“Amiche sian le voci a lui d’intorno/e prodighe le piogge dell’estate;/sia tenera la sera e dolce il giorno,/sia pieno il cielo in le nottate.” Gli siano, al libro o allo stelo?
Lascia un commento
Fossile, un termine la cui radice si riferisce all’atto dello scavo e che, per estensione, ha indicato in passato qualsiasi oggetto rinvenuto scavando, che fosse di origine biologica o minerale. Oggi invece si indica con questo vocabolo ciò che un tempo era vivo, un organismo o parte di esso relativo ad un’epoca che non ci appartiene più, ma di cui possiamo osservare le impronte nella nuda pietra.
Lascia un commentoQualsiasi altezza raggiunga un uomo, ciò che passa in mezzo tra i suoi piedi e la sua testa non differirà poi tanto da quello che vi passa in qualsiasi altro uomo sulla terra. Differenze minime, quasi impercettibili, tra lineamenti e colori. Ma proviamo ad entrare in un bosco, troviamo una voragine, decidiamo di esplorarla. Ogni metro corrisponde a nuove sensazioni, nuove “scoperte”. Ciò che possiamo trovare qui, in basso, sarà totalmente differente da quello che troveremo in una voragine simile per dimensioni ma dislocata altrove. Siamo a Supersano, nel bosco del Belvedere.
Lascia un commento“Una delle manifatture tra l’altre, che tiene occupate molte delle donne di varie popolazioni della Provincia di Lecce si è quella che tra di noi addimandasi Ferrandina. Si è questa una pannina, che trae senza dubbio non men la sua denominazione, che la sua origine dalla città dello stesso nome nella Basilicata, non molto discosta da Matera, laddove ci è stata comunicata forse per opera precisamente degli religiosi di San Domenico, obbligati dal di loro istituto a vestir di bianche lane.”
Lascia un commentoTempo di lettura: 2 minutiNon passa giorno sulla terra che un individuo non si interroghi sul senso della vita e della morte, di quel processo naturale che prevede il superamento di una soglia oltre la quale non c’è più ritorno. Potrebbe non esserci nessuna luce alla fine del tunnel e vagare per sempre nell’oscurità di un sonno senza risveglio, oppure ancora incontrare un bagliore accecante nel quale intravedere le sagome di quanti abbiamo conosciuto in vita e che hanno fatto il grande passo prima di noi, coccolati da una schiera di santi e angeli.
Era sicuramente quest’ultima la visione che aveva preso forma nella mente di Rocco Ferraro, un uomo semplice, che ha conosciuto la fede in un modo del tutto inaspettato. Una devozione infinita, incapace di essere misurata con qualsiasi forma di metro, sconfinata forse nell’esuberanza e nell’appariscenza. La visione che aveva Rocco del mondo oltre la vita è stata ricreata proprio lì, nella sua piccola abitazione di Cutrofiano, che per l’occasione venne da tutti ribattezzata “La casa dei Santi”.
2 CommentiTempo di lettura: 6 minuti“La poltiglia bordolese? Una panacea, una suggestione, un modo di illudersi di contrastare la xylella fastidiosa e i suoi vettori…”. (Per il prof. Francesco Porcelli “pannaturismo cosmico”). E dunque, citando il Sommo Poeta: lasciate ogni speranza voi ch’entrate. La scienza gela il rimedio antico, naturale, proposto in un convegno ben riuscito ad agosto a Castiglione d’Otranto (ma non sottoposto a test), contro il micidiale batterio sconosciuto in Europa (in Brasile attacca agrumi e caffè) che occlude i vasi xilematici provocando (in 4-5 anni) la morte della pianta, che da un anno (15 ottobre 2013, ma l’incubazione, asintomatica, data almeno a 5-6 anni prima) sta devastando migliaia di ulivi sparsi su oltre 25mila ha del Leccese, concentrati nella zona di Gallipoli, Alezio, Taviano, Alliste, Parabita, Nardò e che avanza: è allarme pure nel Capo di Leuca.
Lascia un commentoTempo di lettura: 3 minutiIl sole stà per tramontare in prossimità del punto più alto del Salento, un piccolo Everest dal quale lo sguardo si getta in ogni direzione alla ricerca di un paese piuttosto che un altro per tentare di riconoscere tra le silhouette dei monumenti più alti, simboli dei rispettivi comuni, quella torre, quel campanile, quella chiesa che vista da tanto lontano e da tanto in alto sembra quasi di riuscire a toccare con un dito incuranti delle effettive distanze che ti separano da essa. Si scorge anche il mare, infuocato dal rosso del sole che da qui a breve si getterà nelle sue acque spegnendo il giorno.
Una leggera foschia si sfuma con un cremisi surreale, dall’alto di un piccolo dirupo dal quale la mente si carica di strane energie e pensieri, le tue immaginarie potenzialità si moltiplicano a vista d’occhio come una colonia batterica. L’attenzione spazia in ogni dove alla ricerca della destinazione del nostro breve viaggio. Siamo a Parabita, nella valle della “Matonna du Carottu”.
1 commento