Pur lontano dai “santuari” dell’editoria, e dalle patinate pagine culturali dei giornali, sempre con meno autorevolezza (e anche lettori), possiamo considerare “Nessuno mi vuole e ne vado fiera” (Il Raggio Verde edizioni, Lecce 2023, pp. 148, euro 15), romanzo d’esordio della scrittrice e giornalista meridionale (nata in Calabria, vive in Puglia, a Parabita, Lecce) Maria Teresa Giaffreda il “caso” letterario del 2023.

Parabita
I luoghi da visitare e le tradizioni da conoscere a Parabita
Il mare se lo porta nella mente, nel cuore e nel dna. Declinato in tutte le sue infinite, barocche sfaccettature. Come si dice: semanticamente affollato. Capace di suscitare mille emozioni, ricordi, sedimentazioni; dar corpo ai sentimenti più veri e più intimi.
Un mare antropomorfo, insomma, che riassume ogni forma naturale e interiore dell’immaginario dei popoli, le culture, gli uomini.
E’ la “poiesis” dell’artista Cesare Piscopo (Parabita, Lecce), che si propone con la personale “Forme e colori del mare” (“TataMino Bistrot”, via Roma, 199 Salve).
Tempo di lettura: 3 minutiIl sole stà per tramontare in prossimità del punto più alto del Salento, un piccolo Everest dal quale lo sguardo si getta in ogni direzione alla ricerca di un paese piuttosto che un altro per tentare di riconoscere tra le silhouette dei monumenti più alti, simboli dei rispettivi comuni, quella torre, quel campanile, quella chiesa che vista da tanto lontano e da tanto in alto sembra quasi di riuscire a toccare con un dito incuranti delle effettive distanze che ti separano da essa. Si scorge anche il mare, infuocato dal rosso del sole che da qui a breve si getterà nelle sue acque spegnendo il giorno.
Una leggera foschia si sfuma con un cremisi surreale, dall’alto di un piccolo dirupo dal quale la mente si carica di strane energie e pensieri, le tue immaginarie potenzialità si moltiplicano a vista d’occhio come una colonia batterica. L’attenzione spazia in ogni dove alla ricerca della destinazione del nostro breve viaggio. Siamo a Parabita, nella valle della “Matonna du Carottu”.
1 commentoTempo di lettura: 2 minutiUn tempo noto come Kuriakè, un canale che si snoda tra tajate e vecchie costruzioni in pietra, inserito nell’ampio contesto del parco archeologico in agro di Parabita, in zona tufare, che vanta, tra le altre attrazioni, ciò che resta di un villaggio dell’età del bronzo e la famosissima grotta delle Veneri.
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Tempo di lettura: 2 minutiL’età del bronzo indica un arco temporale in cui l’uomo comincia ad utilizzare in maniera sistematica questo metallo per la realizzazione di alcuni strumenti dopo una prima esperienza con in rame. Siamo nell’Eneolitico (che si suddivide per l’appunto in età del rame dai 5000 ai 4300 anni fa ed età del bronzo che va dai 4300 ai 2900 anni fa).
Lascia un commentoTempo di lettura: 3 minutiIl parco archeologico di Parabita ha consentito di preservare e far conoscere alla comunità salentina alcune degli aspetti della storia di questa incredibile terra probabilmente, anzi no, sicuramente, sconosciuta ai molti. Una piccola città talmente famosa da essere menzionata anche all’interno dei libri di storia dell’arte, nel capitolo relativo all’”arte preistorica”, quando la quasi totalità degli aspetti della storia occidentale taggati con “Salento” vengono oscurati o eclissati. Il sud resta ai margini dell’impero.
1 commentoTempo di lettura: 3 minutiLa corsa del chilometro, un vecchio monolite raffigurante un’icona bizantina di una Madonna con il bambino, l’incendio del campanile, una basilica, un lembo di terra adibito ad uso agricolo, sono gli ingredienti che compongono una gustosa e ricca ricetta, quella delle celebrazioni della festività della Madonna della Coltura di Parabita.
Lascia un commentoTempo di lettura: < 1 minutoArticolo pubblicato su “Il Tacco d’Italia“, il 25 Settembre 2009.
La città di Parabita arricchisce la sua offerta culturale con l’apertura al pubblico del parco archeologico.
Insediamento rupestre già abitato dall’uomo di Neanderthal e “culla” delle famosissime Veneri di Parabita, statuine paleolitiche in osso risalenti ad un periodo compreso tra 12.000 e 14.000 anni fa, il parco di Parabita è un vero e proprio tesoro del territorio salentino, finalmente fruibile da tutti attraverso un percorso lungo circa due chilometri.
Testimonianze della civiltà rupestre, resti fossili della fauna preistorica, specie rare della flora mediterranea, architettura rurale tradizionale, siti di estrazione della pietra, il villaggio dell’età del bronzo, la grotta delle Veneri. Questo ciò che offre questo meraviglioso sito archeologico.