Lettera alle cariche della regione Puglia per il riconoscimento di “deportati” per gli Italiani di Crimea
Gli Italiani di Crimea, per lo più emigrati Pugliesi, chiedono il riconoscimento dello status di deportati e il sostegno economico,sociale e culturale delle loro comunità di origine.
Signor Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola,
Signori Presidenti delle Provincie di Bari e BAT,
Signori Sindaci dei Comuni di Bari, Bisceglie, Molfetta e Trani,
il 29 gennaio 2012 è ricorso il 70° anniversario della deportazione degli Italiani di Crimea, per lo più emigrati Pugliesi dalle città di Bari, Bisceglie, Molfetta, Trani, ecc..
A Milano l’Associazione Regionale Pugliesi e l’Amministrazione Provinciale hanno anticipato il ricordo di questo tragico avvenimento al 21 gennaio per consentire ad una delegazione di partecipare alla cerimonia che si svolge come ogni anno a Kerch in Crimea il 29 gennaio, la data che ricorda quella tragedia e rammenta che le vittime innocenti italiane non hanno ancora ottenuto il riconoscimento della loro condizione di deportati, come invece è accaduto per gli altri popoli (il tedesco, l’armeno, il bulgaro, il greco e il ta(r)taro).
Ci siamo chiesti in questi anni perché solo agli Italiani, soprattutto pugliesi di origine, che si erano trasferiti in Crimea nell’800, non è stato ancora possibile ottenere il riconoscimento.
Sappiamo che la comunità italiana era arrivata a contare 5000 abitanti, aveva aperto una scuola italiana e aveva innalzato una chiesa cattolica, ancora funzionante. Negli anni 1937 e 1938, durante le purghe staliniane, subì la perdita di molti suoi componenti, fucilati o deportati. Mentre fra il 29 e il 30 gennaio del 1942 fu deportata, come le altre comunità straniere, in Kazakhstan e in Siberia. Nel giro di una notte, furono tutti prima imbarcati e poi trasferiti su vagoni piombati con destinazione l’inferno delle steppe. I sopravvissuti agli stenti, alla fame, al freddo e alle malattie (il tifo petecchiale soprattutto) trovarono “accoglienza” e morte nei campi di lavoro e nei gulag. Pochi ritornarono a Kerch dopo la morte di Stalin e questi costituiscono la nostra comunità di Crimea, che sono stati privati di tutto, compresi i pochi palmi di terra riservata ai defunti nel cimitero locale. Gli anziani ultrasettantenni sognano di vedere l’Italia, mentre i giovani coltivano con i pochi mezzi a disposizione lo studio della lingua. Possiamo aiutarli nel farli sentire Italiani, amati dagli Italiani, e Pugliesi, amati dai Pugliesi? Finora le Autorità Italiane, investite dello loro richieste, non hanno alleviato le loro sofferenze, e analogamente neanche le Autorità Regionali Pugliesi e cittadine hanno fatto sentire il loro afflato solidale.
Ora crediamo sia giunto il momento per tutti di rendere loro giustizia e di restituire dignità ai nostri morti!
Uniamo gli sforzi e stabiliamo un ponte di amicizia e di solidarietà con la nostra comunità di Crimea!
In attesa di Vs decisioni in merito nel sostenere i diritti negati a questi nostri connazionali e corregionali, inviamo cordiali e fraterni saluti,
Milano, 18 Aprile 2012 Segreteria organizzativa:
Dott. Paolo Rausa tel: 334.3774168 email: paolo.rausa@gmail.com |
Associazione Regionale Pugliesi via Pietro Calvi 29, 20129 Milano tel. 02 70005981 email: arpugliesi@tiscali.it F.to Il Presidente Cav. Dino Abbascià |