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La basilichetta di San Pietro a Otranto

Nella posizione più alta di Otranto, dominante l’abitato sottostante, si trova la chiesetta di San Pietro, il più espressivo monumento d’arte bizantina pugliese, datato tra la  fine del  IX secolo  e la prima metà del X secolo. La pianta è a croce greca divisa da tre piccole navate, terminanti in absidi semicircolari, sostenute da otto colonne: le quattro centrali reggono la cupola , le altre quattro sono inglobate, per metà, nelle pareti.  Originariamente, prima dell’ingresso si trovava il pronao che, secondo l’usanza del periodo paleocristiano, serviva ad accogliere il peccatore nel suo passaggio dallo stato di peccato a quello di grazia.

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La maggior parte degli affreschi che decoravano le pareti dell’interno sono andati perduti nel tempo a causa dell’umidità ma, fortunatamente, si sono conservati i due più belli realizzati da un famoso pittore della zona, Teofilatto, nel X secolo: la Lavanda dei Piedi e L’ultima Cena; gli altri appartengono alla fine del XII secolo. Nell’abside centrale gli affreschi originari sono nascosti da altri datati 1540. Il programma iconografico comprende i Quattro Evangelisti, scene della Genesi e della Pentecoste, l’Anastasis e la Natività.

All’interno, una statua è dedicata a San Pietro. Opera  insigne di uno scultore di Lecce, Cesare Penna, realizzata nel 1635.

La chiesa ha svolto una funzione di basilica fino al completamento della Cattedrale dell’Annunziata, una delle chiese più misteriose che la Cristianità possa vantare.

Recenti studi avrebbero avanzato una nuova ipotesi sull’origine di questa chiesetta. Le sue dimensioni farebbero infatti pensare ad una cappella ad uso privato, probabilmente appartenente ad un uomo facoltoso con una posizione importante all’interno delle mura cittadine, forse un politico. Il pronao potrebbe quindi essere stato una piccola celletta che collegava la casa del facoltoso proprietario all’ingresso della chiesa.

Sono due le località del Salento che si pregiano della venuta di quello che sarebbe poi diventato il primo papa della storia: Leuca e la stessa Otranto. Della prima si ricorda l’arrivo di Pietro nel 43d.C, e si racconta che il suo giungere determinò il crollo di un tempio pagano dedicato alla dea Minerva, sulle cui ceneri fu poi costruito il santuario. Una leggenda affermerebbe che, per poter entrare in paradiso, ogni fedele dovrebbe aver effettuato almeno una volta nella vita un pellegrinaggio presso il Santuario di Leuca. Laddove non fosse stato possibile, prima di volare in cielo, tutte le anime degli inadempienti avrebbero dovuto attendere brevemente in questo luogo per purificarsi prima dell’ultimo grande passo.

La visita “certificata”, se così si può definire, nel territorio di Leuca, anticiperebbe di tre anni quella che in effetti è “documentata” ad Otranto da un testo del De Felici, Leggende e Tradizioni Patrie pubblicato nel 1855. Questo testo narrerebbe che la venuta nel Salento del capo degli apostoli coincise con le celebrazioni di una festa pagana durante la quale, a causa di un incidente, la città prese fuoco. Alcuni di questi riti come le focareddhe, sono ancora presenti a memoria di questi trascorsi. San Pietro, sbarcando in quel momento sulla costa dell città più ad est d’Italia, avrebbe ordinato alle fiamme di placarsi e lasciar libera la città. Questo gesto consentì all’Apostolo di ottenere l’attenzione e la stima della popolazione locale, la quale eresse una chiesa nel punto in cui decise di farsi battezzare alla nuova religione.

Nessuno può dire con esattezza quale dei due luoghi sia stato il primo ad essere cristianizzato da San Pietro, di fatto stà che, indipendentemente da quale sia stato quello privilegiato, possiamo affermare con un pizzico di soddisfazione che nel Salento, nel 43 o nel 46 d.C. sorse una delle prime chiese della cristianità, così come ha voluto ricordare la visita del Santo Padre, Benedetto XVI, lo scorso giugno 2008.

Sandra Sammali e Marco Piccinni

SITOGRAFIA:

lecce web.it

Cultura Salentina


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