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POESIA. La purezza delle parole, e del cuore: Angelo Gasparini

SALVE (Le) – “I tuoi occhi/ son l’onda/ irregolare/ e io/ la risacca,/ che si lascia/ cullare”.

Cos’è mai un’onda irregolare se non un capriccio del destino ingiusto che arriva d’improvviso e maligno ci ruba i poeti, mentre noialtri, vaghi e confusi, restiamo a proseguire il nostro folle viaggio verso il nulla?

Angelo Gasparini dev’essere stato molto caro agli dei se se n’è andato così presto, destino comune ai grandi poeti.

Prezioso, perché, nella pur breve parabola esistenziale, umana e letteraria, ha dato al mondo e agli uomini tutto quel che aveva: versi di rara bellezza con cui si è consegnato al tempo.

Se n’è andato a poco più di 40 anni, dopo una breve malattia, pochi mesi fa: era un prof. di Lingue (inglese, francese, spagnolo), colto e sensibile, che aveva scritto alcune raccolte di versi e un romanzo e che ha lasciato molti inediti, oltre a un enorme vuoto nel cuore di chi lo ha incontrato e amato. E rassegnarsi alla sua assenza è difficile, perché il suo viaggio sarebbe stato ancora lungo e ricco di frutti, umani e letterari. E questo pensiero acuisce il rimpianto in tutti noi “in balia/ della sorpresa/ e il destino”.

Angelo Gasparini

Regalami/ il tuo sorriso,/ un sorriso del Sud/ che disseta al sole/ come l’ulivo”. “Al Sud/ ci sono le case/ bianche, /i fichidindia,/ le vecchierelle/ stanche/ vestite di nero…/ che di tutti/ tutto sanno…”.

Angelo era nato nel profondo Nord, durante gli studi a Parma aveva incontrato Valentina, la donna della sua vita, stessi studi. Era nato l’amore. Per una donna (“frutto agognato”) e per la sua terra: il Salento dove “i raggi veementi/ bruciano/ la terra rossa,/ abbagliano/ come oro”.

L’ulivo possente/ e robusto/ pare un padre/ amoroso e vetusto…”. Con i suoi topoi culturali, i paesaggi, la natura, la selvaggia bellezza, la gente, i mantra era entrato in sintonia d’istinto.

In questa ultima raccolta, la quarta, “Onda irregolare”, Epika Edizioni, Bologna 2016, pp. 104, euro 11,00 (doppia prefazione di Giancarlo Baroni e Ornella Spagnulo, i proventi della vendita sosterranno la ricerca sul cancro), la figura della donna amata, pur per così breve tempo e della terra d’adozione, hanno echi struggenti. Ma ogni suo verso è un inno alla vita, alla bellezza, alla tenerezza, allì’impegno.

Per vivere ancora/ bisogna impugnare/ il coraggio/ e trovare la forza di non tacere…”.

La silloge è divisa in quattro sezioni, come i rami di uno stesso ulivo, ma ognuna autonoma. E’ una poesia modernissima, che addensa il verso, la parola, di una sfolgorante purezza. Angelo si laureò con una tesi su Ungaretti, che deve averlo influenzato molto nell’affollare di semantica e di essenzialità la parola.

Ma l’ermetismo è solo un postulato di partenza, poiché il respiro del verso poi si dilata oltre gli orizzonti e le voci evocate si propagano in mille echi. Come stelle amiche “sopra il fico/ sopra la pagliara…” che ogni sera ritroviamo nell’immutato, sorprendente fulgore, poiché “per loro il mondo/ non ha mistero”.

Francesco Greco


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