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Torre Minervino

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Torre Minervino (Santa Cesarea Terme), una delle tante torri costiere dell’esercito di pietra innalzate tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500 su tutte le coste dei possedimenti aragonesi, per difendere i domini di quella che diverrà l’eredità di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero. Recentemente recuperata e inserita all’interno del Parco costa Otranto-Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase, non è più frequentata da soldati pronti ad inviare un segnale di pericolo alle altre torri costiere (all’epoca Torre Porto Badisco e Torre Specchia di Guardia le due raggiungibili in linea visiva) ma da osservatori, pronti a godere del magnifico panorama che si tuffa a strapiombo sul mare, e da tanti appassionati di botanica, che proprio su quelle ripide scogliere possono contemplare la magnificenza della biodiversità botanica e delle rarità qui presenti.

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La torre colombaia di Carpignano Salentino, la più grande del Salento

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E’ la torre colombaia più grande del Salento, con i suoi 12 metri di altezza e 62 di circonferenza, in agro di Carpignano Salentino, in zona Cacorzu, a due passi dal santuario dedicato a Santa Maria della Grotta, del ‘500, edificato sopra una cripta intitolata a San Giovanni Battista.

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Sodo vs Melato, scultore leccese a Venezia

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VENEZIA – Il 2 settembre alle ore 16,30 nello Spazio della Regione Veneto, Hotel Excelsior, Lido di Venezia in occasione della 70a Mostra d’Arte Cinematografica, il CSPA (Centro Studi di Psicologia dell’Arte e Psicoterapie Espressive) con la consulenza artistica di Manuel Laghi, la Collaborazione di Regione del Veneto, AGIScuola, CONSCom, GSA (Giornalisti Specializzati Associati), Verdissime.com, presenta:  MMelato Forever; la magia delle atmosfere, l’intelligenza creativa e la fantasia artistica, unite ad una umanità sempre manifesta rivivono attraverso la meraviglia di chi ne tratteggia il profilo connotandolo di contenuti originali, mentre le frasi scritte vengono scomposte e si trasformano in montaggi e inquadrature dove il tutto vale più della somma delle singole parti e realizza il ritratto di una grande artista, vanto italiano nel mondo.

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Emigrazione, Fernanda Sacco: “Non dimentichiamo gli eroi”

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Un signora dolcissima di 81 anni, ultima discendente dell’anarchico Nicola Sacco, maestra elementare in pensione (“Apposta parlo così tanto!”), è stata la protagonista della 13ma edizione della Festa degli Emigranti di ieri e oggi indetta dall’Associazione Italiani nel Mondo di Specchia (Lecce). Quest’anno è stata celebrata (con una mostra di foto in b/n) nel nome di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, martiri del lavoro e la passione politica, accusati dell’omicidio di Andrea Salsedo (in realtà era stata la banda di Celestino Maneros a uccidere l’operaio siciliano): ma l’accusa non cadde nemmeno dopo la confessione, e nonostante gli intellettuali di tutto il mondo chiesero la loro libertà furono uccisi sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927, nel Massachusetts, dopo 7 anni di carcere: patirono orrende torture.

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Emigrazione, la nipote di Nicola Sacco a Specchia

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Sarà Fernanda Sacco l’ospite d’onore alla 13ma edizione della Festa degli Emigranti di ieri e oggi di Specchia Preti (Lecce), organizzata dall’Associazione Italiani nel Mondo (presieduta dall’ex emigrante in Svizzera Fernando Villani) in programma il 9 e 10 agosto nella location incantevole di Piazza del Popolo. Si tratta dell’ultima discendente dell’emigrante anarchico pugliese (di Torremaggiore, Foggia), che il 23 agosto 1927 fu giustiziato sulla sedia elettrica negli Usa (a Boston) insieme a Bartolomeo Vanzetti, che invece era piemontese, di Villafalletto (Cuneo). Sulla loro storia di passione politica scrisse una celebre canzone la folk-singer americana Joan Beaz, “La ballata di Nick and Burt” e fu anche girato un film di successo.

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Il Salento ‘Lèmme lèmme’ negli scatti in b/n di Marcello Moscara alla Masseria le Pezzate di Maglie (Le)

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In una mattinata di calura agostana, proveniente da Poggiardo, attraverso le campagne salentine a bordo del mio vespone rosso in direzione Masseria le Pezzate alla ricerca delle immagini di Marcello Moscara, fotografo salentino di origine e di cuore, anno di nascita 1972. I luoghi si accompagnano alle storie. Già cercare questo posto è difficile, ma poi si scoprono i segni premonitori, giungendo da Scorrano in direzione statale Maglie-Gallipoli, nei disegni di fichi d’india sui muri di recinzione seccati dal sole. Si entra in un viottolo di campagna, bianco come la luce il cui riverbero ci guida verso la meta. Una masseria del ‘600, Le Pezzate, dal nome del territorio suddiviso in appezzamenti gestito da Benedetta, tricasina e romana, e da Mario, turco di Istanbul, di padre italiano e madre tedesca.

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Pasta e patate

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Una ricetta affermatasi nel regno di Napoli probabilmente intorno al XVIII secolo e diffusasi rapidamente anche nelle zone più remote della periferia. Prima di questa data, infatti, la patata non si era ancora diffusa con prepotenza nelle cucine europee, senza contare il fatto che il pomodoro, altro ingrediente fondamentale di questo piatto, era considerato fino al secolo prima un alimento tossico, per tanto snobbato dalle massaie di ogni estrazione sociale. Una volta capito però l’immenso valore nutrizionale di questi due incredibili prodotti, le classi popolari e i ceti più poveri li adottarono a pieno titolo come ingredienti dominanti nel proprio ricettario, secondo una tradizione che continua ancora oggi.

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Le pozzelle di Corigliano d’Otranto

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Un tempo meta designata per ritrovi e feste popolari, oggi si vedono a fatica tra la sterpaglia che le sovrasta. Il parco delle pozzelle di Corigliano d’Otranto ha costituito, in passato, come in diversi altri comuni facenti parte delle Grecìa Salentina (nei quali se ne trovano ancora), un’importante fonte per la raccolta e l’approvvigionamento delle acque piovane.

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