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Grotta dei Cervi

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Un deposito sospetto. Cinque uomini dallo sguardo attento e dall’intuito acuto rimuovono con cura mista a curiosità alcuni detriti. Si apre l’ingresso di un cunicolo che si addentra nella formazione calcarea per alcuni metri a pochi passi dal mare. Anno del Signore 1970, 1 febbraio. Una grotta sopita da millenni a più di 20 metri di profondità torna a respirare nuovamente. Siamo nell’antica valle dei Cervi e questa è la sua grotta.

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GIORNATA DELLA MEMORIA. Quando Ebrei e Polacchi arrivarono nel Salento

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Con la fine della guerra, paradossalmente, la diaspora di Ebrei e Polacchi divenne più acuta e dolorosa. Scampati ai campi di sterminio di Dachau, Auschwitz o Treblinka, gli Ebrei giunsero nel Salento con un sogno nel cuore: la Palestina. I Polacchi, invece, non vollero tornare in patria perché temevano Stalin, che aveva fatto seppellire nelle fosse di Katyn (1940) la migliore gioventù e non aveva mosso un dito per difendere Varsavia dai nazisti (1944). Anche loro sbarcarono in Salento. Aprirono scuole di ogni tipologia con l’intento di preparare la classe dirigente del futuro e poi fare ritorno.

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Istantanee dal Salento: “Annu Novu, Salve Vecchiu”

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SALVE (Le) – Diciamolo senza se e senza ma: se “Annu Novu Salve Vecchiu” (numero unico di storia e cultura salvese) non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Da 19 anni – un tempo infinito per la caduca editoria periodica e non del Mezzogiorno – a fine anno assembla il meglio di quanto il Salento può scannerizzare in termini di ricerca storica, artistica, culturale, spirituale, impegnando intellettuali, accademici, free-lance, eruditi.

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La cripta interrata di Santa Eufemia, Tricase

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Alle luci dell’alba di ieri riaffora a Sant’Eufemia, popolare quartiere di Tricase, un pezzo della storia basiliana di cui questa contrada è testimone da secoli”. Comincia così l’articolo di Antonio Andrea Ciardo sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 1 agosto 2004, con il quale si ufficializza la scoperta di un vano ipogeo sullo spiazziate dell’attuale chiesa di San Nicola, adiacente un vecchio pozzo, di cui nessuno degli storici dell’antica provincia di Terra d’Otranto, sembra, abbia mai fatto menzione.

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Il museo Archeologico di Vaste

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E’ il palazzo baronale di Vaste la sede designata per ospitare il museo archeologico dell’antica città messapica che raccoglie, dopo anni di studi e di scavi, solo una piccolissima percentuale, forse appena il 15%, dell’enorme mole di reperti rinvenuti all’interno di quello che era il circuito del fortilizio cittadino.

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