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Ortelle

I luoghi da visitare e le tradizioni da conoscere a Ortelle

Lo sguardo di Idrusa

VIGNACASTRISI (Le) – E’ giunto a conclusione il progetto di ricerca denominato ‘IDRUSA’, condotto tra il 2017 e il 2019 da un’équipe di lavoro composta dalla sottoscritta, Paolo Agostino Vetrugno, Carlo Elmiro Bevilacqua, Antonio Chiarello, Demetrio Ria, sotto la direzione scientifica di Salvatore Colazzo.

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La masseria di Capriglia nell’agro di Ortelle in un documento inedito

La masseria di Capriglia è conosciuta per essere stato il luogo in cui Giorgio Cretì ha ambientato il romanzo ‘Pòppiti’, ripubblicato recentemente a cura della Fondazione Terra d’Otranto e rappresentato come dramma popolare al Faro della Palascìa a Otranto e parzialmente nella piazza di Ortelle il 1° giugno. La pioggia ne ha impedito la conclusione.Il testo è di Raffaella Verdesca, la regia di Paolo Rausa.

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La Fiera di San Vito a Ortelle (Le), in mostra i prodotti dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’allevamento, locali e salentini. In ricordo di Giorgio Cretì

Torna dal 24 al 27 ottobre ad Ortelle, un paesino a sud-est in provincia di Lecce a metà strada fra gli insediamenti messapici di Vaste (Basta) e di Castro Marina (Castrum Minervae), un qualche migliaio di  abitanti, territorio prevalentemente agricolo e fecondo di artisti – tacendo dei viventi, è necessario citare almeno il pittore Giuseppe Casciaro (Ortelle, 9 marzo 1861 – Napoli, 25 ottobre 1941), l’avvocato e benefattore Francesco De Viti (Ortelle, 4 giugno 1875 – Ortelle 19 Luglio 1919) e da ultimo, non per importanza, Giorgio Cretì (Ortelle 1933 – 9 gennaio 2013), giornalista, fotografo e scrittore, amante della sua terra al punto di aver rivolto il suo esclusivo interesse alla cucina salentina, alle ‘erbe e malerbe’ (il titolo di un suo saggio) e all’epopea dei vinti, in racconti e in romanzi (di ‘Pòppiti’ si sta proponendo la ripubblicazione a cura del Comune e della Fondazione di Terra d’Otranto e la rappresentazione teatrale su testo della scrittrice Raffaella Verdesca e regia di Paolo Rausa).

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Zona “Li Canali”

Un’incisione naturale che squarcia il suolo, una mirabile produzione della natura ampiamente modificata dall’uomo nel corso dei secoli per adattarla alle proprie esigenze. Parte da Vignacastrisi, frazione del comune di Ortelle, per raggiungere Castro e fondersi con il bosco di Querce: siamo nella zona definita Li Canali, un’area protetta sotto l’egida del Parco Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase.

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La fiera di San Vito e del maialino Or.Vi. di Ortelle

Il Salento pullula di fiere in ogni periodo dell’anno. Le radici pagane di queste celebrazioni si confondono e si mescolano con l’esigenza di rilanciare una forma di economia basata sul commercio diretto nelle regioni più meridionali dell’antico regno di Napoli. I  Borbone rispolverarono vecchie usanze e tradizioni, incentivarono l’organizzazione di antiche fiere e ne istituirono di nuove. Alcune sono giunte fino a giorni nostri e conosciamo tutto di loro. Per altre è molto difficile stilare una carta d’identità: impossibile dire quando vennero istituite, per quale motivo, e da chi. Tra queste c’è la fiera di San Vito di Ortelle, festeggiata da secoli la quarta domenica d’Ottobre, e conosciuta anche come la fiera del maialino Or.Vi.

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La chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta di Ortelle

Sorge in un’area molto importante per la piccola cittadina di Ortelle. Quel “Largo di San Vito” già sede di una precedente cripta affrescata, sita sotto l’attuale chiesa di San Vito e Santa Marina (edificata tra il 1776 ed il 1779) utilizzata poi come ossario, nonché scenario fondamentale per l’antica e tradizionale fiera del maiale “OrVi” che arriva ogni anno puntuale ad Ottobre. Si tratta delle chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta.

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Il Presepe di Vignacastrisi

L’atmosfera soffice del Natale rivive nel borgo di Vignacastrisi (frazione di Ortelle) per la 5’ edizione del Presepe Vivente.

Varcando l’antico portone della città di Betlemme ci si affaccia nel passato, dove oltre 120 figuranti avvolti in vesti d’altri tempi raccontano una storia miracolosa, animando più di 30 scene. Tra le  stradine illuminate dalla flebile luce delle fiaccole, negli antichi cortili e nelle vecchie case intrise di storia si riscoprono gli antichi mestieri: i banchi dei mercanti, il fabbro, il cestaio, il fornaio, le lavandaie, i tintori, il falegname, il lattaio, il calzolaio, il figulo, le donne che lavorano al telaio e cardano la lana, le massaie e i pastori; ma anche le case dei romani e il palazzo di Erode, con una ricostruzione curata nei minimi dettagli.

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