Ruggiano, quei frammenti di memoria riaffiorati dal passato
RUGGIANO – Ogni comunità incarna e trasfigura un grumo semanticamente affollato, sedimentato nel sensuale scorrere del tempo, i secoli, i millenni.
Specie in una terra, il Salento, dove tanti popoli e civiltà si sono affacciati e ognuno ha lasciato una sua impronta nel paesaggio, la lingua, usi e costumi, il dna.
E’ la forza intima di un popolo che ha contaminato profondamente la sua anima così divenuta ricca di nervature, sfaccettature, echi, risonanze: in una parola polisemica.
Accade anche a Ruggiano (sud Salento), una collettività ricca di radici filologiche, memoria, identità.
Basta un input (nello specifico, il giovane studioso B. Luigi Nuzzo) e tutto questo immenso materiale riaffiora magicamente e converge in una piazza dove ognuno porta il suo contributo, svelandolo al popolo, consegnandolo agli studiosi e soprattutto arricchendo l’immaginario delle nuove generazioni.
La microstoria che si integra con la grande Storia per ancorare identità e certezze, formare coscienze, percezioni, sensibilità: uomini.
E’ il background di “Un frammento di memoria ritrovato” (Catalogo delle suppellettili della vecchia chiesa di Sant’Elia Profeta”, pp. 60, s.i.p.

Sant’Elia, occorre dirlo, condivide con Santa Marina, il titolo di protettore della Comunità ai piedi della collina di Salve).
Un lavoro a più mani e più voci, che si regge, oltre che sui contributi, anche un suggestivo corredo fotografico e, bisogna ammirare questa comunità che ha conservato tutto con cura nel tempo: dipinti, sculture, messali, calici, candelabri, planete, turiboli, navicelle, etc.
I contributi, appassionati e felici di riappropriarsi e testimoniare la propria identità, sono firmati dal parroco, don Luigi Stendardo, il sindaco di Salve, Francesco Villanova, Bruno Calcagni, Luca Borrello, Sergio Creati, Celina Calzolaro, Antonio Cavallo.
Un lavoro prezioso, indispensabile, a futura memoria.
Francesco Greco