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Quel poeta “laureato” da Michela Biasco

LECCE – Vola alto: cita Gerhard Rohlfs, Marguerite Yourcenar, Vincenzo Ciardo, Paul Ricoeur. Poi Bodini, Girolamo Comi e Quinto Orazio Flacco.

E’ la tesi che Michela Biasco (nella foto) da Alessano (Lecce) ha discusso all’Università del Salento, relatore il prof. Carlo Alberto Augieri.

Messa così, il lettore si chiederà: dov’è la notizia? Ogni giorno, da secoli, in tutti gli atenei del mondo si discutono tesi su autori di ieri e d’oggi.

La news è nel soggetto della tesi in critica letteraria ed ermeneutica del testo: Cosimo “Mimmo” Russo, nato a Gagliano del Capo nel 1972 e prematuramente scomparso tre anni fa, autore di una sola raccolta di versi, “Per poco tempo” (Manni, Lecce, 2017).

Per meglio dire, era, all’epoca dell’indagine della neo-laureata: da poche settimane, infatti, sempre per lo stesso editore salentino, è nelle librerie “Ancora una volta”, opera seconda, nata dalla ricognizione di Luigina Paradiso Russo, madre del poeta, nella mole di materiale inedito che ha lasciato (presentazione il 27 agosto a Lucugnano, Palazzo Comi, letture dell’attrice Francesca Stajano Sasson).

Michela ha “incontrato” Russo e se n’è appassionata il giorno della presentazione del primo libro proprio all’ateneo salentino (sala “Chirico” presso gli Olivetani), curata dal fratello Antonio, docente all’Unisalento.

Essendo nata nella stessa terra, ha sentito un potente flusso di energia in comune, ha riconosciuto nei versi di Cosimo i suoi stessi luoghi, il pathos, i topoi culturali.

michela biasco

Da tempo – premette Michela (figlia di Ugo che lavora nella Guardia di Finanza e Maria Lucia Torsello, ha un fratello più grande, Samuel e uno più piccolo, Riccardo, adorata dai nonni Tina Protopapa e Umberto Torsello, Pasquale Biasco e Maria Luce Papadia Lecci), ragazza intelligentissima, educatissima, modestissima – riflettevo sulla possibilità di presentare un autore della mia terra spinta da una voglia di riscattare, nel mio piccolo, autori del Sud Italia troppo spesso relegati ai margini della letteratura nazionale”.

Da qui alla decisione di fare della sua tesi della triennale un omaggio allo sfortunato poeta e alla Terra d’Otranto, il passo è stato breve.

Il risultato è un excursus puntuale e a tratti commovente della breve vita del poeta: la scansione del luogo natio, gli intellettuali che lo hanno segnato, la formazione culturale, i compagni di giochi di via Isonzo, le prime letture nella biblioteca comunale dove la madre lavorava, la scoperta di Ungaretti, Leopardi, Bodini, Neruda, Apollinaire, ecc., gli studi, gli interessi, le “voci di dentro”, direbbe Eduardo, i luoghi poi finiti nei versi, il faro e il lungomare di Leuca, per dire, che hanno toccato Michela nel profondo.

In appendice, alcune liriche poi pubblicate nel secondo volume di cui si è detto, la poesia inedita “Il mio paese” apparsa nel 1996 sulla rivista “Pietre” e le foto delle epigrafi contenenti i suoi versi e incastonate negli angoli di territori panteisticamente trasfigurati nella sua opera.

Domanda: Dottoressa Biasco, Cosimo Russo poeta di una sola opera – al momento del suo lavoro – ancora quasi inespresso: perché lo ha scelto per la tesi?

Risposta: “Ho conosciuto l’opera di Russo quasi per caso in Ateneo. Era il 24 Maggio 2018 e partecipai alla presentazione della sua prima raccolta “Per poco tempo” spinta dalla stima che provavo nei confronti dei professori invitati a dialogare, pur provenendo da un paese poco distante dal suo, Alessano, non conoscevo l’autore.

Durante la lettura delle sue liriche iniziai a sentir parlare di luoghi a me cari, fu una piacevole sorpresa per me che all’epoca ero già propensa ad approfondire e a dare la giusta importanza agli artisti della mia terra.

