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Lu Masciu, festa di primavera Medioevale a Sannicola intorno all’abbazia di San Mauro

Ogni periodo storico è ancorato da due estremi che ne definiscono sommariamente il momento di inizio e quello di fine. Una grande linea del tempo fatta di tasselli che si inseguono e che rappresentano non solo la storia di una civiltà, l’espressione artistica del momento, il progresso scientifico e le piccole conquiste del mondo della scienza, ma anche un infinito intreccio di vite: contadini, nobili, borghesi a loro volta inserite in una rigida piramide sociale, e poi semplici passanti, emigranti da terre lontane, che con la loro “diversità” hanno consentito di rompere gli schemi del tempo, facendo pervenire fino ai giorni nostri parte di un epoca ormai perduta ma che cerca pian piano di tornare a nuova vita. Se volete assaggiare un pò di medioevo non è ancora troppo tardi, basta recarsi a Sannicola per la festa “de lu Masciu

Le festa (riproposta ormai da oltre un decennio) ruota intorno a ciò che resta del ricco complesso dell’abbazia di San Mauro, oggi ridotto ad una piccola chiesetta, con campanile a vela, che domina incontrastata un magnifico paesaggio rurale in quella che è conosciuta come Orthólithon, ossia “rupe dritta“, luogo dove alcuni monaci basiliani hanno deciso di insediarsi e nascondersi durante il periodo della lotta iconoclasta. Le innumerevoli grotte presenti nel circondario della chiesa di San Mauro rappresentavano certamente un sicuro riparo per i monaci, una situazione che si è rilevata vincente anche in molti contesti come ad esempio quello del sito rupestre di Macurano.

Abbazia di San Mauro

 

La prosperità dell’abbazia è certificata da una serie di pergamene risalenti ad un periodo compreso tra il 1149 (anno al quale risale anche la fonte più antica, una pergamena in lingua greca) ed il 1331, nelle quali vengono registrate ingenti donazioni da parte dei fedeli.La sua importanza fu tale da poter supportare altre piccole comunità basiliane dei comuni vicini. I monaci erano molto eruditi e questo contribuì a conferire maggiore prestigio a questo luogo, divenendo di fatto  uno dei centri culturali più importanti del Salento insieme al monastero di San Nicola di Casole ad Otranto.

Nel 1567 però, secondo quanto attestano altri documenti relativi alla visita del vescovo di Gallipoli (Monsignor Cybo), sul luogo erano presenti solo macerie oltre che la piccola chiesetta. Fino ad appena un lustro precedente la prosperità dell’abbazia era ancora ben salda: improvvise e repentine circostanze potrebbero aver quindi causato la rovina di questa ricca comunità basiliana.

Nel periodo di maggio tutto il circondario si animava con importanti festeggiamenti in onore di San Mauro, le cui spoglie, si racconta, vennero ritrovate in una grotta proprio sull’altura di Sannicola. Il corpo del Santo, almeno stando a quanto racconta una leggenda, sarebbe stato condotto nel Salento da due dei suoi compagni dopo il martirio avvenuto a Roma nel 284. La nave sulla quale viaggiavano sarebbe state sospinta sulle coste di Gallipoli. Si rifugiarono quindi nell’entroterra fino a trovare una grotta nella quale riposero il corpo dell’amico. Alcuni soldati romani riuscirono a raggiungere i fuggiaschi, li uccisero e provarono a sbarazzarsi del corpo di Mauro senza successo. Una volta abbandonata l’altura il corpo del Santo venne preso in custodia dalla popolazione locale che decise di costruire una chiesa in suo onore e ricordarlo con dei solenni festeggiamenti il primo del mese di Maggio, giorno in cui avvenne il probabile ritrovamento.

Dopo la messa solenne una grande fiera radunava genti di molti comuni, tutti ansiosi di fare acquisti o semplicemente per curiosare tra la mercanzia esposta da artigiani, mercanti e contadini. I giovani innamorati invece si scambiavano vassoi contenenti i prodotti della terra con la doppia valenza di suggellare la promessa di matrimonio secondo il culto e l’usanza binzantina, nonchè rendere un tributo al continuo processo di rinascita della terra, alla sua fecondità e alla sua importanza nella vita di tutti i giorni come fonte insostituibile per il sostentamento dell’uomo.

Il primo Maggio però, potrebbe far venire alla mente anche un’altra festività di origine celtica volta alla celebrazione della rinascita della natura in primavera e costellata di riti arborei dediti a consacrare la fertilità. Si celebrava l’inizio del semestre del sole con vari tornei, al termine dei quali il vincitore otteneva il diritto di sposare la damigella per la quale si era battuto. Coincideva inoltre con la festività di Beltane ed il capodanno celtico, durante il quale le anime dei morti si mescolavano a quelle dei vivi.

Ingresso alla grotta di San Mauro

Nel Maggio 2011 sono stati rinvenuti nuovi cicli pittorici all’interno della chiesetta durante un’operazione di messa in sicurezza di quelli “pericolanti”, un motivo di orgoglio in più per questa piccola struttura che rappresenta una delle principali testimonianze dell’arte bizantina in Puglia.


Marco Piccinni

SITOGRAFIA e BIBLIOGRAFIA:

Il tacco d’Italia

Wikipedia – Sannicola

Antica Sannicola.it

Alfredo Cattabiani, Calendario: le feste, i miti, le leggende e i riti dell’anno. Mondadori (2003)


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