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Specchia

I luoghi da visitare e le tradizioni da conoscere a Specchia

Specchia, il recupero di una tavola di Madonna con Bambino e un progetto su Vincenzo Valente

Tempo di lettura: 3 minuti

SPECCHIA (LE) – In questo scorcio di fine estate a Specchia si è respirato un clima di recupero della memoria che, il 1° settembre, ci ha inoltrato nel passato attraverso la presentazione di una piccola opere a carattere religioso, una Madonna con Bambino benedicente. 

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LIBRI. Memoria e radici: la Sardegna arcaica di Federica Murgia

Tempo di lettura: 2 minutiQuel dolce, sensuale fluire della memoria, che da Omero a Proust e Garcìa-Màrquez ci seduce come un mantra delizioso e lirico, è la password per entrare nel mondo incantato di Federica Murgia ne “Il paese della rosa peonia” (Sa ‘idda de s’orrosa ‘e padenti), il Raggio Verde edizioni, Lecce 2015, pp. 64, euro 12 (collana “Storie e Natura” diretta da Giusy Petracca, progetto grafico di Antonietta Fulvio).

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STORIE. Un prete contro i boss, storia di don Antonio

Tempo di lettura: 2 minutiSPECCHIA (Le) – Da un covo sequestrato alla banda della Magliana (Roma nord) ha ricavato un centro di accoglienza per poveri e sbandati che la vita ha ricacciato ai margini. Nello stanzone dove i criminali si riunivano, ora c’è una cappella dove dice messa e i banchi sono sempre affollati degli emarginati del quartiere popolare tristemente famoso. Sulla porta, il ritratto di Giuseppe Di Matteo, il bambino figlio di mafioso che nel 1996 fu ucciso e buttato nell’acido.

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L’oratorio Sant’Angelo a Specchia

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Sinistre figure antropomorfe di pietra e metallo si contorcono, se pur in un’innaturale rigidità, sulla collina dei peccatori. Eroi, divinità, elementi architettonici, si uniscono all’unisono in un contesto che abbraccia cristiano e pagano allo stesso tempo. E’ la pietra la vera protagonista di questa affascinante inquietudine di corpi che emergono dalla terra. Quella pietra che richiama le sue sorelle vicine, disposte regolarmente al fine di formare un tracciato, un antico basolato dalle dubbie origini che si alterna a carrerecce scavate nella roccia.

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Emigrazione, Fernanda Sacco: “Non dimentichiamo gli eroi”

Tempo di lettura: 4 minutiUn signora dolcissima di 81 anni, ultima discendente dell’anarchico Nicola Sacco, maestra elementare in pensione (“Apposta parlo così tanto!”), è stata la protagonista della 13ma edizione della Festa degli Emigranti di ieri e oggi indetta dall’Associazione Italiani nel Mondo di Specchia (Lecce). Quest’anno è stata celebrata (con una mostra di foto in b/n) nel nome di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, martiri del lavoro e la passione politica, accusati dell’omicidio di Andrea Salsedo (in realtà era stata la banda di Celestino Maneros a uccidere l’operaio siciliano): ma l’accusa non cadde nemmeno dopo la confessione, e nonostante gli intellettuali di tutto il mondo chiesero la loro libertà furono uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927, nel Massachusetts, dopo 7 anni di carcere: patirono orrende torture.

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Emigrazione, la nipote di Nicola Sacco a Specchia

Tempo di lettura: 2 minutiSarà Fernanda Sacco l’ospite d’onore alla 13ma edizione della Festa degli Emigranti di ieri e oggi di Specchia Preti (Lecce), organizzata dall’Associazione Italiani nel Mondo (presieduta dall’ex emigrante in Svizzera Fernando Villani) in programma il 9 e 10 agosto nella location incantevole di Piazza del Popolo. Si tratta dell’ultima discendente dell’emigrante anarchico pugliese (di Torremaggiore, Foggia), che il 23 agosto 1927 fu giustiziato sulla sedia elettrica negli Usa (a Boston) insieme a Bartolomeo Vanzetti, che invece era piemontese, di Villafalletto (Cuneo). Sulla loro storia di passione politica scrisse una celebre canzone la folk-singer americana Joan Beaz, “La ballata di Nick and Burt” e fu anche girato un film di successo.

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Le avventure di Matisse, cane naif un po’ filosofo

Tempo di lettura: 3 minutiEcco un cane che ha capito come va il mondo e soprattutto conosce l’uomo meglio degli stessi esseri umani. Affronta lea vita con candore naif e armato di sottile saggezza, riflette da psicologo scafato sulla realtà intorno, fa citazioni da vero erudito, talvolta si atteggia a filosofo (“…avevo imparato a vedere il bicchiere mezzo pieno… Diamine! Sono un cane!  Non sono un uomo che complica anche le cose più semplici!”) tanto per mostrare di aver ereditato dagli avi un disincanto quasi da snob che gli consente di godere delle piccole cose quotidiane, di smussare i conflitti sul nascere, di capire quel che vogliono i suoi padroni, di rendersi a loro utile per giustificare la sua presenza in casa e nel mondo.

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