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Quel paesaggio di Vincenzo Ciardo e Cosimo Russo declinato nell’audiovisivo

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Tempo di lettura: 3 minuti

In questo luogo remoto tutto
m’appartiene…

Cosimo Russo, “La mia casa”.

Nella calda notte mediterranea, si esce turbati, senza parole, dalla casa del poeta Cosimo Russo odorosa di mirto e unta del sale che il vento porta da Leuca e dal Ciolo. Un’agorà sospesa, fiabesca, quasi metafisica.

Turbati e commossi dalla bellezza, l’arte, l’eco dei suoi versi che da nove anni risuona a ogni angolo, anche il più remoto. Ma anche col cuore denso di speranza sul futuro di questa Terra.

Da questa caverna dove il

mio spirito chiuso come una perla

in un’ostrica,

miro gli autunni…

Perché, se c’è chi parte in cerca di nuovi orizzonti, assetato di gloria, c’è anche chi resiste, sedotto dall’”avventura del restare”. E chi torna per restituire un po’ di quello che dalla sua Terra generosa ha ricevuto. Anabasi ricche di sfide, nostoi pregni di contaminazioni e soprattutto ansiose di un futuro che è già qui.   

…assorto in questa nebbia di

stagioni mi faccio destare da un’aquiila

che vola nel mio petto,

e da una serpe che striscia

nel mio sangue…

E’ tornato Luigi Sergi a Presicce, dov’è nata la sua “Casa dell’Arte”,

così ricca di messaggi, carsici, subliminali. E a Gagliano torna Antonio spesso Russo, docente a “La Sapienza” (Roma) e fratello del poeta, in un casa semanticamente affollata: nei sotterranei c’è un frantoio ipogeo del Cinquecento, attivo nell’altro secolo. Leggenda vuole che nei giorni di pioggia vi si rifugiassero le operaie tabacchine del magazzino di fronte.

Sulla via per Leuca, dove oggi c’è la biblioteca del poeta, suo nonno aveva la bottega di fine maestro d’ascia, sempre alle prese con traini (carri agricoli), carrozze, barrocci.

E potremmo dire che il poeta ha scolpito versi, nella sua breve parabola (1972-2017), come il nonno alle prese con un ramo d’ulivo. Mentre la madre Luigina Paradiso, bibliotecaria al Comune, continua la ricognizione dei testi sparsi qua e là, fra libri e quaderni.

Pare così dolce a me

sentire sulla pelle

la polvere amata

della mia casa…

Dunque, una serata intensa, vissuta con trasporto e passione da tante belle persone accorse da ogni dove al Centro Studi per la Poesia Contemporanea “Cosimo Russo” (inaugurato nel 2023, in progetto la nascita di una Fondazione).

Fresca di stampa, è stata presentata la collezione di cartoline “Ut pictura poesis. Vincenzo Ciardo, Cosimo Russo e la natura del Salento” (progetto grafico Officine Amaro, foto FiluLab di Gianluca Carluccio e Daniela Buffelli) di una Mostra permanente.

Da un lato la foto di un’opera di Ciardo, dall’altro una poesia di Russo (“Figlio assoluto di questa terra… Il paesaggio intorno è stato la sua musa”, Antonio Russo).

Il pubblico ha ricevuto in dono due cartoline: una per la propria dimora, l’altra da affrancare e spedire in giro per il mondo.

Citazione tipografica della galleria d’arte contenuta nel Centro Studi che una ospita, fra le altre, una decina di opere di Ciardo e le poesie incorniciate (il prof. è un raffinato collezionista).

E mi aggiro o felice

o malinconico o con

il cuore in mano

e con una pietra

nel petto…

E con un piccolo, delizioso film di Alessio Caputo (da Melissano, III anno all’Accademia di Belle Arti di Lecce, collaborazione di Nicole Manni, musiche: il preludio del “Lago dei Cigni” di P. I. Tchaikovsky), “Memorie”, la poetica del paesaggio di Ciardo e che brilla come gemma preziosa nei versi di Russo, è stata declinata in chiave audiovisiva. Un film dalla decodificazione aperta.

Nella natura e il mare intorno a Gagliano, vestiti d’ogni colore volano (col reverse): potrebbero essere i migranti in fuga da fame e guerre, ansiosi di condividere le loro storie: belle di riscatto, amare di tragedia. 

Il prof. Mario Panarello (Accademia di Belle Arti, Lecce) ha analizzato il film nelle sue varie contaminazioni estetiche/artistiche.

Di dimore come la tua ve ne sono

infinite ma io riesco ad essere

principe solo in te;

e mi potrebbero rendere muto cieco…

In precedenza: Luigi De Luca (direttore del Polo Biblio-Museale di Lecce) aveva messo in asse Cosimo Russo (già ospite della Treccani) con Comi-Bodini-Pagano e parlato di una declinazione internazionale quale prossimo step.

E dunque, dalla poesia nasce un’esile autostima per una Terra, il Salento, che vive criticità ed emergenze, in via di desertificazione umana, paesaggistica, economica. Ma se fossero proprio i poeti e i loro versi a ridare vigore alla speranza senza la quale la vita è triste e il domani un buco nero?

La presenza di molti giovani e giovanissimi, apre a un dolce sorriso gravido di futuro.

Anche le sofferenze qui sono alleviate,

appagate, dalla medicina più

antica: il silenzio…

Francesco Greco

2 Commenti

  1. Concettina Chiarello

    Poeti sono coloro che declamano, dipingono, cantano donano versi, ma anche chi ne gusta la bellezza.
    Grande Francesco Greco!
    Grazie

  2. Orietta Degiorgi

    Ho goduto della serata culturalmente ricca di Poesia, suggestioni che sono diventate RIVELAZIONI. La mia anima ne è uscita più densa tanto tanto GRATA.

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