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In preparazione della ricorrenza del 200° anniversario dalla nascita di Giuseppe Pisanelli

«…chi stende il suo sguardo sopra tutta l’Italia…benedirà il giorno in cui un solo Codice impererà dall’un capo all’altro della Penisola, e l’unità della patria, fondata dai plebisciti e dalle armi, sarà consacrata dalle leggi .»

Con queste parole Giuseppe Pisanelli concludeva il 16 marzo 1865 la relazione parlamentare sulla legge dell’unificazione legislativa che, approvata di lì a pochi giorni (2 aprile 1865), avrebbe dotato l’Italia dei primi codici unitari. Se la proclamazione dell’Unità d’Italia del 17 marzo 1861 ha sancito la nascita della Nazione da un punto di vista formale, la legge del 2 aprile 1865 e la Relazione di Pisanelli (ritenuta uno dei documenti più interessanti dell’intera letteratura processualistica dell’800) hanno determinato la sua unificazione sostanziale.

Già all’indomani dell’annessione, Cavour aveva avvertito l’urgenza di codici comuni senza i quali la costruzione unitaria rischiava di cadere, e si adoperò con ogni mezzo, tramite il suo guardasigilli Cassinis, per questo obiettivo. Scrivendo il 14 dicembre 1860 al luogotenente Farini lo pregava di pubblicare a Napoli i codici sardi «… parmi indispensabile che pubblichiate il nostro codice penale e la legge di aorganizzazione giudiziaria. Ve lo chiedo a mani giunte. So che Pisanelli è del mio parere. Ritenete che se esitiamo a fronte dei partiti, siamo f….» . Ma i tentativi di Cavour e di Cassinis erano destinati a fallire, perché non si potevano estendere le leggi piemontesi al resto d’Italia senza una preventiva, faticosa opera di coordinamento con le legislazioni delle altre province, alcune delle quali vantavano codici migliori di quelli piemontesi.

L’uomo che seppe risolvere questo problema fu Pisanelli, il quale, forte dei suoi studi giuridici (impressiona ancora oggi la solidità del suo trattato Sulla competenza del 1854 che consta di 700 densissime pagine) riuscì ad elaborare personalmente un sistema completo di codici. Nel volgere di pochi anni, tra il 1862 e il 1865, riformò il codice civile e la procedura civile, lavorò sul codice e sulla procedura penale, compilò la legge sul notariato, la legge sull’avvocatura, la legge sulla espropriazione per pubblica utilità, avviò la formazione del codice commerciale, unificò la legislazione in materia ecclesiastica, facilitò l’attuazione della legge di censuazione dei beni ecclesiastici in Sicilia, presentò in Parlamento la legge sull’asse ecclesiastico, avviò la revisione dell’organico giudiziario , ampliò la competenza dei giudici di mandamento, nella prospettiva di abolire i tribunali circondariali e diminuire il numero delle Corti di appello e delle Corti supreme. Un’opera infaticabile compiuta con un innovativo metodo compilativo che conferiva solidità ed autorevolezza ai suoi progetti. Dopo la prima stesura dedicata alla elaborazione originale e al coordinamento con le altre legislazioni preesistenti, confrontava i progetti con i codici stranieri (è ritenuto per questo il fondatore della scienza del diritto processuale civile internazionale) e sottoponeva il risultato all’esame dei magistrati delle Corti maggiori e al giudizio dei più noti giuristi ed avvocati; infine, acquisiti i pareri, rielaborava i progetti e li presentava al Parlamento accompagnati da poderose relazioni. «Solo la potenza dell’ingegno e la vasta dottrina di Pisanelli – scrisse un giurista del tempo – ha reso possibile quell’impresa ». Ed ancora oggi, il prof. Michele Taruffo, tra i migliori studiosi europei di diritto processuale, rimane impressionato davanti ai suoi codici: “Pisanelli è stato il primo grande processualista moderno, dotato di grande cultura e di profonda consapevolezza storica, comparatistica e sistematica… nei decenni successivi si produrranno opere esegetiche sterminate, in volumi gonfi di dettagli e di riferimenti particolari, nessuna delle quali è però paragonabile, per rigore, ordine, sintesi e profondità, all’opera del Pisanelli commentatore del codice sardo e del Pisanelli legislatore». Sebbene non siano mancati in questi ultimi anni significativi riconoscimenti (il ministero dell’innovazione, nel riproporre i personaggi più illustri degli ultimi 150 anni, ha iniziato dalla sua biografia) e sebbene non sia mai cessata l’attenzione dei giuristi sui suoi studi dobbiamo constatare che la storiografia risorgimentale, distratta dall’alone retorico che da sempre ha aleggiato su alcuni personaggi «politici», ha trascurato la figura di Pisanelli ed ha ancora il debito di riconoscergli il giusto risalto nel contesto di una più attenta ricostruzione della vicenda unitaria, accanto alle figure di Cavour, Garibaldi, Vittorio Emanuele.

Casa natale di Giuseppe Pisanelli

Il 23 settembre 2012, ricorrendo il 200° anniversario dalla nascita, l’amministrazione comunale di Tricase, sua città natale, l’amministrazione provinciale di Lecce e la regione Puglia hanno l’occasione per onorare il più illustre dei loro conterranei, che per l’eccellenza degli studi, i meriti risorgimentali, il suo spirito universale, la rettitudine della mente «appartiene per sempre all’Italia» come ebbe a riconoscere Francesco Crispi, l’avversario di mille scontri parlamentari, inchinandosi davanti alla sua tomba il 5 aprile 1879.

Antonio Scarascia

Articolo tratto da: Terra di Leuca, dicembre 2011, consultabile online a questo link.


Un commento su “In preparazione della ricorrenza del 200° anniversario dalla nascita di Giuseppe Pisanelli

  1. francesco lopez y royo ha detto:

    sarebbe opportuno far leggere il trattato,nella parte di soppressione di Tribunali mandamentali ecc. ,agli attuali legislatori ed all’intero corpo giudiziario italiano,chissà se fra la vecchia legge di riordino non trovino la dritta per una nuova tanto osteggiata.

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