la International Theatre Summer School, coordinata da Fabio Tolledi, presidente ITI Italia, direttore artistico e registra di Astràgali Teatro. Ospitata all’interno della prestigiosa Istanbul Kultur University, la Summer School si avvarrà della presenza di maestri del teatro provenienti da Europa e Turchia e si articolerà in due momenti differenti: una Open Class prevista dal 23 al 29 giugno prossimi, cui prenderanno parte 45 partecipanti tra giovani attrici e attori e operatori culturali e una Master Class, che si terrà dall’1 al 15 luglio, cui parteciperanno 35 attori professionisti europei e turchi.
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La chiesetta della Madonna dei Panetti sorge alla periferia Nord-Ovest del comune di Acquarica del Capo, in quello che in passato è stato il casale di Celsorizzo. E’ una costruzione datata al XII secolo, sebbene tradizioni differenti la attestino già al X sec. Ha forma quadrangolare e non presenta navate all’interno, mentre sul lato orientale vi sono due absidi affrescate, parte restante di una probabile decorazione pittorica che coinvolgeva l’intera superficie muraria.
Lascia un commentoAd Alezio, sul Monte d’Elia, si festeggia nel 1981 un’importantissima scoperta: la necropoli messapica dell’antica città di Alytia viene finalmente riportata alla luce dopo decenni di forse, di sospetti e di punti interrogativi sulla sua esatta collocazione.
Lascia un commentoIl 2012 sarà antologizzato come l’anno del ritorno della poesia. Ritorno alla grande, specie della poesia delle donne, e specie del Sud. Ma scritta per tutti: l’uomo d’ogni angolo del mondo, l’universo. Feriti dalla volgarità del tempo, insudiciati dalla bruttezza delle sue interfacce, ci disponiamo ad accoglierla nell’ingenua illusione di curar le ferite, godere accidentalmente di un po’ di dolcezza, di bellezza, uno spicchio di cielo, un sorso d’aria pura, prima che sia, direbbe Ungaretti, “subito sera”. In verità avevamo avuto sentore del trend un anno fa. Sera di luglio, un gruppo di donne organizza un reading in una piazza leccese. Temporale improvviso, la gente si ripara come può e poi torna a riempirla. Ognuno va al leggio e declama versi, suoi o dei grandi (Pasolini, Garcìa Lorca, Holderlin, Achmatova, Baudelaire, ecc.). Fino a notte tarda. Assetati di bei versi, emozioni vere, non sublimate: balsamo per le nostre quotidiane inquietudini.
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