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Le vergini e l’oro di Vereto

Gli anfratti naturali, le cavità scavate nella morbida roccia calcarea e le rovine delle città distrutte non possono non evocare esotiche e tristi leggende utilizzare per arricchire con uno straordinario alone di mistero un luogo apparentemente insignificante come una piccola grotta.

Quella in questione è una piccola cavità posta in un fondo di proprietà privata sulle peindici della collina di Vereto, dove un tempo sorgeva l’antica città Messapica, posta su un’altura dalla quale si può ammirare punta Ristola, li dove convenzionalmente si fondono lo ionio e l’adriatico, un importante punto di approdo in tutte le epoche e per molti popoli, nonchè un importantissimo punto di avvistamento in previsione di incursioni piratesche ad opera di barbari saraceni.

“…un manipolo di soldati turchi giunse nella baia di San Gregorio e scesi a terra esplorarono la costa raggiungendo anche l’entroterra e scoprendo così il piccolo borgo di Vereto.I loro pesanti e rumorosi armamenti misero in subbuglio gli anziani del paese che accortisi della minaccia immediata avvisarono il re.Ma il popolo di Vereto non era in grado di resistere ad un attacco dei turchi, non essendo un popolo di guerrieri e così fu deciso di salvare i beni più cari, ovvero il tesoro della comunità e le giovani fanciulle, nella Grotta di Suda, non distante da Vereto, celando l’accesso con enormi blocchi di pietra.In questo modo, anche se la città fosse stata presa dai nemici e gli abitanti messi in fuga, questi sarebbero tornati alla grotta per recuperare le donne ed il tesoro.Tra queste donne vi era anche la figlia del re, destinata a diventare la regina di Vereto.Il piccolo esercito a difesa della cittadina non impensierì minimamente gli invasori: i turchi attaccarono e saccheggiarono Vereto profanando la chiesetta del paese alla ricerca del ricco bottino.Furono tutti trucidati, di Vereto restava solo fumo e cenere.Così i mori tornarono alle navi a mani vuote e le fanciulle intrappolate nella Grotta di Suda perirono sconfitte dalla fame e dal dolore, nelle fredde notti d’inverno, perchè nessuno avrebbe potuto più salvarle, nessuno era sopravvissuto alla strage compiuta dai Turchi.Si dice che il tesoro sia ancora lì, nascosto nella grotta, protetto dalle grida disperate delle vergini di Vereto”

Alcuni scavi, leciti e non, condotti all’interno della grotta hanno seppellito ogni dubbio in merito all’effettiva presenza di un tesoro o di resti umani…chissà, forse qualcuno ci ha già preceduto…

Area Archeologica di Vereto

Testo della leggenda fornito da Enrico Troisio

Bibliografia:

Salento da favola, storie dimenticate e luoghi ritrovati – Supplemento a QuiSalento n. 2/2010, Guitar Edizioni


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