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Da Cellino ad Andrano: Fonti storiche ed evidenze archeologiche

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“CELLINO”: FONTI STORICHE

 

Le notizie riguardo alle origini di Andrano sono scarse e non offrono molte informazioni utili alla ricostruzione dell’antica storia del paese.

Secondo la tesi di Cepolla – riportata da Arditi – Andrano sarebbe stato edificato dai Cretesi[1]. Sulla base di questa tradizione storica si è stratificata nel tempo la leggenda di uno sbarco sulle coste andranesi, a seguito di un naufragio, di un gruppo di pescatori greci che fondarono il casale di Feronzo. Questi, in una fase storica non precisata, si sarebbero trasferiti nell’entroterra, in un luogo più sicuro, fondando il casale denominato “Cellino”, dal quale avrebbe tratto origine l’odierna Andrano[2].

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“Pacci Lunatici”, gli abitanti di Spongano

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Rovesciare il cielo in terra, tipica espressione che si utilizza in occasione di violenti nubifragi che si ripresentano puntuali ad ogni stagione. E si, la volta celeste a volte sembra non poter sopportare il proprio peso tanto da volerlo ripartire con la terra sottostante. E cosa c’è di più  pensante lassù nel cielo? Bhe, di cose pesanti ce ne sono molte in realtà ma una, più di tutte, ha affascinato l’uomo fin dal momento in cui questi ha aperto gli occhi per la prima volta sulla terra, la Luna.

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Lettera alle cariche della regione Puglia per il riconoscimento di “deportati” per gli Italiani di Crimea

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Gli Italiani di Crimea, per lo più emigrati Pugliesi, chiedono il riconoscimento dello status di deportati e il sostegno economico,sociale e culturale delle loro comunità di origine.

Signor Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola,

Signori Presidenti delle Provincie di Bari e BAT,

Signori Sindaci dei Comuni di Bari, Bisceglie, Molfetta e Trani,

il 29 gennaio 2012 è ricorso il 70° anniversario della deportazione degli Italiani di Crimea, per lo più emigrati Pugliesi dalle città di Bari, Bisceglie, Molfetta, Trani, ecc..

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La chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta di Ortelle

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Sorge in un’area molto importante per la piccola cittadina di Ortelle. Quel “Largo di San Vito” già sede di una precedente cripta affrescata, sita sotto l’attuale chiesa di San Vito e Santa Marina (edificata tra il 1776 ed il 1779) utilizzata poi come ossario, nonché scenario fondamentale per l’antica e tradizionale fiera del maiale “OrVi” che arriva ogni anno puntuale ad Ottobre. Si tratta delle chiesa rupestre di Santa Maria della Grotta.

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Località Vicinanze, un villaggio medievale tra i due Menhir

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La diffusione e la semplicità dei menhir li ha resi nel corso dei secoli facilmente ri-adattabili a mille usi. Sono dei semplici monoliti infissi verticalmente nel terreno che si prestano come colonne votive, osanne, strumenti scientifici e chi più ne ha più ne metta.

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Lettera alle cariche dello stato per il riconoscimento dello stato di “deportati” per gli Italiani di Crimea

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Gli Italiani di Crimea chiedono il riconoscimento dello status di deportati

per i sopravvissuti e i loro discendenti

Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,

Signor Presidente del Consiglio Mario Monti,

Signor Ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata,

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Bona Mixta Malis. Fascismo, antifascismo e chiesa cattolica nel Salento

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Lo storico Salvatore Coppola smentisce De Felice. Duce in Terra d’Otranto: fu un consenso di facciata.


I treni arrivavano in orario e le porte potevano restare aperte, ma bastano i luoghi comuni montati ad arte dalla propaganda per poter dire che il fascismo ebbe il consenso delle masse? Balilla e figli della lupa alle coreografiche parate, adunate a Piazza Venezia a sentire il capo carismatico sfatto, si sa oggi, dal sesso mordi e fuggi, e le cui parole erano rimbalzate nelle piazze dei paesi dalla radio, ma questa sociologia è sufficiente a concludere che il regime “fece” l’Italia e gli italiani (come lo intendeva D’Azeglio?). La materia è scivolosa quanto complessa, non fosse altro per il fatto che abbiamo alle spalle 60 anni di interpretazioni storiografiche più che lucide analisi delle dinamiche che portarono all’ascesa, l’affermazione e infine il crollo della dittatura. Per cui non è ozioso domandarsi se il regime ebbe un consenso popolare, tesi cara a Renzo De Felice, confutata però, fra gli altri, dallo storico britannico Denis Mack Smith. Dove propaganda e populismo si intrecciarono? E se consenso fu, di che natura? Convinta o estorta? (“Manganello, manganello / Che rischiari ogni cervello / Sarai tu sempre il suggello Che punisce la viltà”). Quand’è che si cominciò a “credere, obbedire, combattere” e lievitò l’humus dell’adesione che consentì la campagna dell’Etiopia e poi la Guerra di Spagna, sfilò le vere d’oro dalle mani delle donne italiane e debordò nell’orrore delle leggi razziali? Quando gli italiani “pecore anarchiche” (Montanelli) si identificarono nel partito e nel suo astuto, effervescente capo che per certi aspetti riuscì a far credere il fascismo una religione? “Siamo stanchi di due Dii e di due religioni, a noi basta un solo Dio e questi è Mussolini, una sola religione e questo è il fascismo”.

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La Torre Saracena di Salignano

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Le torri costiere rappresentano ormai un punto di riferimento per il salentino che si sposta di litorale in litorale per ammirare le meravigliose e differenti coste dello ionio e dell’Adriatico, passando per il capo di Leuca dove convenzione geografica vuole che i due mari si incontrino.

Le torri costiere, insieme ad un complesso di masserie fortificate nel primo entroterra, rappresentavano un vero e proprio cordone di difesa contro le incursioni dei pirati, principalmente saraceni, che compivano le loro scorribande in tutto il mediterraneo, divenendo protagonisti di una serie di aneddoti che narrano di massacri e distruzioni ai danni dei centri salentini. Le torri vennero fatte costruire per conto di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, per difendere parte dei suoi possedimenti. Si racconta che il sistema di comunicazione tra queste torri, che avveniva tramite scambio si segnali di luce o di fumo, fosse talmente efficiente da poter avvisare l’intero meridione in poco più di 2 ore in caso di attacco nemico.

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Il Martyrion, la Necropoli Paleocristiana e il refrigerium a Vaste

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Per gli appassionati del settore, o i curiosi di turno, l’area archeologica di Vaste rappresenta indubbiamente un importante tassello della cronistoria salentina che abbraccia un intervallo di tempo tanto vasto da contenere all’unisono Messapi, Romani e Bizantini.

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