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I Santi protettori di Tricase

Dedico questo breve scritto al prof. Donato Valli. Maestro semplice e grande, Figlio della Terra di Tricase, mia/nostra piccola Patria.

Molte volte mi sono chiesto quali e quanti fossero stati i Santi Protettori di Tricase, mia città natìa. Per soddisfare questa continua curiosità ho consultato prima i Parroci del luogo e poi alcune persone esperte in campo religioso. I risultati raggiunti, in tutta onestà, non mi convincevano molto, perciò ho intrapreso una metodica ricerca utilizzando le diverse monografie storiche relative a Tricase. Ho potuto verificare, con piacevole sorpresa, che, prima del protettorato di San Vito Martire, Tricase ha avuto ben cinque altri Patroni: San Demetrio, San Matteo Apostolo, San Francesco da Paola, San Rocco e la Madonna Immacolata.


Non volendo essere noioso, citerò solo i punti salienti della ricerca.
Antonio Micetti, verso la metà del ‘700, dopo una lunga ed interessante descrizione degli antenati della propria famiglia ed in particolare di Demetrio Micetto ed i suoi cinque figli, dimoranti in Menderano, uno dei tre casali distrutti che poi diedero vita a Tricase (cfr.: Micetti, Antonio, Tricase, s.n.t., 1977), così si esprimeva:

“(…) Volse bensì, che il primo corpo feudale, che sta fra Tricase, et Menderano, si chiamasse del suo Nome, come sin oggi si chiama S. Demetrio, volgarmente Santo Demitri spaziosa campagna seminatoria; volse anche, che la Matrice Chiesa fusse edificata all’incontro della sua casa, et che Padrone principale della Terra fusse S. Demetrio, qual padronanza sin oggi dura, benché vi siano aggiunti altri S. Patroni (…)”.

Pertanto, secondo Antonio Micetti, il primo Santo Patrono della terra di Tricase sarebbe stato San Demetrio, anche se non esclude la presenza successiva di altri Protettori.
A questo proposito è giusto ricordare anche che una delle strade principali della città di Tricase, quella che va da piazza Giuseppe Pisanelli a piazza del Popolo, situata di fronte all’entrata principale del Municipio, si chiama via San Demetrio (ex via Giuseppe Pisanelli). E ciò è molto indicativo.

Nel 1754, al medico don Ludovico Maroccia gli venne chiesto, dal principe di Terrapiena, una relazione su Tricase, in occasione del matrimonio fra donna Beatrice Sensale, figlia del suddetto principe, ed il principe di Tricase, don Giuseppe Domenico Gallone. Il dott. Maroccia espletò egregiamente il suo compito, condensando in poche pagine tutto quanto poteva esservi di interessante a Tricase in quell’epoca (cfr.: Tricase (Studi e Documenti), 1978, pp. 157 – 167). Il Maroccia, fra le tante notizie, tutte interessanti, ad un certo punto precisava:

“A otto del mese di decembre si fa la festa dell’Immacolata Concettione e padrona della terra e questa festa la face donna Fulvia de Gaeta (madre del principe, n.d.c.) a sue spese e prima della festa si fa la ottava e predica, processione, per tutta la terra; tamburri, trombette, sparo di masculi e la chiesa tutta apparata ed il paramento di tamasco”.

Ed ancora affermava:

“Nella ottava dell’Immacolata Concettione li fratelli della congregazione fanno la festa in una chiesa delli secondogeniti, bella e grande, che questa chiesa sta sotto il titolo di S. Michel’Arcangelo. Vi sono tre altari, nello altare maggiore vi è una statua di S. Michelangelo indorata et quattro altre statue indorate. Un altare di S. Anna e l’altro di S. Orontio e dentro allo coro vi è un quatro grande dell’Immacolata”.

Secondo Ludovico Maroccia, nel 1754, la Santa Patrona di Tricase era la Madonna dell’Immacolata Concezione.
Dello stesso avviso, come dimostrerò in seguito, era Giacomo Arditi nella sua monumentale opera dal titolo Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto (1879 – 1885). L’Arditi così si esprimeva:

“(…) Il luogo in cui si accentrarono era allora una masseria del nobile Demetrio Micetto, il quale la concesse a quest’uso gratuitamente, e perciò da Menderano ei passò Signore di Tricase, dove in sua onoranza fu scelto a patrono S. Demetrio, e la contrada Santo Demitri andò per questo improntata del suo nome (…)”.

