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Salento: migranti di ieri e oggi sospesi ai confini del tempo

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Sospesi sulla linea d’ombra del tempo, i migranti di ieri e d’oggi. Il fenomeno è come il serpente: muta pelle di continuo, offre sempre nuove interfacce. I flussi migratori sono speculari alla storia dell’umanità, la tracciano nel profondo: il melting-pot è una forza, una dialettica, una ricchezza reciproca: solo il serpeggiare infido di una cultura xenofoba può relativizzare l’archetipo. Metti una sera a Salve (Palazzo Ramirez), piccolo centro del sud-Salento, must del turismo mondiale (4 spiagge, 12 km di sabbia dal bagliore accecante: il paese salentino che ha più turisti: 100mila nel giorno medio), sotto le stelle a scavare una materia sempre attuale: ogni giorno dallo Jonio e l’Adriatico spuntano carichi pregni di umanità, speranze, sogni: quel che noi fummo appena ieri, in una terra che più contaminata non si potrebbe e che accoglie d’istinto, senza i parametri di Maastricht, Schengen, Bossi-Fini o Turco-Napolitano: banali tentativi di razionalizzare quel che sfugge a ogni scanner metodologico e normativo.

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La Chiesa della Madonna della Neve, Diso

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Va,  costruisci una chiesa la dove troverai della neve caduta di fresco”. Con queste poche parole un patrizio romano del IV secolo aveva trovato la soluzione al suo problema: come utilizzare il suo patrimonio per un’opera interamente dedicata al Signore. La risposta la ebbe nella notte tra il 4 e il 5 Agosto in una visione nella quale la Madre Celeste gli consigliò cosa fare. Una visione condivisa anche nel sogno di papa Liberio, indubbiamente contento dell’accaduta ma perplesso, come il Patrizio, per un piccolo dettaglio:  come sarebbe potuto nevicare ad Agosto in una città torrida come quella di Roma? A quanto pare questo “dettaglio” non fu poi così rilevante dato che, nella stessa notte, una nevicata sull’Esquilino consentì a della neve di posarsi sul terreno delimitando l’area che sarebbe stata poi designata alla costruzione delle basilica Liberiana finanziata con il denaro del patrizio. Aveva appena avuto origine il culto della Madonna della neve.

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La linea del tempo. Migranti di ieri e di oggi.

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venerdì 27 luglio, ore 21.00, presso la terrazza di Palazzo Ramirez a Salve

L’incontro si inserisce nel progetto presentato da Associazione Culturale Archès, nell’ambito del programma di attività culturali promosso dalla regione Puglia per il triennio 2010/2012, intitolato La linea del tempo. Viaggio nella poesia e nella letteratura storica e archeologica del Salento, alla ricerca delle proprie radici, con il patrocinio del Comune di Salve e la collaborazione di Arci Cassandra.
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Antonella Sergi, versi per aprire un varco nel tempo

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“L’unico modo di aprirsi un varco attraverso il tempo è un autentico dolore”: Eichendorff. Aprire il libro di Antonella Sergi (Gagliano del Capo, 1963) e ripensare alla massima del filosofo tedesco è un fatto istintivo. Che dà alla mano che sfoglia le pagine un lieve tremore. Perché alla nota biografica apprendiamo che la poetessa combatte da tempo, con tenacia e senza requie, contro una malattia subdola, che alterna momenti di visibilità ad altri in cui si inabissa e si eclissa fra le pieghe della quotidianità.

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Masseria Grande a Surano

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Masseria Grande, un nome che si addice benissimo alla mole di questo stupendo edificio che si è caricato nel tempo del fardello di un’insieme di misure atte alla difesa dei massari che qui vivevano. Nata come una semplice masseria, in una contrada a due passi dalla ss 275 nel territorio di Surano, che ancora mantiene inalterati alcuni aspetti dell’ambiente rupestre di un tempo, questa costruzione è divenuta un po’ il simbolo dei sistemi di fortificazione e difesa ad uso civile del basso Salento.

