POGGIARDO (Le) – Cara Donna Eleonora, Lei discende da un nobile Casato le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Ma non bui, splendidi, che rimontano al 1446 quando la regina Maria d’Enghien diede il Castello di Poggiardo in ricompensa con titolo baronale ad Agostino Guarini.

Poggiardo
I luoghi da visitare e le tradizioni da conoscere a Poggiardo
Demetra, “Madre Terra” o “Madre dispensatrice”, sorella di Zeus, dea del grano e dell’agricoltura, artefice del ciclo delle stagioni da quando le venne portata via sua figlia, Persefone, da un dio oscuro la cui dimora lambisce le viscere della terra, tra gli inferi. Sono molti i luoghi di culto a lei dedicati, uno tra i più rappresentativi in Puglia è indubbiamente quello di Monte Papalucio ad Oria, che enumera diverse analogie con un tempio ipogeo rinvenuto sotto l’attuale pavimentazione di Piazza Dante, in quella Vaste messapica che ha regalato interessanti soddisfazioni a studiosi e archeologi.
4 CommentiE’ il palazzo baronale di Vaste la sede designata per ospitare il museo archeologico dell’antica città messapica che raccoglie, dopo anni di studi e di scavi, solo una piccolissima percentuale, forse appena il 15%, dell’enorme mole di reperti rinvenuti all’interno di quello che era il circuito del fortilizio cittadino.
Lascia un commentoTempo di lettura: 2 minutiUna campagna assolata solleticata dalle foglie di centinaia di ulivi che tormentano la loro esistenza in spericolati contorsionismi. Un’antica strada basolata, probabilmente del ‘700-‘800. Colori accesi, inconsueti, si profilano all’orizzonte come un tramonto materializzato tra i sassi e la macchia mediterranea. Una decina di anni fa in queste contrade c’era molto fermento…siamo nella metà degli anni ’60, nel Bosco dei Reali.
Lascia un commentoTempo di lettura: 3 minutiMinervino di Lecce, 21/8/1937: la data di nascita dello scultore in legno e in pietra leccese Vincenzo De Maglie. Intonacatore e cementista da ragazzo, andava in cantiere dal maestro a imparare l’arte: ‘Il mio maestro Antonuccio Nachira ebbe da riparare nel ’49-’50 il mosaico della Cattedrale di Otranto e mi portò con sé. Si rammentava una buca, si cuciva. Quel mosaico mi dette la grazia di imparare l’arte di scultore. Poi venne l’emigrazione in cinque paesi: in Francia, come minatore di carbone, Belgio, Olanda, Svizzera e Germania (8 anni), in tutto 20 anni. Tornato nel 1974, ho ripreso l’attività come contadino per hobby e di scultore per passione che prosegue fino ad oggi’.
Lascia un commentoTempo di lettura: 2 minutiI cosiddetti Mari Rossi della Serra di Poggiardo (Le), meglio conosciuti col termine locale di ‘arciddhrari’, terreni ricchi di argilla noti e utilizzati fin dal tempo dei Messapi, durante gli acquazzoni si riempiono di acqua e assumono l’aspetto di laghi o mari, distese a perdita d’occhio rosse per l’argilla e per la presenza abbondante di bauxite. Essi riservano al naturalista anche dei gioielli nascosti sottoterra: le “Grotte di Poggiardo” che costituiscono un interessante sistema carsico formato da dodici gallerie tra cui la ” Grotta delle Meraviglie” dove la bizzarria della natura ha scolpito, ricamato e colorato ogni centimetro quadrato di superficie.
Lascia un commentoTempo di lettura: 4 minutiRiscoperto da qualche anno, Fernando Rausa (1926-1977) è poeta dialettale che si nutre di quei valori universali che hanno radici forti nella sua terra amara e desolata (come per il titolo di una sua raccolta: “Terra mara e nicchiarica”), amata con l’amore e con la rabbia, con l’entusiasmo e il disinganno, che nel poeta fanno tutt’uno in un canto vibrante appassionato lirico. Quei valori universali danno consistenza alla sua poesia accorata e sincera, spontanea ma non bozzettistica, che noi leggiamo oggi in due raccolte di versi pubblicate per il tramite del Comune di Poggiardo, dal figlio di Fernando, Paolo, insegnante, scrittore nonché raffinatissimo e versatile operatore culturale che vive in provincia di Milano.
Lascia un commentoTempo di lettura: 2 minutiLasciata alle spalle l’antica chiesa rupestre dei Santi Stefani e dopo una breve capatina alla necropoli paleocristiana di fondo Giuliano, nelle campagne di Vaste, ci incamminiamo verso quelle che sono conosciute come “le terre nere”.
2 CommentiDa lassù qualcuno ci guarda, si ripete sempre quando un evento fortuito sembra giungere all’improvviso per porre rimedio ad una situazione che sembra ormai irreparabile, a fermare un orbe che acquisisce sempre più accelerazione dal momento in cui viene scagliata, verso il basso, dal principio di un ripidissimo dislivello. Ma, a volte, sarebbe proprio il caso di dire che qualcuno ci guarda anche da laggiù. Eh già, perché spesso può capitare che sotto i nostri piedi, nascosti tra pietre e materiali di risulta, possano nascondersi schiere di santi, angeli e perché no, anche la Madre di Cristo.
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