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La necropoli messapica in località Sant’Antonio (Ugento)

I Messapi, fiero popolo dell’Italia Meridionale che tanto ha fatto discutere gli storici, locali e non, sulla propria origine, sembra aver riacquistato recentemente un piccola parte del decoro e del lustro che gli è appartenuto in epoca remota, quando regnava sovrano sull’antica terra del Salento difendendo con le unghie e con i denti ciò che gli apparteneva di diritto. Le numerose pubblicazioni cartacee, programmi televisivi e cartelli turistico-informatico comparsi quasi come funghi nelle aree interessate sembrano aver suscitato notevolmente l’interesse della popolazione locale che pur ignorava il significato del termine “Messapi“. Cosa aggiungere poi se anche la rigidità dell’istruzione pubblica ha rotto gli schemi e i protocolli scolastici per aprire la mente delle nuove generazioni nei confronti di quelle che sono, a tutti gli effetti, le radici della civiltà messapico-salentina.

Non siamo ancora in grado di compilare con certezza la carta di identità di un abitante della Messapia, c’è chi sostiene le sue origini cretesi, altri invece una parentela con l’Illiria e altri ancora che ne rivendicano l’autoctonicità del basso Salento. Gli usi e costumi intrisi di ellenicità e la lingua ancora così ricca di misteri, contribuiscono notevolmente ad accrescere il fascino di questo popolo, tra i pochi in grado di tener testa ai Romani.

Le testimonianze messapiche sono sparse su quella linea immaginaria, la via Sallentina, che dovrebbe ricalcare quella che era un tempo l’asse viario della Messapia, congiungente i principali centri del basso Salento del versante ionico e di quello adriatico, con giro di boa a Vereto.

Per oggi decidiamo di fermarci ad Ozan, l’antica Ugento, in prossimità di uno dei quattro complessi tombali rinvenuti nel suo territorio, un tempo protetto da un circuito murario di ben 4.900 metri con undici porte di ingresso. E’ proprio nei pressi di un tratto di questo circuito, in località Sant’Antonio, che oggi è possibile ammirare una necropoli, a due passi dalla Cripta del Crocefisso e di una colombaia di probabile origine medioevale.

Necropoli in località Sant’Antonio

Interamente scavata nel banco roccioso affiorante, conta oggi una trentina di tombe a fossa, originariamente ricoperte da lastroni. Le pareti interne hanno restituito alcune tracce di intonato di colore rosso e blu, utilizzato per decorazioni a fasce. La maggior parte delle sepolture ha restituito corredi datati tra il IV e il III secolo a.C. (ed una del VI sec. a.C.) contenenti, tra l’altro, produzioni ceramiche locale e di importazione dall’area di Egnazia. La scoperta è avvenuta in seguito ad alcuni scavi condotti nella zona tra il 1986 e il 1987.

Dettaglio di alcune tombe

L’intera necropoli è immersa in un fondo agricolo, a due passi dalla strada che da Ugento conduce a Casarano in prossimità del consorzio di bonifica Ugento Li Foggi, continuamente monitorata in lontananza dal campanile della Cattedrale Ugentina.

Nel terreno antistante l’ingresso della sede del consorzio di bonifica è inoltre possibile scorgere un’imponente struttura ipogeica il cui accesso è costituito da un unico corridoio con volta a botte, all’interno della quale venne realizzato un frantoio oggi noto come “Trappiteddhu

Struttura ipogeica

Un microcosmo ben nascosto e affascinante, una cartolina da Ozan.

 

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:

Marco Cavalera (a cura di), Antica Messapia, Popoli e luoghi del Salento meridionale nel I millennio a.C. – Scirocco Editore (Ugento, 2010)


2 commenti su “La necropoli messapica in località Sant’Antonio (Ugento)

  1. Aldo ha detto:

    sonbo andato sul posto per fare un confronto diretto: l’ingresso dell’ipogeo nell’ultima foto di questo articolo non è sicuramente una cisterna ma un antico trappeto noto come “Trappiteddhu”
    vedi: http://www.ilmiosalento.com/?p=6775

  2. Marco Piccinni ha detto:

    Grazie per la precisazione! purtroppo ai tempi del sopralluogo non è stato possibile scendere per accertarsi dell’utilizzo della struttura, da cui l’ipotesi sulla base della forma esterna. Abbiamo provveduto a correggere l’articolo.

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