LECCE – Anche queste sono soddisfazioni, anzi, record, che tutto il mondo, dalla terra dei fuochi alla Terra del Fuoco, ci invidia. Sino a ieri il Salento era la terra del sole, il mare, il vento. E poi la pizzica, la taranta, i gechi, i briganti, il pasticciotto, la salamura… Must.
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Tempo di lettura: 2 minutiCucuma, piccolo vaso di creta. Cumulus, raccolta, accumulo, granaio. Due termini dai quali si fa risalire il toponimo di Cocumola, frazione di Minervino di Lecce famosa anche nella cartellonistica stradale per la buona cucina, che porta il ricordo della tradizione orale di numerose botteghe artigiane di terracotta e di numerose fogge scavate nella morbida roccia.
Lascia un commentoTempo di lettura: 3 minutiUna lunga carraia che a tratti diventa più incisiva, a volte leggera quasi come fosse solo accennata, si interrompe per lasciare spazio a terra e colture e ipotizzare il tracciato mancante. Si estende per decine di metri, attraversa piccole vasche scavate nella roccia all’interno delle quali confluiscono le acque pluviali grazie ad un sapiente sistema di canalizzazione che sfrutta gli alti e bassi dell’andamento del suolo.
Lascia un commentoTempo di lettura: 2 minutiPoggia sulle ceneri di colei che l’ha preceduta e sulle quali si erge dal 1622. Santa Maria, la Greca. Un nome che rimanda ad altri riti, ad altre culture ormai sbiadite e vive soltanto in un lontano racconto, sconnesso in più punti, ricordato dagli anziani di Leverano come una di quelle favole che si raccontano ai bambini per tenerli buoni e di cui si conosce parte della trama e si ignora completamente il finale.
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