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Lido Marini

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Lido Marini, località balneare che costituisce frazione dei comuni di Salve e Ugento, fa parte della provincia di Lecce ed è situata nel sud del tacco peninsulare.

Il sito ha scoperto da pochissimi anni la sua attuale vocazione turistica o, per meglio dire, da pochi anni è divenuto un’ambita mèta turistica. Sino a qualche anno fa, infatti, delle meraviglie di Lido Marini ne godevano solo gli abitanti dei paesi limitrofi. Oggi, invece, il sito è apprezzato da turisti provenienti da ogni dove. Certamente la natura ha fatto la sua parte, donando a questo tratto costiero delle caratteristiche sorprendenti: litorale basso e sabbioso, sabbia fine e dorata e, ovviamente, un inconfondibile mare cristallino.

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La chiesa di San Pietro a Giuliano di Lecce

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Si racconta che gli apostoli Pietro e Paolo, nel loro viaggio per raggiungere Roma, abbiamo attraversato il territorio salentino inducendo centinaia di persone ad abbandonare la religione ed i culti pagani al fine di abbracciare il Cristianesimo, nonchè di aver contribuito alla fondazione delle prime chiese paleocristiane. I miracoli e le azioni da loro compiute hanno squarciato l’universo della cultura salentina, inizializzando un processo di trasformazione che fino ad oggi non ha conosciuto freno.

Se i Santi Pietro e Paolo siano mai arrivati sulle coste del Salento nessuno forse potrà mai dirlo con certezza. Gli elementi sui quali possiamo argomentare sono le innumerevoli leggende pervenuteci e i monumenti e i simboli innalzati in onore del “capo degli apostoli” e dell'”apostolo delle genti” . Tra questi abbiamo la Croce Petrina a Santa Maria di Leuca, la basilichetta di San Pietro a Otranto e la chiesa di San Pietro a Giuliano di Lecce.

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Torre Lapillo

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Torre Lapillo è una località balneare del litorale ionico salentino, posta giusto un po’ più a nord del capoluogo, Lecce, al confine tra la provincia di Lecce e quella di Taranto.

Il nome della località deriva, intuitivamente, dalla torretta costiera che capeggia sul territorio: intorno al 1500, infatti, il sovrano Carlo V fece edificare una serie di torri costiere a difesa del territorio che veniva spesso depredato da Saraceni e pirati provenienti dal mare.

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Lu Masciu, festa di primavera Medioevale a Sannicola intorno all’abbazia di San Mauro

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Ogni periodo storico è ancorato da due estremi che ne definiscono sommariamente il momento di inizio e quello di fine. Una grande linea del tempo fatta di tasselli che si inseguono e che rappresentano non solo la storia di una civiltà, l’espressione artistica del momento, il progresso scientifico e le piccole conquiste del mondo della scienza, ma anche un infinito intreccio di vite: contadini, nobili, borghesi a loro volta inserite in una rigida piramide sociale, e poi semplici passanti, emigranti da terre lontane, che con la loro “diversità” hanno consentito di rompere gli schemi del tempo, facendo pervenire fino ai giorni nostri parte di un epoca ormai perduta ma che cerca pian piano di tornare a nuova vita. Se volete assaggiare un pò di medioevo non è ancora troppo tardi, basta recarsi a Sannicola per la festa “de lu Masciu

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Maglie, i versi di-vini dei poeti di ieri e oggi

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“Non berremo dallo stesso bicchiere

l’acqua o il dolce vino…”

(Anna Achmatova)

“A me piacciono gli anfratti bui

delle osterie dormienti…”

(Alda Merini)

“La vita è così amara,

il vino è così dolce;

perché dunque non bere?”

(Umberto Saba).

Da Orazio a Esenin, da Neruda a Emily Dickinson, passando per Catullo e Lorenzo dè Medici sino a Herman Hesse, Borges, Vincenzo Cardarelli e Cesare Pavese, poeti e scrittori d’ogni tempo hanno cantato il vino, bevanda modesta ma polisemica, capace di evocare un ventaglio di connessioni, carsiche e di superficie.

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Napoli, omaggio a Ciardo da 7 suoi vecchi discepoli

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NAPOLI – Omaggio a Vincenzo Ciardo da Gagliano, Puglia meridionale  (1894-1970), il Maestro, “uno dei grandi del Novecento” (ipse dixit il critico d’arte Vittorio Sgarbi). A Napoli, l’Assessorato alla Cultura ha messo in calendario un “tribute” all’insegna della riconoscenza, umana e artistica, per il loro vecchio Maestro all’Accademia di Belle Arti.
E sono: Mariateresa Baratta, Gianni Crispo, Romano De Filippo, Levina Maddalena (che “firma” il manifesto con un bellissimo ritratto del Maestro), Maria Perisano, Renato Perisano e Domenico Rea (omonimo dello scrittore di “Ninfa Plebea” morto qualche tempo fa). Crispo e De Filippo sono mancati da poco, ma hanno lasciato un’opera dedicata a chi ha insegnato loro tutto, o quasi, quel che sanno, dando così corpo a una personalità originale, una cifra stilistica personale.

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I menhir di Arigliano: Spirito Santo e del Foggiaro

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Può un qualcosa essere testimone di 7000 anni di vita? Una pietra infitta nel terreno, muta, silenziosa, fiera nella sua semplicità .. si; una pietra, l’elemento forse più banale, più scontato, più indifferente e freddo può farlo, lo fa ancora oggi.

Il professor Giovanni Cosi ha scoperto un menhir presso l’abitato di Arigliano, adiacente alla cappelletta dello Spirito Santo. Il monolite, di calcare compatto, misura circa m 1,90 di altezza e, nelle facce, cm 60 x cm 50. Queste misure sono rare nei 100 menhir che si conoscono nel Salento, se si considera che il plurisecolare monumento deve essere un troncone di quello che fu in origine. Il menhir o “pietra alta”, scoperto dal professor Cosi, deve essere tra i più antichi che si conoscono per le condizioni degli spigoli smussati e per le erosioni del tempo. Come qualche altro esemplare, questo ebbe una lastra sovrapposta che serviva da base per la croce che veniva issata quando questi monumenti furono trasferiti al culto del cristianesimo. Ne fa fede la parte culminante che servì da perno alla lastra ora mancante.

La gazzetta del Mezzogiorno, 16 febbraio 1964

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Turisti arabi e cinesi, “Kalle-polis” ha una maschera, lu Titoru, e anche il suo gelato

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GALLIPOLI – In ogni angolo del Regno delle Due Sicilie, a Parigi, Londra, ovunque in Europa, la Puglia portò la luce. Non i Lumi: il sostrato culturale-filosofico-politico era cristallizzato dalle baronie, bensì quelli dell’olio lampante.

I geni europei, da Diderot a Cartesio, da Marx a Voltaire a Hume, potevano speculare in notti insonni grazie all’olio di Gallipoli e la sua infinita Provincia. Non ci fosse stato il dono di Athena, i britannici alticci di brandy non avrebbero trovato la via di casa e la belle-epòque di Toulouse-Lautrec sarebbe stata triste negli amati bordelli.

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