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Gli “Spurtari”, artigiani salentini conosciuti in tutta Europa

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Il soprannome degli abitanti di un paese ha molte volte origine da aneddoti particolari e molto curiosi. È una sorta di carta di identità che contraddistingue una cerchia di individui in funzione di un aspetto peculiare che gli caratterizza. Nel caso degli abitanti di Acquarica del Capo, il soprannome deriva da una grande abilità artigianale: ecco a voi gli Spurtari!

Gli spurtari sono solitamente conosciuti come gli “artigiani delle sporte e dei canestri” i quali utilizzano materie prime esclusivamente naturali come il giunco.

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“Caverne d’autore”, breve viaggio nelle grotte del Salento

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A volte poche immagini valgono molto più di mille parole. Con questa filosofia abbiamo selezionato un filmato da youtube molto interessante: è un documentario andato in onda su Rai Tre, nel programma Bellitalia.

Quello che vedrete negli otto minuti di filmato è una breve e veloce panoramica tra le principali grotte dal salento lungo la litoranea che da Otranto porta a Santa Maria di Leuca. Possiamo assicurarvi che si tratta di un documentario davvero eccezionale in cui vengono rivelati molti aspetti delle civiltà del passato che, sicuramente, nessuno di noi si sarebbe mai aspettato.

Il viaggio comincia con una panoramica della cosra adriatica, sulla quale, dice la leggenda, vivevano uomini mostruosi ed enormi, i Leutermi, che non potevano desiderare niente di meglio che una scogliera tanto imponente in cui potersi rifugiarsi o da utilizzare semplicemente come dimora. Questi giganti sarebbero stati sconfitti da Ercole, e dallo loro morte sarebbero poi originate buona parte delle grote solfuree che costeggiano il litorale.

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Il lago rosso, una landa “marziana” nei pressi del porto di Otranto

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In quasi tutto il territorio salentino, dove più e dove meno, è possibile rinvenire per le contrade, sotto gli ulivi, lungo antichi ciottolati e strade lastricate dei piccoli noduli rocciosi di colore rosso acceso chiamati pisoliti. Di dimensioni e forme differenti appaiono levigati su tutta la superficie, una forma dovuta al trasporto da parte di acque meteoriche durante il processo di formazione. Molti però conoscono i pisoliti con un altro nome: bauxite, una roccia sedimentaria dalla quale si estrae l’alluminio.

Nel Salento esistono diverse zone in cui la bauxite è particolamente concetrana e dove nel secolo scorso sono state avviate delle attività di estrazione come a Otranto, nei pressi della baia delle Orte, e a Poggiardo, nelle contrade rurali che circordano una buona parte dell’area archeologica.

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Liborio Romano, un meridionalista “Ante Litteram”!

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E’ opinione comune che Liborio Romano, nonostante siano trascorsi ben due secoli dalla nascita, sia ancora oggi una delle figure più interessanti e significative del nostro Risorgimento. Non c’è dubbio che questo continuo interesse sia dovuto anche ad una specifica peculiarità del grande politico salentino: una personalità, quella del Romano, certamente di primo piano nella vita politica nazionale del secolo diciannovesimo. Un Uomo famoso che, ricordando la nota ode di Orazio, fu sicuramente “odiato, criticato ed osteggiato”, ma anche fortemente “amato, lodato ed osannato”.

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Castrum, ecco il porto che accolse Enea

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Articolo pubblicato sul quotidiano LA REPUBBLICA del 26 aprile 2007 – Cronaca Nazionale – Pagina 37

ROMA – Lì approdò Enea. Lì mise finalmente piede in terra d´Italia. La terra promessa, l´”antica madre” come gli aveva predetto l´oracolo di Apollo. E per la prima volta dopo tanto vagare, si sentì a casa. Accadde a Castro, cittadina sulla costa adriatica del Salento, come dimostrano le ultime scoperte degli archeologi dell´Università di Lecce. Perché Virgilio racconta che Enea, già prima di attraccare, aveva scorto da lontano il porto e “sulla rocca il tempio di Minerva”. E secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso (e poi tutti i commentatori di Virgilio), Enea sbarcò in una località chiamata Castrum Minervae. Dunque il nome di Minerva ritorna, insistente. E a Castro, nei giorni scorsi, è venuto alla luce proprio il suo tempio. «Non ci sono dubbi», dice Francesco d´Andria direttore della Scuola di specializzazione in archeologia dell´Università. «Abbiamo trovato frammenti di una statua di divinità femminile, e molte armi in ferro a lei offerte. In quel tempio si venerava una dea guerriera. Si venerava Minerva».

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