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Pasta e patate

Una ricetta affermatasi nel regno di Napoli probabilmente intorno al XVIII secolo e diffusasi rapidamente anche nelle zone più remote della periferia. Prima di questa data, infatti, la patata non si era ancora diffusa con prepotenza nelle cucine europee, senza contare il fatto che il pomodoro, altro ingrediente fondamentale di questo piatto, era considerato fino al secolo prima un alimento tossico, per tanto snobbato dalle massaie di ogni estrazione sociale. Una volta capito però l’immenso valore nutrizionale di questi due incredibili prodotti, le classi popolari e i ceti più poveri li adottarono a pieno titolo come ingredienti dominanti nel proprio ricettario, secondo una tradizione che continua ancora oggi.

La pasta e patate rievoca ancestrali ricordi solo al sentirne l’odore, per raggiungere poi l’apoteosi del piacere con il primo assaggio, quando le papille gustative sono già in festa ancor prima di immergersi nell’ambito pasto. La diffusione e la propensione alla rivisitazione di questo piatto, hanno prodotto con il tempo decine e decine di varianti, tutte diverse, e tutte rivendicano il titolo di originalità e tradizione.

Per prepararla è davvero molto semplice.

Prendete 4/5 patate da tagliare a dadini, già pelate, da aggiungere ad un soffritto di sedano e cipolla, rosolato in una padella rigorosamente con olio extravergine di oliva. Riversare nella padella 100 grammi di passata di pomodoro e, a piacere, anche qualche pomodorino tagliato a pezzettini.

Allungate tutto con un po’ d’acqua calda, se necessario, e quando le patate saranno cotte aggiungere 300 grammi di pasta, meglio se di diverso formato, il piatto avrà un tocco di vivacità in più.

Quando la pasta sarà cotta spegnete il fornello e spolverate il tutto con del parmigiano (in una variante moderna) o del pecorino leccese (nella forma più tradizionale), qualche fogliolina di prezzemolo tritato, un pizzico di pepe o peperoncino per gli irreducibili del piccantino e via, pronti per impiattare il vostro piatto e quello di altre tri commensali.

Buon appetito!

Marco Piccinni


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