Home » Comuni Salentini » Gallipoli » La Madonna del Canneto

La Madonna del Canneto

Il 2 Luglio la città di Gallipoli festeggia la Madonna del Canneto. Una ricorrenza antica quanto la devozione dei gallipolini nei confronti della Madre di Dio che palesatasi ad un pescatore che, in un giorno come tanti, si recò al porto per una consueta giornata di lavoro che sarebbe stata ricordata, a sua insaputa, in  una vera e propria tradizione che si sarebbe perpetuata per oltre 7 secoli.

Non poteva sapere che in quella fresca mattina di Luglio quando l’alba non aveva ancora baciato il porto di Gallipoli, dove il Salento fondò un vero e proprio impero commerciale basato sull’esportazione dell’olio lampante, recandosi alla sua piccola e modesta barca per preparare le reti della pesca, avrebbe fatto una scoperta strepitosa. In un canneto, proprio li a due passi dal povero porticciolo, una tela sembrava galleggiare nell’acqua e “chiamare”  il pover’uomo. Non si udiva alcuna voce, nessun suono. Eppure l’uomo sentiva il bisogno di doversi avvicinare, prendere quella tela. Una volta tra le sue mani potette godere della semplice magnificenza di un volto, quello di una donna. Nonostante la debole luce dei lampioni ad olio e la su scarsa cultura il pescatore riconobbe in quel volto la Madre di Cristo.

Corse a casa, dalla moglie, mostrandole concitato l’eccezionale scoperta. Lasciò la tela a casa, per poterne godere ogni giorno dell’estatica visione che vi era raffigurata.

L’indomani mattina, pronto a congiungersi come sempre agli altri membri del suo piccolo equipaggio per una nuova giornata di pesca, stanco come al solito ma con una rinnovata gioia nel cuore e nell’animo, il pescatore volle dare uno sguardo all’icona raffigurata sul telo prima di uscire di casa. Un brivido lo percorse per tutta la schiena. La tela non  si trovava più dove l’aveva riposta il giorno precedente. Andò a svegliare la moglie che non riusciva a comprendere i farfugliamenti deliranti dell’uomo in preda alla disperazione e allo sconforto. Cercarono insieme la tela ma non riuscirono a trovarla in nessun posto della loro piccola e modesta abitazione.

Sconsolato e distrutto, il pescatore decise di recarsi comunque alla sua barca. Sarebbe stata una pessima giornata per lui ma, d’altronde, le persone povere sono abituate a non possedere nulla. Quella scoperta fu comunque un piacevole, seppur breve, intervallo di discontinuità dalla monotonia quotidiana che da anni ormai lo accompagnava. Passò ad ogni modo accanto al canneto dove aveva rinvenuto, neanche 24 ore prima, quel telo che cambiò la sua giornata.

Un altro brivido lo attraversò. Tra le canne vide di nuovo qualcosa gallegiare…era il “suo” telo, la “sua” Madonna. Capì allora che qualcosa di miracoloso stava accadendo. Quella scoperta andava condivisa con tutto il suo paese. Così fu. Sul luogo del ritrovamento venne costruita una chiesa, una piccola cappella, danneggiata, distrutta e ricostruita più volte fino ad assumere la sua forma definitiva, di stampo barocco, verso la fine del 1600.

Madonna del Canneto nel porto di Gallipoli

Qui, il 12 Agosto del 1815, un decreto reale approvava la realizzazione di una fiera, che si sarebbe tenuta dal  28 giugno al 3 luglio, attirando commercianti e popolani da tutti i paesi vicini ma anche dalla lontana Sicilia. Un recinto circolare in legno provvisto di scansie delimitava la zona adibita alla fiera.

La rievocazione della fiera avviene ancora oggi a ridosso dei giorni delle festività. Una riproposizione storica che si accosta ad un’altra importante tradizione, quella della processione in mare, durante la quale viene fatta emergere, dalle acque del canneto in cui venne rinvenuta la tela, una statua in vetro resina che rappresenta la Madonna del Canneto, dichiarata da un regio decreto nel 1784 “Patrona speciale e perpetua della città”.

Il santuario divenne da subito un luogo di pellegrinaggi dove prodigi e miracoli venivano dispensati dalla celeste entità ai suoi fedeli servitori. Non possiamo dire se quanto narrato sia leggenda o realtà ma, indubbiamente, è ormai parte integrante di questo piccolo porto.

Marco Piccinni


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.