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La chiesa della Madonna della Serra, Giuggianello

È l’incertezza che affascina. La nebbia rende le cose meravigliose (Oscar Wilde). La nebbia come incertezza, il fascino di un velo che copre i tratti di una figura dai contorni definiti, ben impressi da canoni consolidati dalla consuetudine, delineati negli occhi di chi guarda più per abitudine che per scoprire ciò che in realtà si crede di conoscere. Cala la nebbia, si strizzano gli occhi per guardare oltre quel velo opaco, per cercare quei contorni familiari. La nebbia cala anche sulla serra di Giuggianello. Si aguzza la vista. Ai quei tratti scontati se ne aggiungono di nuovi coperti da alcune urla. Si, qualcuno sta gridando. Il sole è appena sorto. Un altro urlo… è  una donna.

Chiesa della Madonna della Serra nella nebbia.

Chiesa della Madonna della Serra nella nebbia.

Si dimena, strattona chi la accompagna silenziosamente. Un silenzio utilizzato per coprire, come un lenzuolo bianco, una vergogna così violenta da non poter essere raccontata da una madre, cristiana. Una vita dedicata con convinzione alla fede che l’ha accompagnata dalla nascita e fino a questo giorno come una sorella. La santa messa tutte le domeniche e le mattine dei giorni che non necessitavano un lavoro nei campi fin dalle prime luci del giorno. Mai un pettegolezzo, uno screzio, un pasto senza la consueta preghiera di ringraziamento al Signore. Oppure ora è lì, come lo sono state tante altre prima di lei e come altre ne verranno, ad accompagnare la figlia nella chiesa lontana dal paese, attraverso la nebbia dell’inverno. A breve assisterà al suo esorcismo.

Lontana dal centro, la chiesa della Madonna della Serra si è rivelata come il luogo ideale dove poter compiere gli esorcismi necessari a liberare le giovane fanciulle dal demonio che le possedeva. Lontano da sguardi indiscreti, dai pettegolezzi, dal rischio dell’etichetta da “cattivo partito” che le avrebbe condannate ad un esistenza da zitella.

Chiesa della Madonna della Serra, Giuggianello

Chiesa della Madonna della Serra, Giuggianello

A porte chiuse e con una lunga tunica a coprire le vergogne del corpo a targare il soggetto posseduto come penitente, le quattro mura della chiesa si sono dimostrate mute testimoni di un fenomeno ripetuto per anni, sul quale il canonino “papa Peppino” (don Giuseppe Stanca, 1879-1959) di Soleto, il 26 Giugno del 1932 in occasione di uno dei suoi numerosi panegirici in giro per i luoghi di culto del Salento, non ritiene opportuno soffermarsi, lasciando spazio al miracoloso evento del ritrovamento della particolare effige della Madre del Salvatore che adorna l’altare:

Raccogliendo le membra sparte, tentiamo ricomporre il corpo del fatto, diciamo pure della storia. In un’epoca non precisata ai piè dell’altura, o Serra,  tra Giuggianello e Minervino, fu trovato l’antico affresco di Maria SS. Con Bambino, che fu collocato sull’altare del Santuario eretto sul luogo della pietà dei fedeli, col titolo “La Madonna della Serra”.

Interno della Chiesa della Madonna della Serra, Giuggianello

Interno della Chiesa della Madonna della Serra, Giuggianello

La tradizione popolare infatti tramanda da generazioni che, ai piedi dell’altura, venne trovata la sacra icona dove sorse poi la cappella che reca scritto sull’architrave della porta di ingresso l’epigrafe (ora incisa su marmo): A.D.  1615 SACELLUM HOC DIVINAE MARIAE DICATUM ELEMOSINIS D … RAIMUNDUS MAGEL INSTRUENDUM CURAVIT RESTAURATA A.D. 1996 IL POPOLO.

E ancora, secondo papa Peppino:

Forse il culto à potuto avere origine dalla madonna di Monserrato, tanto celebre nella Spagna e nell’America Latina, e assai conosciuta anche in Italia, particolarmente meridionale, dove la sua devozione fu importata durante il periodo della dominazione spagnola […] ma fermandoci alla tradizione popolare, possiamo ben credere che l’immagine della vostra madonna sia stata trovata nelle viscere del vostro suolo, come è avvenuto in altre località della nostra regione, di cui Maria Vergine ha preso nuovi titoli….che cosa esprime il ritrovamento dell’Effige di Maria nella vostra Serra: una visita di Maria al vostro paese…Maria visitò la vostra terra, il popolo esultò, perciò la festa, il tempio, il culto…la Vergine purissima che visitò la dimora di Elisabetta non viene sempre in mezzo a voi con la sua gentil tutela? Non à portato anche qui il figlio Suo, non chiuso nel seno, ma visibile sul braccio? E armato di sega? Quella sega è simbolo di difesa. Dunque la sega, ossia uno strumento, in mano dei nemici contro di Voi protetti di Maria, è niente; ma è tutto in mano di Gesù Bambino conto i nemici.

La Madonna della serra viene portata in processione nella chiesa matrice dedicata a Sant’Antonio Abate durante i festeggiamenti del 31 maggio (anticamente il 2 luglio), che si ripetono solennemente con rurale semplicità ancora oggi, lì dove tra una luminaria e un bancarella di noccioline si può ancora sentire l’eco del lamento di una donna, e la voce socchiusa della madre che nell’orecchio le bisbiglia “da brava a mamma, entra in chiesa su, presto tutto sarà finito”.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA:

Luigi Manni, Santi e miracoli del Salento, Congedo editore (1996)


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