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Ruggiano, il culto di Santa Marina e lu male d’arcu

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“Ntòni, Ntòni, elu u santuariu de Santa Marina! Lu vidi purutie?”“Sine Tore! Ndafriscu li morti simurrivati a Ruggianu…”“Prima trasimu ‘ntra allu santuariu, tocca truvamunn’arcu e ddaisutta cu urinamu.. te ricordi no? Ca ci nu lu facimu nu putimu trasire cu chiedimu la grazia e la protezione alla Santa cu ne protegge de lu male d’arcu…”“Sine sine, lusacciu…mintimeneddai. Tore, ma tie te ricordi chiru ca erene ddire mentre urinamu?”

“Pocca.. ieu nsignu e tie secutame…

..Arcupint’arcu, tie sì bbèddufattu.
Ci nòttè saluta, de culùre cu ttramùta.
Ieu sempre te salutài e la culùre no ppèrsi mai”

Antonio, Antonio eccolo il Santuario di Santa Marina, riesci a vederlo anche tu?“Si si Salvatore! Sia lodato il cielo..siamo arrivati a Ruggiano…”“Prima di entrare al Santuario dobbiamo trovare un arco e orinare li sotto..te lo ricordi no? Se non lo facciamo non possiamo entrare per chiedere a Santa Marina di proteggerci dal mal d’arco..”“Si si, lo so…mettiamoci li.. Salvatore, ma tu ti ricordi cosa occorre dire mentre si orina?”

“Certo, io inizio e tu ripeti…

…Arco, pint’arco tu sei ben fatto
Chi non ti saluta il suo colore tramuta
Io sempre ti salutai e il mio colore non persi mai”

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Sepolture dei del Balzo nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo in Caprarica del Capo

Tempo di lettura: 3 minutiTitolo originale dell’articolo : Restauro della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo in Caprarica del Capo, di Salvatore Musio, pubblicato su Terra di Leuca, giugno 2012 – Edizione dell’Iride. La versione digitale del periodico è consultabile online a questo link.

Dal mese di giugno 2011 la chiesa di Sant’Andrea Apostolo a Caprarica del Capo, rione di Tricase, ha cominciato ad indossare il vestito nuovo della festa. In realtà la voglia di rifare bella la matrice capraricese è partita un po’ prima dell’estate scorsa. Il parroco don William Del Vecchio è stato colui che fortemente ha voluto l’azione del restauro conservativo, facendosi portavoce dell’animo capraricese che vedeva di giorno in giorno peggiorare la condizione della chiesa, soprattutto all’interno dove non si potevano non vedere le vistose tracce d’umidità.

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La cripta di San Basilio-Craunuse

Tempo di lettura: 3 minuti“Riscoperta” a Giurdignano, probabilmente dopo un lungo periodo di oblio, quella che è stata vista fin da subito come la “cripta delle discordia”. Un importante ritrovamento per le associazioni culturali-ambientaliste, Forum Ambiente e Salute, Nuova Messapia e  Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino che ne hanno annunciato la scoperto il 2 Aprile 2012. Un danno, invece, per le amministrazione che hanno visto minacciato il progetto di allargamento della statale Maglie – Otranto. Un intervento identificato come scempio fin dalla sua presentazione: migliaia di alberi di ulivo da espiantare; un patrimonio naturalistico perso per sempre; fiumi di catrame e cemento che si aggiungono a quelli già versati in nome di uno strano principio, secondo il quale più strade portano più turismo e riducono la disoccupazione. Infine, si aggiunge anche il danno storico con il danneggiamento del fondo di San Basilio, dove, un tempo, lo stesso De Giorgi ricorda la presenza di un omonima masseria. E’ qui che insiste la cripta, per questo motivo battezzata di San Basillio. A questa prima nominazione si è poi aggiunto il termine Craunuse, che ricorda l’attività di cottura del carbone all’interno delle carbonaie. Un doppio nome che racchiude  e perpetua la memoria storica del luogo.

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