Solo in un secondo momento, però, messo da parte lo stupore iniziale, mi lasciai andare in un ascolto profondo, mi addentrai nei suoi versi e vi trovai un uomo.

È stata l’umanità, la profondità e la veggenza dei versi di Cosimo Russo a catturarmi e a non darmi altra scelta se non quella di scavare nel suo vissuto e nelle sue parole attraverso un accurato lavoro di ricerca”.

D.: Cos’ha trovato di estremamente dialettico, e quindi universale, in quei versi?

R.: “La poesia di Cosimo, così come quella dei veri poeti, ha la capacità di colpire direttamente le emozioni e di suscitare profonde sensazioni in chi ha voglia di saper ascoltare.

Il poeta nelle sue liriche accarezza con le parole qualcosa comune a tutti, nei suoi versi prevale, infatti, la semplicità della quotidianità della vita nella quale ogni uomo del Sud Italia e non solo può riconoscersi.

Russo magnifica e dota di una profondità inaudita anche gli elementi più comuni, elementi e luoghi che ogni giorno ognuno di noi ritrova nel suo vissuto.

Ed è così che la realtà presentata da Cosimo si fa carico di sensi nuovi, inediti. Egli dà eguale dignità al piccolo e all’immenso e afferma “Celebro allo stesso modo/ il granello di sabbia e/ le eterne stelle/ per congiungere la grezza anima mia/ con il tutto”.

Russo nella sua poesia parla da uomo, degli uomini, agli uomini. La sua è una lirica che si colora di emozioni, di sensazioni, di immagini e colori, una lirica che arricchisce il modo di rapportarsi con il mondo di chi legge e accarezza l’anima di chi sa gustarla”.

D.: E’ stato difficile rapportarsi al suo mondo interiore, entrare nella sua “officina” per osservare la genesi di quei versi struggenti?

R.: ”Addentrarmi nella poesia di Russo e inoltrarmi nel suo mondo interiore è stato un processo graduale ma mai forzato. I suoi versi sono lì, disponibili a chiunque voglia dare la propria interpretazione.

Essi esprimono con profonda sincerità la realtà di un animo sensibile nei confronti del mondo, di una coscienza tensiva, eccedente, tesa verso un’incessante ricerca, di un uomo che sa e vuole cogliere tutto quello che la vita offre, anche i segni meno visibili.

Imparare a conoscerlo è stato necessario, per quanto i suoi versi possano essere diretti e aperti se si vuole approfondire con giusto peso le cose bisogna scendere nella loro storia.

Il lavoro di ricerca che ho svolto è partito proprio da questo presupposto e solo inquadrando, attraverso delle ricerche, il contesto geografico, culturale, sociale, economico e privato in cui Russo era immerso ho potuto guardare ai suoi versi e alla sua persona da una prospettiva nuova che mi ha svelato aspetti inediti”.

D.: La sua poesia resisterà all’usura del tempo?

R.: “Come ho detto precedentemente, Russo nella sua poesia parla da uomo, degli uomini, agli uomini. I titoli delle sue raccolte “Per poco tempo” e “Ancora una volta”, così come numerose liriche e ricerche personali, sono strettamente legati all’idea del tempo e del ritorno.

Penso che la ricerca di senso, il tentativo di andare oltre alla superficie delle cose, la riflessione sui luoghi e sugli spazi che ci circondano, e molti altri temi presenti nella lirica di Russo, siano aspetti da sempre cari all’uomo e che saranno sempre attuali finché al mondo ci saranno coscienze sensibili e critiche.

Penso e spero inoltre che l’umanità, grande virtù che pervade in modo persistente i versi del poeta, possa essere sempre considerata e trattata con il profondo rispetto che merita.

Se così sarà, non ho dubbi sul fatto che la poesia di Russo e l’arte in generale possa resistere all’usura del tempo e possa rappresentare un faro per le coscienze degli uomini di ogni epoca”.

Francesco Greco


Un commento su “Quel poeta “laureato” da Michela Biasco

  1. Angelo Eugenio Potenza ha detto:

    Grandioso, non vedo l’ora di avere tra le mani quei versi

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