Aggiornato il 8 Settembre 2025
Tempo di lettura: 3 minutiSPECCHIA (LE) – In questo scorcio di fine estate a Specchia si è respirato un clima di recupero della memoria che, il 1° settembre, ci ha inoltrato nel passato attraverso la presentazione di una piccola opere a carattere religioso, una Madonna con Bambino benedicente.
Un vero gioiello della pittura risalente, orientativamente, intorno al Cinquecento. Il recuperare della tavola è stato possibile grazie all’attenzione di Don Antonio Riva, Parroco di Specchia e Don Antonio Trande che l’hanno ritrovata e conservata con cura, nella sacrestia della Chiesa Madre.

La conferenza di presentazione è stata tenuta dal Prof. Giovanni Perdicchia, attento studioso di storia locale e ricercatore del territorio che, con le sue indagini, ha portato alla riscoperta di numerose opere pittoriche dell’arte del passato; dal dott. Stefano Tanisi, storico dell’arte, profondo conoscitore dell’evoluzione della pittura e dei suoi autori nel Salento, nonché membro della Commissione Arte Sacra della Curia di Ugento – Santa Maria di Leuca; dalla restauratrice Alessandra Muci che, con una video di presentazione, ha illustrato puntualmente il percorso di analisi, conservazione e restauro della piccola tavola, gioiello artistico e patrimonio non solo di tutta la comunità di Specchia.
L’opera restaurata è stata rivelata al pubblico nell’altare della Chiesa della Madonna Del Passo.
Il 2° settembre scorso è stata la volta di “FUTURE – IMAGE” Vincenzo Valente e il sogno dell’Oriente arabo: presentazione del progetto e del pittore nel suo paese natale.

Il progetto, che contempla la partecipazione della videoartista egiziana Heba Y. Amin, si annuncia come un dialogo culturale fra passato e presente che vedrà l’arte contemporanea di Heba Y. Amin in un’interazione con la pittura di Vincenzo Valente.
Paesi e culture che si incontrano, a distanza di quasi due secoli, per uno scambio di conoscenza e visioni.
Sono curiosa di questo esperimento. L’immaginazione mi porta a pregustare il suo svolgimento ipotizzando l’analisi del movimento della successione di immagini della videoarte con l’immagine pittorica realizzata dalla concezione mentale dell’artista e nella modificazione continua della luce che può portare a molteplici sensazioni da cogliere con le pennellate e il colore.
Dialoghi che sembrano lontani ma sono vicini nel momento in cui si parla di immagini e di luoghi anche se vissuti in differenti concezioni artistiche storiche.
L’intervento del consigliere ing. Michele Giannuzzi, seguito dalla sindaca della Città avv. Anna Laura Remigi ci ha introdotto, a grandi linee, nel progetto e nella figura di un cittadino di Specchia poco conosciuto o addirittura sconosciuto, che si sta rivelando di grandissimo spessore artistico e culturale.
La sindaca ha manifestando attenzione e disponibilità a una visione che vede Specchia interessata da progetti istituzionali di alta cultura che vedranno la collaborazione con il Museo Sigismondo Castromediano di Lecce.
La famiglia del pittore Vincenzo Valente ha incaricato un suo referente, dott.ssa Veronica Lia, che ha illustrato il percorso di vita e le vicissitudini familiari dell’illustre antenato.
Con antico senso di famiglia e amore, puntualmente ha riferito che, dando corso al grande desiderio della madre Erina Valente che con il marito On. Antonio Lia si era recata a Marsiglia per trovare notizie della loro trisavola Josephine Garnier, ha fatto delle ricerche in Egitto per dare maggiore significato al già importantissimo artista le cui opere sono state custodite gelosamente dai discendenti con quel senso di privato e intimo che caratterizza il grande affetto per lui.
Il Direttore del Museo Sigismondo Castromediano, dottor Luigi De Luca, ha introdotto le collaborazioni e l’iter del progetto, approvato e finanziato dal Ministero della Cultura.
Ha illustrato i compiti istituzionali di un museo del territorio qual è quello di Lecce, impegnato attualmente anche in scavi archeologici nel comune di Patù.
L’intervento del dottor Paolo Mele – direttore di Random centro di progettazione per l’arte contemporanea e Kora centro per residenze per l’arte contemporanea – ci ha portato a comprendere meglio il progetto e soprattutto la figura dell’artista Heba Y. Amin facendoci immaginare un viaggio nel tempo, nei luoghi e nelle tecniche artistiche.
La critica Brizia Minerva ha poi parlato, soprattutto, della figura di Vincenzo Valente sia sotto il profilo della vita che come pittore.
In una successione di diapositive, abbiamo avuto modo di vedere le sue opere, il suo pensiero, la sua partecipazione alla vita culturale e artistica in Egitto e il suo collocamento fra gli orientalisti.
Ho seguito con molta attenzione la conferenza, avvincente, perché circa diciassette anni fa scrissi, grazie alla collaborazione e a tutto il materiale fornitomi da Giuseppe Valente, pronipote del pittore che voleva dare la giusta collocazione nell’arte al suo antenato, un articolo intitolato “Vincenzo Valente: pittura come avventura di vita” pubblicato nel 2008.
L’idea del progetto, presentato a Specchia, è molto interessante perché lo vedo come un’estensione dell’opera di Vincenzo Valente e l’incontro virtuale con la videoartista Heba Y. Amin saprà raccontarci aspetti insoliti collocabili nel contemporaneo.
Federica Murgia