Home » Archeologia del Salento » Cunella e Palombara, “quartieri messapici” a Muro Leccese

Cunella e Palombara, “quartieri messapici” a Muro Leccese

Il Salento non è solo terra di “sole, mare e vento”, come un motto ormai stereotipato quasi come un pregiudizio vuol far credere al resto d’Italia, bensì è un concentrato di comuni che hanno molto da raccontare a coloro che hanno anche solo pochi minuti per ascoltare, con la certezza di essere poi rapiti in un mondo che non ci si sarebbe mai aspettati di poter esplorare. Ed ecco allora che, con un gruppo di amici dediderosi di fare quattro passi in un caldo anche se ventoso sabato mattina, ci si reca a Muro Leccese, piccolo abitato raggiungibile comodamente anche tramite le ferrovie Sud-Est.

Camminando in lungo e in largo per il territorio comunale, seguiamo le indicazioni stradali che ci indicano un complesso di mura megalitiche, lungo la strada che dalla chiesa e convento dei Padri Domenicani, scende verso via Messapia. Giunti in fondo alla strada e avvistate da lontano le mura megalitiche, l’attenzione cade poi su un piccolo triangolo di terra recintato nel bel mezzo di un quartiere abitato.

Da un primo sguardo all’interno della bassa recinzione si possono notare una serie di paletti metallici di quelli che si usano per segnalare la presenza di un ritrovamento di interesse archeologico in una zona soggetta a scavi.

Si tratta del quartiere Cunella, un vero e proprio centro messapico risalente tra il VIII ed il III sec. a.C. e distrutto dai romani in prossimità del 260 a.C.

I lavori di scavo a Cunella si sono susseguiti nei primi anni del 2000 dopo che l’area è stata sottoposta ad un attento studio da parte dell’ “Università degli studi del Salento” e dalla “Sovraintendeza ai Beni Archeologici della Puglia“. L’area di interesse archeologico è ben più estesa di quella riportata alla luce, a testimonianza dell’antica colonizzazione dell’abitato di Muro da parte della popolazione messapica.

Il ritrovamento più antico di Cunella è rappresentato dal pavimento di una capanna Japigia dell’VIII secolo, sita sotto un ambiente del IV sec. a.C. e associata a ritrovamenti di ceramiche di importazione greca e di lavorazione locale.

Ciò che si può ammirare nel quartiere Cunella è molto simile a quello che vediamo tutti i giorni nei nostri comuni: una strada fiancheggiata da abitazioni, o meglio, varie stratificazioni di manti stradali affiancate da resti di abitazioni. Tra questi resti si può notare anche una sala da banchetto, con nel mezzo un piccolo altare in pietra leccese.

Cunella - Muro leccese

Cunella – stanza del banchetto con altare

Le prove che attesterebbero la distruzione di questo quartiere, e il successivo e rapido abbandono dalla popolazione locale, sarebbero state formulate su una serie di ritrovamenti come: vasi rotti in seguito al crollo di muri di abitazioni, resti di incendi e due sepolture molto grossolane nelle quali sono stati rinvenuti due uomini di età compresa tra i 40 e i 60 anni, con il corpo ripiegato in posizioni non convenzionali per adattarli alla forma della sepoltura. Quest’ultimo dettaglio farebbe presuppore che i corpi siano stati seppelliti con un rituale affrettato dall’impellente bisogno di fuggire per trarsi in salvo.

Continuando sulla strada che ci ha condotti a Cunella, ci imbattiamo in un vasto appezzamento di terreno incolto, delimitato dalla presenza di un lungo tratto della cinta muraria costruita intorno al IV sec. a.C. a protezione del centro messapico. Ci troviamo in località Palombara, davanti a ben 130 metri di mura del tratto est.

Mura messapiche

Mura messapiche

Le mura sono state ripulite nel 2006-2007, ed inserite in un progetto di Parco Archeologico. La pulizia ha previsto la rimozione di tratti di muri a secco costruiti dai contadini nel corso degli anni, e l’eliminazione di scorpi e altre erbacce.

Lo stato di conservazione delle mura è decisamente apprezzabile, ed in alcuni punti possono raggiungere anche i 3-4 metri d’altezza, incutendo quasi una sensazione di impotenza al visitatore, pensando che quelle che si vedono sono solo dei resti che si ergevano anche per 6-7 metri e che recintavano un tempo tutto l’antico centro del comune.

In alcuni punti, durante lo scavo, sono state raggiunte le fondamenta delle mura e identificati i resti di un abitato arcaico cancellato proprio a causa della costruzione delle stesse.

Le fondamenta delle mura

Le fondamenta delle mura

Le mura sono sicuramente l’emblema di Muro leccese, da queste deriverebbe il suo toponimo facendo bella mostra di se anche all’interno dello stemma cittadino.

Un sabato decisamente profiquo…laddove abbiate voglia anche voi di fare due passi, non resterete certamente delusi.

Marco Piccinni

SITOGRAFIA:

Le informazioni storiche e  sugli scavi sono state tratte da Muro Leccese Messapica.it


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.