Il “Male di San Donato” nella festa di Montesano Salentino
Ogni comune ha il suo Santo patrono ed ognuno Gli dedica tutti gli onori del caso durante le celebrazioni, religiose e civili, della relativa festa patronale.
Molte di questo insieme di feste salentine sono ciò che resta di più antiche tradizioni, la maggiorparte delle quali mescolano elementi pagani, legati all’utilizzo della magia, dell’alchimia e riti politeistici , ad elementi religiosi legati al culto del Santo.
Quella di Montesano Salentino non fa eccezione e, ciò che oggi si presenta allo spettatore tra bande, luminarie, bancarelle e gli inmancabili fuochi d’artificio, nasconde nel suo passato una connotazione decisamente più mistica legata al così detto Male di San Donato.
Su questa patologia non si conosceva molto, forse anche per questo veniva chiamata Morbo Sacro, unitamente al fatto che si riteneva potesse essere inviato direttamente dalle divinità. Se aggiungiamo poi che non si conoscevano rimedi che potessero curare o per lo meno lenire in qualche modo i sintomi del morbo, possiamo cominciare ad avere un’idea ben più precisa dello stato d’animo che una diagnosi del genere poteva suscitare su un individuo o sulla sua famiglia .
Era un male che colpiva piccoli e adulti, nei quali si potevano riscontrare sia istantanee perdite di movimento che violente convulsioni associate ad amnesia, offuscamento della ragione accompagnate a volte da visioni del Santo. Le persone più anziane, che tante ne hanno viste e passate nella loro lunga vita, ritengono che alcune delle cause dell’insorgere della malattia fossero da attribuire all’intervento di alcune “macare”, ossia le streghe salentine, le quali erano solite vendicarsi su neonati dei torti subiti dai relativi genitori. Altre ipotesi invece sostengono che, tutti coloro concepiti il giorno dell’Annunciazione, e che di conseguenza hanno molta probabilità di nascere il giorno di Natale, possano arrecare molto fastidio al Signore portando alla manifestazione del “Male di San Donato“.Ad ogni modo, il culto del Salento per uno dei suoi Santi va ben oltre una piccola collezione di credenze popolari originate non si sà quando e per quale ragione.San Donato, patrono del paese fin dalla sua fondazione, è il protettore degli epilettici, ed è a lui che le madri “colpevoli” (secondo la tradizione) dell’aver messo a mondo una progenie colpita dal male, si rivolgono per chiedere la grazie in modo da poter espiare loro stesse le proprie colpe.
In occasione del 6 e 7 Agosto, giorni di massima calura estiva e giorni, un pellegrinaggio di penitenti vedeva come destinazione la cappella di San Donato a Montesano Salentino (costruita alla fine del 1700 su una cappella preesistente sempre a Lui dedicata) dove, con atti penitenti e di devozione, offerte e preghiere, ogni donna chiedeva la grazia per il proprio figlio. In molti si recavano al santuario per osservare reverenza al Santo, in un fenomeno che per alcuni versi può ricordare quello delle “Tarantate”, ossia donne colpite da isteria e convulsioni inseguito al morso di una taranta. Per guarire, ci si doveva recare sullo spiazzale della chiesa di San Paolo di Galatina dove, dopo aver bevuto l’acqua dal pozzo sacro e lasciatesi andare ad una danza sfrenata, si poteva estirpare dal proprio corpo lo stato epilettico o d’isteria indotto dall’aracnide.
Gli infermi di San Donato partecipavano e partecipano ancora alle diverse processioni che accompagnano la statua del santo in giro per il paese, di solito inginocchiati o sdraiati per terra, in un atteggiamento quasi estraneo a tutto ciò che si svolge intorno a loro.
Riti religiosi analoghi a quello preso in esame, ispirati al concetto della mortificazione e della penitenza, si possono riscontrare nel culto di San Gerasimo ad Argostoli nell’isola di Cafalonia (Grecia).
Durante una delle varie processioni che vede protagonista la statua e la reliquia del Santo, nel momento in cui vengono spostate dalla chiesa Madre del paese verso il santuario di San Donato, si svolge un rito piuttosto particolare e decisamente molto insolito in un contesto religioso: quello delle aste per le offerte. Quest’ultime vengono legate con degli spilli a delle aste in legno avvolte in drappi rossi, e proseguono per tutto il tragitto della processione, consentendo al comitato che ha organizzato la festa di racimolare il necessario per coprire le spese sostenute . Una persona che cammina letteralmente sotto la statua del santo in processione prende nota di queste offerte su di un taccuino, consentendo poi a colui che ha proposto la cifra maggiore, di trasportare la statua per una parte del tragitto fino al santuario.
Nel 2009 la festa di San Donato è stata associata anche alla prima Fiera Campionaria Expo di Montesano, dove espositori di tutta Italia hanno fatto bella mostra di sè con decine e decine di stands. Se tralasciamo l’aspetto puramente commerciale,. un evento di questo genere non può che portare lustro e visibilità ad una delle tradizioni salentine più radicate nel territorio, consentendo così di essere conosciuta da un pubblico più vasto ma soprattutto di non essere dimenticata dal trascorrere del tempo come, purtroppo, è già accaduto per molte delle nostre tradizioni
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Marco Piccinni
SITOGRAFIA:
Il Male di San Donato nel Salento, contributo psicologico-sociale – Adriano Puce
Il Male di San Donato – Ada Nucita
San Donato a Montesano Salentino – Massimo Negro’sblog