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La Chiesa della Madonna della Neve, Diso

Va,  costruisci una chiesa la dove troverai della neve caduta di fresco”. Con queste poche parole un patrizio romano del IV secolo aveva trovato la soluzione al suo problema: come utilizzare il suo patrimonio per un’opera interamente dedicata al Signore. La risposta la ebbe nella notte tra il 4 e il 5 Agosto in una visione nella quale la Madre Celeste gli consigliò cosa fare. Una visione condivisa anche nel sogno di papa Liberio, indubbiamente contento dell’accaduta ma perplesso, come il Patrizio, per un piccolo dettaglio:  come sarebbe potuto nevicare ad Agosto in una città torrida come quella di Roma? A quanto pare questo “dettaglio” non fu poi così rilevante dato che, nella stessa notte, una nevicata sull’Esquilino consentì a della neve di posarsi sul terreno delimitando l’area che sarebbe stata poi designata alla costruzione delle basilica Liberiana finanziata con il denaro del patrizio. Aveva appena avuto origine il culto della Madonna della neve.

Da Roma il culto della Madonna della neve si diffuse un po’ in tutta Italia fino a giungere anche nel Salento, come a Diso ad esempio, dove venne eretta con questa intitolazione la chiesa più antica del piccolo borgo, sul finire del XVI secolo, in un querceto attualmente di proprietà della famiglia Libonati.

Identificare il tempietto sarebbe quasi impossibile se non fosse per il piccolo campanile a vela che svetta tra alberi e antichissimi vicoli a due passi da un altro importante monumento, testimone della presenza dell’uomo già in tempi antichissimi,  il menhir delle Vardare.

Chiesa Madonna della Neve – Diso

Solitamente, i luoghi designati per l’edificazione di una cappella o una chiesa dedicate alla Madonna delle Neve erano quelli precedentemente identificati per la realizzazione di una neviera: una struttura prevalentemente ipogeica all’interno della quale la neve veniva predisposta con dovuti accorgimenti al fine di preservarla e conservarla per lunghi periodi. Dei luoghi ideali per riproporre, anche se in maniera artificiosa, il miracoloso evento che diede origine a questo culto.

Secondo alcuni esperti, tra i quali Alfredo Cattabiani, l’avvenimento prodigioso del  5 Agosto non sarebbe avvenuto in una data casuale. Le giornate si accorciano dopo il solstizio, si mietono i campi e si raccolgono buona parte del frutto dei raccolti. Tutti elementi che hanno generato nel tempo numerosi rituali di stampo prettamente pagano che sconfinavano spesso nella venerazione di figure femminili, come la dea Madre, alla quale si chiedeva intercessione per rinvigorire la terra e “partorire” ancora con abbondanza nell’anno che sarebbe venuto.  Era quindi necessario “sostituire” questa divinità con una più consona al fine di debellare la radice pagana a favore della religione Cristiana.

La chiesetta, all’interno, presenta ben poco della sua composizione originale. Un piccolo altare sul quale si intravedono resti di decorazioni con foglie e tracce di affreschi tutto intorno. Qui vi era una delicata tela rappresentante la Vergine della neve e realizzata dall’artista locale Giuseppe Bottazzo. Una più pulita e candida tinteggiatura bianca ha eliminato eventuali segni di ulteriori affreschi per i quali risulta impossibile dire di più.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:

Alfredo Cattabiani, Lunario – Dodici mesi di miti, feste, leggende e tradizioni popolari d’Italia, Mondadori (2002)


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