Ma sempre l’Arditi continuando (cfr.: p.628) affermava anche:

“Infine i fedeli e divoti Tricasini innalzarono nel 1763 l’odierna chiesa matrice, mercè l’imposta volontaria del 20.mo sulla rendita prediale; e laddove gli antichi protettori erano S. Demetrio, S. Matteo Apostolo, S. Francesco di Paola e S. Rocco, fu col nuovo tempio assunta e proclamata protettrice la Regina degli Angioli, nostra madre Immacolata”.

Giacomo Arditi, perciò, riportava quanto anticipato da Antonio Micetti su San Demetrio, confermava quanto scritto da Ludovico Maroccia sull’Immacolta Concezione e, cosa nuova, ci comunicava che gli altri Santi Protettori erano stati San Matteo Apostolo, San Francesco da Paola e San Rocco.
Analoghe affermazioni troviamo poi in Francesco Monastero Summonte (cfr.: Un Canto sulla Marina della Serra ed un breve cenno monografico di Tricase. Ricordo ai gentili Tricasini; 1894) che riportiamo in modo sintetico:

“Gli antichi Protettori erano quattro: San Rocco, San Matteo Apostolo, San Francesco da Paola e San Demetrio. Oggi giorno si ha per protettrice Maria Immacolata”.

Nel 1907 anche Armando Perotti, nel suo lungo saggio su Tricase (Note e Documenti) (cfr.: Rivista Storica Salentina, A. III, pp.79 – 108), ci parlava del Santo Patrono di Tricase e nel 1952, Mons. Giuseppe Ruotolo, Vescovo di Ugento – S. Maria di Leuca, nel suo noto lavoro (cfr.: Ugento, Leuca, Alessano. Cenni storici e Attualità, pp. 291 – 296), in modo esplicito riferiva:

“I Santi Protettori della cittadina sono stati vari. Il primo pare sia stato S. Demetrio in omaggio a Micetto Demetrio, che dette una masseria per l’ingrandimento del casale. Furono anche patroni San Matteo Apostolo, San Francesco da Paola, San Rocco, e attualmente San Vito. La chiesa parrocchiale antecedente all’attuale era dedicata alla Madonna del Foggiaro, chiamata così probabilmente per il posto, come si è detto di Alessano”.

E’ la prima volta, come si può notare, che troviamo citato San Vito, quale Patrono di Tricase. Pertanto, in base ai documenti citati, possiamo sostenere che prima di San Vito Martire, attuale Patrono della città, Tricase abbia avuto i seguenti Protettori: San Demetrio, San Matteo Apostolo, San Francesco di Paola, San Rocco e l’Immacolata Concezione.

A questo punto la domanda spontanea è la seguente: quando è iniziato il protettorato di San Vito Martire in Tricase?

Dai documenti in nostro possesso, dalla tradizione orale che abbiamo anche tenuto presente e, soprattutto, dalla presenza di un bellissimo altare, situato nella navata laterale destra della Chiesa Matrice, dedicato a San Vito Martire, e da una statua lignea di San Vito, sempre presente nella citata chiesa sul lato sinistro dell’ingresso principale, possiamo affermare che la devozione dei Tricasini per San Vito Martire, quale protettore della città di Tricase, risale alla fine del Settecento e più precisamente tra il 1786 e il 1793.

Perché siamo di questo avviso?

Ecco il nostro ragionamento, ovviamente sintetico, per non annoiare i lettori.
Giuseppe Pisanelli nel volume Notizie su uomini, cose ed immagini di Tricase, 1990, così scriveva:

“Circa il culto e la fiera di San Vito si racconta che l’Arciprete Don Vincenzo Resci, durante una sua passeggiata pomeridiana estiva per le vie di campagna, fu inseguito da cani randagi affetti da rabbia che in quel tempo infestavano le contrade. Riuscì a ricoverarsi, invocando San Vito, nella Cappella (Chiesa “Nuova” o dei “Diavoli”, intitolata a Santa Maria di Costantinopoli, a forma ottagonale, n.d.c.) da dove vide che gli animali si fermarono come se trattenuti da una forza invisibile (…)”. Poi il Pisanelli continuava: “(…) Del miracolato Arciprete Don Vincenzo Resci si vede l’immagine dipinta nella tela esistente sull’Altare, a sinistra entrando dalla porticina laterale della piazza maggiore, della Chiesa Parrocchiale, altare dedicato proprio al Patrono di Tricase (…)”.

