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Raccolta Salentina, paesaggi e luoghi del Salento

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Dal 1° al 15 Agosto 2010 presso il castello de Monti di Corigliano D’otranto, Walter Macorano presenterà la sua “Raccolta Salentina”, mostra fotografica sui Paesaggi e luoghi del Salento.

Un insieme di scatti per riassumere le bellezze del Salento in un viaggio che si estenderà ben oltre le mura del Castello di Corigliano.

Di seguito la locandina dell’evento, cliccare per ingrandire.

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Macu, Sacàra e Zocculàru, i soprannomi dei Casaranesi

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Casarano è un comune centrale del Basso Salento ricco di aneddoti e leggende particolari tanto da rappresentare terreno fertile per un numero considerevole di epiteti con i quali vengono tutt’oggi additati i suoi abitanti da parte della popolazione dei comuni limitrofi.

Le cosiddette “‘nciurite“, ossia soprannomi dal suono simpatico a volte e calunnioso in altre, rappresentano ciò che resta del vago ricordo di un racconto, di un fatto storico o semplicemente di un “ho sentito dire che…“. Vengono utilizzati, oltre che per indicare gli abitanti di una comunità nel suo insieme, anche per identificare singoli nuclei familiari, grazie ai quali è possibile a volte ricostruire in maniera del tutto naturale veri e propri alberi genealogici e ritrovare così connessione di parentela precedentemente ignorate.

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Squinzano: l’eterno confronto ad alta quota

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a cura di Giuseppe Arnesano

In questa domenica di fine Luglio continuiamo a “peregrinare” lungo i territori centro-settentrionali della pianura salentina. Lasciando alle nostre spalle l’antica “Tripudium”, lungo l’infinito rettilineo che penetra nel verde ulivo di quell’immensa campagna, ci dirigiamo a circa tre chilometri più a nord e, per approfondire il nostro itinerario storico-artistico proseguiamo alla volta di Squinzano. Situata anticamente e attualmente tra Brindisium e Lycien su quella ancestrale catena collinare conosciuta come “Monte d’oro”, Squinzano viene fondata nel 190 a.C. dal console romano Tito Quinzio Flaminio, allorquando, dopo aver guerreggiato e vinto contro la vicina Taranto, suddivise i territori conquistati con il fratello Terenzio, al quale vennero assegnati: Taranto, Manduria, Oria, Brindisi, Valesio e Rudiae. Altri storici ritengono che la cittadina sia sorta come luogo di ritrovo degli scampati, dopo la distruzione della città messapico-romana di Valesio e degli altri casali limitrofi come Terenzano, Bagnara, Afra e Cisterni.

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Il “Male di San Donato” nella festa di Montesano Salentino

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Ogni comune ha il suo Santo patrono ed ognuno Gli dedica tutti gli onori del caso durante le celebrazioni, religiose e civili, della relativa festa patronale.

Molte di questo insieme di feste salentine sono ciò che resta di più antiche tradizioni, la maggiorparte delle quali mescolano elementi pagani, legati all’utilizzo della magia, dell’alchimia e riti politeistici , ad elementi religiosi legati al culto del Santo.

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Trepuzzi e slanciate forme zimbalesche

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a cura di Giuseppe Arnesano

Recita un antico stornello: “Trepuzze a’nnanzi mare, tiralu ca ene, la corda se spezzau e Trepuzze staulau, Campie lu parau e Schinzanu lu tafaresciau”. Questa domenica risaliamo lungo la costa Ionica per addentrarci nel diramato e pianeggiante territorio. Giunti tra le ondulate murge, raggiungiamo Trepuzzi situato nella parte centro-settentrionale della Piana Messapica.

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Il Barocco Leccese a Malta

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Passeggiando per le strade  di Malta, d’un tratto, mi son fermata catturata dallo splendore della facciata dell’Auberge di Castiglia, Leon Portogallo…ma più che dal suo splendore, mi attraeva un non so ché di familiare…di “già visto”…

Gli Auberge, ai tempi dei Cavalieri di Malta, erano  le loro residenze: ognuna aveva una cappella, una sala  da pranzo e le  stanze disposte intorno ad un cortile. L’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni era diviso in “Lingue”, ognuna delle quali aveva un Auberge, una propria residenza.  Oggi restano soltanto 5 degli otto di un tempo: quello d’Italia in Merchants Street, sede anche dell’ufficio turistico, l’Auberge di Provenza, in Republic Street , L’Auberge di Aragona, il più antico e semplice, quello di Inghilterra e Baviera e quello di Castiglia Leon.

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Santu Pati (Sant’Ippazio), il santo delle “pestanache”

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Sant’Ippazio è il Santo patrono di un unico comune in tutta Italia, un comune delle provincia di Lecce, ad una manciata di chilometri dal capo di Santa Maria di Leuca: Tiggiano. Al di fuori dei confini nazionali, la venerazione di questo santo è molto sentita, particolarmente in Russia, nonchè in Oriente, luogo da cui proviene. Si annovera quindi tra i Santi Celebrati sia dalla Chiesa Cattolica che da quella Ortodossa.

Nonostante le esigue dimensioni del comune, la devozione dei suoi abitanti per il proprio santo patrono non ha nulla da invidiare con i festeggiamenti per i santi più blasonati e conosciuti. Fa infatti già la sue bella presenza in alcuni proverbi locali come:

Te Santu Pati le fave chiantati. – Di S.Pati le fave piantate.

Te Santu Pati o chiove o nivicati. – Di S.Pati o piove o nevica.

…con i quali si cerca di scandire alcune delle fasi importanti delle coltivazioni o di ricordare caratteristiche climatiche in occasione del periodo della ricorrenza dei festeggiamenti.

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La Taranta vista da Johann Hermann Von Riedesel, barone tedesco del XVIII secolo

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Questo articolo è tratto da una raccolta delle opere che alcuni scrittori-viaggiatori europei, venuti in visita in Italia, hanno scritto in relazione al fenomeno del Tarantismo, e che potete visionare sull’apposita pagina dei nostri amici di FriendsOfPuglia, curata da Monia Saponaro. Vi invitiamo caldamente a visitarla per maggiori e interessanti informazioni.

PASSEGGIATE IN ITALIA

Johann Hermann Von Riedesel, barone di Eisenbach (1740-1785) è il primo fra i viaggiatori tedeschi moderni che visitano il sud ed includono la Puglia nel loro itinerario. Ciambellano alla corte di Prussia, e in seguito ambasciatore plenipotenziario alla Corte di Vienna. A questo itinerario si ispirerà Goethe nel suo viaggio in Italia.

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La stella dei D’Amely nel Palazzo Baronale di Melendugno

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A cura di Giuseppe Arnesano

Questa domenica ripercorriamo le strade del Salento centro-orientale in direzione di Melendugno, situato tra il capoluogo e Otranto. La leggenda narra di Malennio mitico re dei salentini e discendente di Minosse che, dopo aver fondato Syrbar, antico nome della località costiera di Roca e,  l’attuale Lecce, attribuisce dal suo nome Malen-nio al piccolo centro il toponimo di Melendugno, in seguito trasformato da Malandugno (portatore di sventura) a Melendugno (portatore di dolcezza). Fonti non ufficiali riconducono l’origine del nome dallo stemma comunale, sul quale vi è raffigurato un albero di pino d’aleppo con al centro un insieme di alveari legati alla produzione di miele che in dialetto locale viene chiamato “mele”.

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