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La chiesa della Madonna della Serra, Otranto

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Aggiornato il 28 Settembre 2025

Tempo di lettura: 2 minuti

Seguendo le tracce del tratto finale del basolato dell’antica Via Sallentina, la strada che da Taranto giungeva fino a Vereto per poi risalire verso Otranto, interrotto in parte da sbarramenti e strade asfaltate, è possibile giungere sulla sommità di una serra al confine tra i comuni di Otranto, Uggiano La Chiesa e Santa Cesarea Terme. Qui, solitaria e immersa nei colori della macchia mediterranea,  in quella terra donata da Federico II nel  1219 all’Arcivescovado di Otranto, si erge una piccola chiesetta, intitolata alla Madonna della Serra.

Chiesa della Madonna della Serra
Affresco Madonna della Serra

Non lontana dalla cripta di Sant’Elena o di San Solomo, recentemente recuperata, questa piccola chiesetta ha avuto un destino ben più avverso. Completamente abbandonata a se stessa, indifesa e violentata senza rispetto alcuno, la cappella versa in una situazione di degrado che riecheggia come una terribile offesa nel piccolo spazio vuoto sul quale l’icona seicentesca, ormai sfigurata, di una Madonna con bambino cerca, insistentemente, di volgere lo sguardo implorando aiuto.

Guano di piccione ovunque, altare divelto e riverso al suolo, corpi di santi ormai consunti di cui rimangono labili tracce, la sacra raffigurazione della Titolare dai contorni grossolanamente rimarcati e con l’aureola in netta evidenza rispetto al resto dell’immagine, sfregiata da picconate e incisioni di nomi di singoli individui e coppiette, una romantica idea per dichiararsi amore eterno o attestare la reciproca stupidità?

Madonna della Serra, interno

Un piccolo luogo di culto dalla volte a botte lunettata lontana dai rumori e dal caos cittadino. A fargli compagnia solo il fruscio del vento nella flora spontanea e qualche lucertola che si avvicina quasi con timore reverenziale.

In località Macchia lo Bianco, a nord-est della cappelletta della Madonna della Serra, poco più a nord del sentierino che va verso il ciglio del terrazzo, è stata individuata una piccola concentrazione di frammenti fittili; si riconoscono frammenti di produzioni nordafricane tardoantiche, come spatheia; si registra la totale assenza di ceramiche fini; si nota una “vasca” scavata nel banco roccioso, a pianta rettangolare, con lastroni addossati a creare una sorta di imposta di una volta non più esistente; la strutture potrebbe essere relativamente recente. In ogni caso si tratta di un sito estremamente circoscritto, ascrivibile ad età tardoantica, da identificar forse con una piccola abitazione-ricovero a carattere temporaneo, probabilmente collegato ad attività abitative vicine, più grandi, come quella di Mass. Consalvi, distante un chilometro circa in direzione sud-est. Nn si può escludere comunque una relazione con altri insediamenti più a nord, verso Uggiano [Auriemma, 2004].

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:

Auriemma, Rita. Sallentum a Salo. Porti, approdi, merci e scambi lungo la costa adriatica del Salento. 2004, Congedo Editore.

6 Commenti

  1. Dmn

    Si che la conosco. Tante passeggiate estive in questa minuscola, grezza, maltrattata, nascosta e dimenticata perla! Coll’ altare fracassato e buttato giù a terra..

  2. francesco lopez y royo

    non guasterebbero delle segnalazioni stradali, sia sulla porto Badisco -Uggiano, che sulla litoranea Otranto – Santa Cesarea.

  3. buongiorno a tutti,
    a proposito della chiesa della Madonna della Serra, volevo segnalare che il quadro della Madonna è oramai quasi completamente inesistente.
    rispetto alla foto che avete pubblicato non rimane più nulla. sono stato a fine ottobre di quest’anno (2015).
    uno scempio.
    grazie per il vs lavoro

    • Marco Piccinni

      Verissimo purtroppo. In questo caso la scomparsa dell’affresco è dovuta all’inciviltà di molti che hanno grattato via le tracce di colore…prima accanendosi contro il volto e poi su ciò che restava della figura. La foto nell’articolo è stata scattata appena due anni fa.

      • Ciro De Luca

        Certissimamente l’ignoranza popolare di molti individui oltre a non rispettare le Sacre Immagini di Madonne e Santi veneratissime nelle nostre care zone.Non danno alcun valore all’Arte, anche se a volte non hanno un valore di pregio Artistico. Sono dei dei viandanti che hanno descritto a noi la loro arte- e fede, alla cara immagine raffigurata nella loro iconografia. Ma la sovraintendenza ai Beni Culturali ed artistici queste cose non li vede e li valuta??? Questa è la nostra Cultura di religiosità Popolare che non va trascurata e nè persa. Salviamola e in quando non vi è un progetto serio per salvare queste opere pittoriche ed artistiche bisognerebbe tutelarle con una chiusura del monumento fino al suo completo Restauro e affidarla al comune del luogo.

        • Ezequiel chirilli

          Ho scoperto questa chiesa qualche anno fa… Ormai (15/08/2025), a parte la struttura esterna, non ne rimane più nulla, l’affresco presente all’interno è stato completamente deturpato e vandalizzato come anche il piccolo altarino; è davvero triste vedere un’opera così essere lasciata a se stessa

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