Siamo portati a credere a quanto sostenuto da Giuseppe Pisanelli, perché sull’altare citato c’è un suggestivo dipinto voluto dal committente Don Vincenzo Resci, Arciprete di Tricase dal 1771 al 1807 e realizzato dal pittore salvese Silvestro Pirelli nel 1786. Infatti nella parte superiore è scritto:

“DIVO VITO MARTYRI / DICATUM / 1787 /” (CONSACRATO A SAN VITO MARTIRE, 1787) e nella parte laterale destra c’è ancora scritto: “U. I. D. / VICENTIUM / ARCHIPRESB / RESCI / E CANIS MORSU / PROTEXI / ET / PROTEGAM” (HO PROTETTO E PROTEGGERO’ SEMPRE L’ARCIPRETE VINCENZO RESCI, DOTTORE IN DIRITTO CIVILE E CANONICO, DAL MORSO DEL CANE), in basso c’è poi la seguente scritta: “SILVESTER PIRELLI P. – A. D. 1786” (DIPINSE SILVESTRO PIRELLI NELL’ANNO DEL SIGNORE 1786; l’iscrizione è situata ai piedi del Martire, il committente, ripreso in atteggiamento di orante, occupa lo spazio in basso a sinistra).

Ancora Giuseppe Pisanelli in un altro volume dal titolo Tricase. Ricordi e Documenti, 1994, ritornando sull’argomento del nostro interesse, ricordava:

“Qualche altra volta ho avuto occasione di parlare delle nostre statue, ma con pochi cenni e senza approfondire l’argomento, tranne quando credetti opportuno dir qualcosa sul Patrono San Vito Martire, il cui simulacro in legno è opera di uno scultore veneziano al quale fu commissionato da D. Vincenzo Pisanelli. La D. maiuscola sta per “Don” titolo che assunsero nel 1600, quando per ragioni professionali presso la corte del Regno di Napoli erano costretti a vivere in quella società, che giocoforza aveva acquistato costumi e regole sociali dei regnanti spagnoli. Guardacaso, quella statua risale al 1793, ma son pochi i tricasini che lo sanno, proprio perché nessuno ha reputato opportuno parlarne, neppure quando ha compiuto duecento anni dalla data in cui giunse in Tricase.
Da molti anni, più di quaranta, non esistono più concittadini che ricordano i solenni festeggiamenti civili e religiosi che un apposito comitato (detto deputazione) organizzò, per solennizzare il compimento del centenario del simulacro e del culto qui introdotto da un sacerdote locale Don Vincenzo Resci, Parroco.
Il mio papà, essendo giovanetto in quel lontano 1893, ricordava l’evento e ne parlava con commovente entusiasmo, anche perché la statua in parola apparteneva ad un antenato della nostra famiglia. D. Vincenzo Pisanelli, infatti, era fratello di Pietrantonio, bisavolo di mio padre. Col passare degli anni, dopo quel 1893 la devozione per il Patrono, pur continuando nella fede dei Tricasini, per diversi motivi andò scemando fino a raggiungere al giorno d’oggi la più deplorevole indifferenza tanto nel clero quanto nelle civiche autorità”.

Anche in questo caso, quanti volessero verificare, possono controllare la statua lignea di San Vito, presente nella chiesa matrice sul lato sinistro della porta principale, che reca la data del 1793 ed è opera di uno scultore veneziano al quale venne commissionata da Don Vincenzo Pisanelli (infatti, in basso alla statua, si legge: Per divozione del S. D. Vincenzo Pisanelli – 1793).

A questo aggiungiamo, come completamento del nostro ragionamento che siamo venuti sviluppando, che sia nei volumi consultati, sia nell’Archivio Parrocchiale e nell’Archivio Comunale di Tricase, nonché nell’Archivio di Stato e nella Biblioteca Provinciale di Lecce non abbiamo mai trovato un riferimento, una notizia, un pur minimo cenno che fosse precedente alla data del 1786. Pertanto, siamo portati a credere che la devozione di San Vito Martire, quale Santo Patrono di Tricase, abbia inizio nella nostra città con l’Arciprete Don Vincenzo Resci che, ripetiamo, fu parroco della chiesa matrice dal 22 novembre 1771 al 7 febbraio 1807, periodo durante il quale abbiamo, con l’altare e la statua, testimonianze indiscutibili di quanto siamo venuti dicendo.

Comunque, ad ogni buon conto, quanti volessero approfondire l’argomento possono consultare il volume: ACCOGLI, Francesco, SAN VITO MARTIRE. Storia e tradizioni popolari a Tricase e nel Salento,1998, disponibile presso la Libreria dell’Iride, Piazza Principessa Antonietta, n. 5, Tricase (Lecce).
Nel mese di agosto, ancora oggi, un apposito comitato con il contributo volontario dei Tricasini, organizza i solenni festeggiamenti in onore a San Vito Martire, Patrono della città di Tricase dal 1786.

Francesco Accogli


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