Una strana caccia alla lepre nel 1778
La mattina del 4 luglio 1778, i due amici Vincenzo Allegretti e Pasquale Tornello partirono da Gallipoli e si diressero, per alcuni loro affari, a Parabita.
Arrivarono al paese in tarda serata. Essendo sabato, Vincenzo si preoccupò di racimolare un po` di cibo per la colazione ed il pranzo del giorno dopo, mentre Pasquale andò alla masseria “delli monaci” per consegnare un somaro; qui rimase tutta la notte. Come da accordi presi nei giorni passati, Vincenzo si recò dal sindaco Vincenzo Nasci, il quale si scuso di non aver provveduto in tempo per il suo sostentamento. A suo dire, per ordini avuti dal duca di Parabita, era stato impegnato tutto il giorno a raccogliere sciabole, spade, mazze, schioppì ed altri arnesi per la caccia alle lepri, detta “Trattenuta”, da compiersi, alle prime luci dell’alba, nei territori di Parabita e Collepasso. Il sindaco, per rimediare alla sua manchevolezza, si recò a casa con l’intento di prendere un po’ del suo pane da offrire a Vincenzo. Quest’ultimo, durante l’attesa, notò con stupore un gran movimento di persone impegnate nei preparativi alla caccia. Noncurante di ciò, decise di passare la notte in una locanda del paese.
La mattina dopo Pasquale tornò dalla masseria “delli monaci” e trovò il paese deserto. Con grande stupore chiese spiegazioni al suo amico Vincenzo, il quale raccontò che tutta la popolazione, per ordine del duca, era impegnata nella caccia alle lepri. Intanto gli abitanti di Collepasso, ignari dell’iniziativa dei cittadini di Parabita, sentendo il gran trambusto dei cacciatori si allarmarono non poco. Una testimonianza è offerta dal magnifico Francesco Rospo di Gallipoli, il quale verso mezzanotte giunse in questa piccola comunità per riscuotere le tasse che alcuni “fiscalari” non avevano versato all’erario feudale. Mentre dormiva nella locanda sita nella piazza, fu svegliato da un gran rumore. Affacciatosi alla finestra, senti alcune persone bisbigliare che il paese stava per essere assalito dai ladri.
Francesco passo una notte inquieta. All’alba, non riuscendo più a prendere sonno, si alzò e affacciatosi alla finestra vide 300 persone che, schierate in duplice fila ed armate, avanzavano dalla campagna verso il paese. Spaventato, fuggi in gran fretta e fece ritorno a Gallipoli.
Questa vicenda ebbe delle ripercussioni giudiziarie. Del resto l’iniziativa del duca oltre a provocare un grande spavento agli abitanti di Collepasso, recò enormi danni all’agricoltura; il raccolto, soprattutto di grano e “statotiche”, fu completamente compromesso a causa della devastazione compiuta dai cittadini di Parabita e dai loro animali nelle campagne di Collepasso.
BIBLIOGRAFIA:
Testo di Pierpaolo Panico, pubblicato su Terra di Leuca – Bimetrale di informazione, storia, cultura e politica, n°31, Marzo 2009