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Le Terme di Santa Cesarea, tra miti e realtà

Nel corso dei secoli l’uomo ha sempre ricercato dei rimedi, naturali, magici, religiosi, stravaganti, per curarsi da malattie di ogni genere. Si cercava la panacea, ma spesso quello che si trovava era solo un pò di sollievo psicologico dal male che affliggeva il corpo. In alcuni casi però, alcuni di questi rimedi funzionavano veramente. Se ne accorsero soprattutto i cavernicoli che, girovagando in cerca di un posto in cui ripararsi si imbatterono nelle grotte che costituiscono oggi le famose “Terme di Santa Cesarea“.

L’acqua è da sempre stata considerata come l’elemento della vita: le sono state attribuite a volte facoltà eccezionali, soprattuto se sgorgava da qualche antico pozzo o da qualche sperduta sorgente; se il luogo poi era anche considerato “sacro”, bhe, ecco spianata la strada per una vita in salute e forza.

Santa Cesarea, possiede una delle quattro stazioni termali di Puglia, assieme a Torre Canne, sul litorale brindisino (presso Fasano), Margherita di Savoia, una città conosciuta principalemte per le sue saline (nei pressi di Barletta), Castelnuovo della Daunia, in provincia di Foggia.

Litorale di Santa Cesarea

Litorale di Santa Cesarea

Le sorgenti di questa ridente cittadina della provincia di Lecce sono di tipo marino e  antiche tanto quanto lo stesso territorio salentino. Lungo le sue coste si trovano quattro grotte naturali (Gattulla, Fetida, Sulfurea e Solfatara), comunicanti con il mare, dalle quali sgorgano acque benefiche salsoiodiche e sulfuree a temperature che variano dai 27 e i 30 gradi. Si tratta di acque particolarmente indicate per la cura di artriti, reumatismi, malattie dermatologiche e delle vie respiratorie, nonché per terapie estetiche e antistress.

Santa Cesarea non è l’unico centro di bessere naturale del basso salento, o almeno, non è stato l’unico in passato.

Nel XIV secolo alcuni studiosi, che volevano contribuire a dar maggior lustro ai sovrani aragonesi di Napoli, cominciarono a diffondere delle ricerche che attestavano i benefici delle terme situate nel territorio campano, la Puglia ricevette, anche se in maniera passiva, degli stimoli da questa nuova attività portandola a costituire e valorizzare un piccolo centro termale nei pressi di Nardò.

Questo centro, soprattutto per la presenza di sorgenti di acqua dolce, era utilizzato e sfruttato a pieno dai romani, i quali le utilizzavano per curarsi e ristorarsi dopo lunghi viaggi in nave. Con la caduta dell’impero romano però anche le terme andarono in disuso. Con la dominazione angioina rivissero però un nuovo periodo di splendore, grazie ad un attento contribuito di restauro ad opera di Belisario Acquaviva tra il XV e il XVI secolo. Nonostante tutto la loro rinascita fu solo temporanea: nel tentativo di nascondere le sorgente di acqua calda e solfurea durante le incursioni piratesche per evitare che questi ne potessero sfruttare le proprietà, le terme furono distrutte per poi essere dimenticate poco dopo.

A Santa Cesarea toccò fortunatamente una sorte diversa, forse a causa della natura rocciosa, a volte impervia e molto ripida della costa adriatica, e un habitat perfettamente integrato all’interno di cavità sotterranee, le hanno garantito una difesa naturale da possibili usurpatori intenti a sfruttarne i benefici a scapito della gente autoctona. Ricca di acque “particolari”, ha attirato la curiosità dell’uomo fin dall’antichità, il quale cercò di dare delle spiegazioni ad un fenomeno che apparentemente era inspiegabile.

La vicinanza della Grecia, con cui il Salento in passato ha avuto molti contatti, ha notevolemnte influito sulla cultura e sulle credenze del luogo, portando in casa nostra una leggenda tipica della tradizione ellenica come quella di Ercole, venuto in Italia per aiutare le popolazioni del luogo a liberarsi dai giganti che terrorrizzavano le zone meridionali della Puglia. Ercole, soddisfò la richiesta con una procedura da manuale, sconfisse i giganti che fece sprofondare nelle insenature e nelle voragini del territorio. Dalla decomposizione dei loro corpi sarebbero scaturite poi le acque solfuree che abbondano oggi nelle cavità nei pressi della costa.

Litorale con Palazzo Sticchi, caraterrizzato dalla cupola arabeggiante

Litorale con Palazzo Sticchi, caraterrizzato dalla cupola arabeggiante

Questa leggenda, di stampo puramente pagano, fu rivista e corretta in chiave cristiana, grazie al contributo di una fanciulla, Cesarea, salvata dall’intervento di un angelo che le venne in soccorso mentre cercava di scappare dal padre che voleva abusare di lei. L’angelo fece cadere il padre nelle acque in prossimità della grotta che divennero solfuree a causa dei suoi brutti intenti.

Anche se il culto della fanciulla,adorata come santa, non è riconosciuto dalla chiesa Cattolica, la popolazione ha continuato a venerarla nei secoli, usufruendo delle acque che inseguito all’evento che la vide protagonista divennero curative, come accertato nel 1824 dal medico Mario Micheli. Egli sperimentò gli effetti delle acque a varie temperature e definì le patologie per le quali potessero risultare più efficaci. Le analisi furono ripetute 15 anni più tardi da altri due medici, Pasquale Greco e Salvatore Danese che confermarono i risultati del collega. Nel 1898 vennero condotte le prime analisi batteriologiche, decisive per decretare l’inizio dei lavori di viabilità per garantire l’accesso alle grotte, avviati l’anno successivo, per continuare, tramite ampliamenti e fortificazioni, fino al 1930.

Oggi sono sempre più numerose le persone che ogni anno giungono nel salento per godere a pieno di una vacanza all’insegna del divertimento e della salute. Il comune di Santa Cesarea e le sue terme costituiscono sicuramente una valida metà per raggiungere questo obiettivo.

Marco Piccinni

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA
-Il corriere del web
-Annunziata Pispico, Le terme Salentine, le radici – Rivista delle terme di Santa Cesarea (2007), pagg. 16-18.


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