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Sepolture dei del Balzo nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo in Caprarica del Capo

Titolo originale dell’articolo : Restauro della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo in Caprarica del Capo, di Salvatore Musio, pubblicato su Terra di Leuca, giugno 2012 – Edizione dell’Iride. La versione digitale del periodico è consultabile online a questo link.

Dal mese di giugno 2011 la chiesa di Sant’Andrea Apostolo a Caprarica del Capo, rione di Tricase, ha cominciato ad indossare il vestito nuovo della festa. In realtà la voglia di rifare bella la matrice capraricese è partita un po’ prima dell’estate scorsa. Il parroco don William Del Vecchio è stato colui che fortemente ha voluto l’azione del restauro conservativo, facendosi portavoce dell’animo capraricese che vedeva di giorno in giorno peggiorare la condizione della chiesa, soprattutto all’interno dove non si potevano non vedere le vistose tracce d’umidità.

Dopo un periodo di studio e ricerca, si è passati alla progettazione affidata agli architetti Agnese Piscopiello e Francesco Pala. Dopo il benestare della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, l’intervento della Cei con il finanziamento dei lavori, e la solidarietà del popolo di Caprarica del Capo si è dato avvio al cantiere operativo di restauro affidato alla ditta “Mastrotempo & Partner’s” diretta dal restauratore Gianluca Lecci. Il primo intervento è stato sotto gli occhi dell’intera comunità che fino al mese di ottobre ha potuto usufruire dell’interno della chiesa, dando un continuo sguardo all’operato delle maestranze che hanno restaurato il campanile e le facciate esterne escluso il prospetto principale.

Chiesa e piazza di San Andrea (Fonte:google street view)

In seguito poi alla celebrazione d’insediamento di don William hanno avuto inizio anche i lavori all’interno. Le belle sorprese ci sono state e continuano ad esserci, non solo per il sottoscritto che da capraricese ho l’onore di lavorare al vestito nuovo della “mia chiesa”, ma anche per i miei colleghi, per la direzione dei lavori e per la committenza. A tal proposito si è deciso di rendere partecipe l’intera comunità delle novità emerse. Memore dell’ottimo risultato ottenuto nella primavera del 2010 durante il cantiere di restauro della chiesa di Sant’Ippazio a Tiggiano, la ditta Mastrotempo & Partner’s in un lavoro d’equipe con gli architetti Piscopiello e Pala, con don William e con le Sovrintendenze di riferimento hanno dato vita all’open-day che ha avuto modo di essere l’8 gennaio 2012.

A metà strada del percorso intrapreso, con la consegna dei lavori prevista per il mese di giugno 2012, la chiesa è stata aperta per un giorno a tutti coloro che hanno avuto volontà di vederla. L’attesa della gente era palpabile, coltivata per tempo con saggezza da don William, che in sintonia con il direttore dei lavori e la ditta esecutrice aveva dato un breve accenno ai fedeli il 30 novembre, giorno della ricorrenza della festa del protettore Sant’Andrea. L’otto gennaio la chiesa era allestita con una passerella che delineava un percorso all’interno del cantiere, da dove si potevano visionare i ritrovamenti effettuati, ben evidenziati da punti luce, e illustrati da una voce guida che forniva le principali nozioni ai visitatori. Come da progetto è stato rimosso il pavimento esistente ed una porzione del materiale sottostante per poter dare luogo ad un vespaio d’aerazione, ed è proprio in questa fase che sono giunte inaspettate le sorprese. A poche manciate di centimetri di profondità del vecchio pavimento sono emersi altri livelli di precedenti pavimentazioni, oltre a tracce evidenti di murature molto antiche. L’ipotesi che sul sito dell’odierna parrocchiale di Caprarica ci fossero state altre chiese è molto concreta.

Come è concreto il rinvenimento delle pavimentazioni in battuto di calce e frammenti ceramici, altrimenti detto cocciopesto. Come in ogni chiesa che ha una certa datazione sono emerse anche le imboccature di alcune sepolture. C’è da specificare che fino alle leggi napoleoniche di inizio ottocento e alla relativa invenzione dei cimiteri suburbani era usuale seppellire nelle chiese, all’interno di ossari o camere sepolcrali, molte delle volte distinte per sacerdoti, uomini, donne e bambini. In molti casi trovavano posto anche le sepolture per le famiglie nobili o per le congregazioni o anche per i non battezzati. All’interno della chiesa di Sant’Andrea sono emerse sepolture che ad un primo esame sembrerebbero di varie epoche, ma la particolarità è il ritrovamento di una serie di elementi in pietra leccese riconducibili tutti allo stemma della famiglia Del Balzo che di Caprarica del Capo ha avuto la baronia dal 1400 al 1500, quando governava la ricca contea di Alessano. Tra gli altri elementi è da registrare anche il rinvenimento di uno stemma presente nel dirimpettaio castello di proprietà del dott. Andrea Bentivoglio. Lo stemma che sembrerebbe appartenere alla famiglia Amendolea è stato pubblicato dal sottoscritto a p. 50 del volume “Casali e Feudatari del territorio di Tricase. La dominazione angioina (Secoli XIII-XV), Tricase, Edizioni dell’Iride, 2007”, ed è situato nell’antica cappella del castello. Nota storica particolare è che nel 1398 la Baronessa di Caprarica del Capo, Margherita de Amendolea, sposa il Conte di Alessano, Raimondello Del Balzo, i proprietari degli emblemi ritrovati.Tutti questi accenni di quanto rinvenuto all’interno del cantiere- chiesa di Sant’Andrea Apostolo sono ovviamente sottoposti giorno per giorno ad uno studio accurato, per fare in modo che le ipotesi lascino il posto alle notizie certe, per fare in modo che ciò che era nascosto torni a splendere di luce propria. Per fare in modo che la matrice di Caprarica ritorni a mettere quel meritato vestito nuovo della festa.

Salvatore Musio


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