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Il lago rosso, una landa “marziana” nei pressi del porto di Otranto

In quasi tutto il territorio salentino, dove più e dove meno, è possibile rinvenire per le contrade, sotto gli ulivi, lungo antichi ciottolati e strade lastricate dei piccoli noduli rocciosi di colore rosso acceso chiamati pisoliti. Di dimensioni e forme differenti appaiono levigati su tutta la superficie, una forma dovuta al trasporto da parte di acque meteoriche durante il processo di formazione. Molti però conoscono i pisoliti con un altro nome: bauxite, una roccia sedimentaria dalla quale si estrae l’alluminio.

Nel Salento esistono diverse zone in cui la bauxite è particolamente concetrana e dove nel secolo scorso sono state avviate delle attività di estrazione come a Otranto, nei pressi della baia delle Orte, e a Poggiardo, nelle contrade rurali che circordano una buona parte dell’area archeologica.La cava di Otranto, oggi abbandonata, si è trasformata inseguito ad una serie di cause fortuite in una formidabile meta turistica. Le sue foto hanno fatto il giro del web valicando i confini nazionali e contribuendo, anche se in piccola parte, a favorire il turismo in questa remota area della Puglia che ogni giorno assiste alla prima alba d’Italia. Il punto dove l’Italia inizia e non finisce.

La cava è stata ribattezzata Lago Rosso.  Il cratere centrale, frutto ovviamente dei lavori di scavo, ha svolto la funzione di collettore per l’acqua proveniente da alcune sorgenti freatiche e assunto con il tempo una ipnotica colorazione verde smeraldo, dovuta alla formazione di una nutrita vegetazione di alche e altre piante. Ospita una vasta popolazione di rane e girini e una flora variegata che incornicia il panorma come una vera e propria oasi in un “deserto”  marziano. Colori molto forti e contrastanti, dalla ruggine del terreno non dissimile da quelle che potremmo trovare sul pianeta rosso, quarto del sistema solare, che si pensa fosse un tempo molto simile alla nostra Terra, all’azzurro del cielo, all’ocra della sabbia della spiaggia poco distante, al verde delle pinete, al bianco del quarzo che affiora in alcuni punti dal terreno.

Marco Piccinni


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