La chiesa di San Giacomo e il casale di Sombrino
Ai confini dell’esteso bosco del Belvedere, al quale è stato meritocraticamente dedicato un museo nel castello di Supersano (il museo del bosco o mubo), sorgeva un tempo un antico casale ribattezzato con lo stesso cognome del suo feudatario, Sombrino. Una famiglia, questa, che compare all’interno dell’elenco delle famiglie feudali di terra d’Otranto già nel 1377.
Posto in una posizione di rilievo, in prossimità dell’antica strada che congiungeva Cutrofiano a Supersano e a due passi dalla generosa ricchezza offerta dal bosco, il casale di Sombrino, o quello che ne resta, occupava un’area oggi compresa tre le Masseria Stanzie e Chiesa. Quest’ultima prende il nome proprio da un chiesa, quella di San Giacomo, unica superstite della coppia di edifici religiosi che un tempo qui si ergevano.
La chiesa di San Giacomo faceva parte già nel 1218 dei possedimenti del lontano monastero di San Nicola di Casole, il vero ponte di collegamento tra oriente e occidente, nonché ritenuto l’edificio che abbia ospitato una delle prime università d’Europa.
La struttura originale di questa chiesa è stata fortemente modificata nel corso del cinquecento. L’ingresso, in principio rivolto ad ovest, è stato occultato da un altare a baldacchino e spostato nella parete opposta. Poche tracce di affreschi sulle pareti testimoniano la presenza di un antico e vasto ciclo pittorico di cui sono ancora leggibili solo alcuni segni. La volta è crollata quasi nella sua interezza, lasciando al cielo e alle nuvole il compito di disegnarne decori e contorni. Sul piano di calpestio si possono ancora trovare alcuni frammenti delle tegole che costituivano il tetto doppio spiovente.
L’intitolazione originale a San Giacomo, patrono dei pellegrini, ha condotto qui i fedeli diretti a Leuca in una tappa di quell’infinito ciclo di pellegrinaggi voluto da papa Giulio I nel IV secolo e arrestatosi solo dal primo conflitto mondiale. Nel ‘500 l’intitolazione cambiò in favore della Vergine, ma questo non mutò il percorso dei pellegrini.
Adiacente alla chiesetta, sul suo lato sinistro, una piccola abitazione il cui ingresso è protetto da una pianta di fico d’India. E’ composta da una manciata di stanze, in una delle quali è ancora visibile un antico caminetto e alcune nicchie.
Agli inizi del XVI secolo la sorte di Sombrino sembrava segnata come quella di tutti gli altri villaggi del Salento. La posizione non privilegiata ai fini della difesa e le continue incursioni da parte dei saraceni che infestavano sempre più minacciosamente il Mediterraneo constrinsero gli abitanti ad abbandonare questo feudo in cerca di maggior sicurezza. E così Sombrino si svuota. Rimarrà solo una masseria, di proprietà di Luca Sombrino, alla quale probabilmente fa riferimento l’abate Jean Claude Richard di Saint-non nel libro che descrive il suo viaggio nelle terre del regno di Napoli e Sicilia (Voyage pittoresque ou description des royames de Naple et de Sicilie) compiuto tra il 1781 e il 1786. Qui racconta di una sua sosta a Sombrino, dove gli venne offerto del vino così dolce, gradevole e vivo da causare un forte stordimento, e che un solo bicchiere in più gli avrebbe fatto totalmente perdere la testa. Lo riteneva comunque un vino di alta qualità, privo di quel “pesante calore tipico di molti altri vini del resto d’Italia”.
Un vino pregiato dunque, che non tradisce le altre commissioni di pregio del casale in altri prodotti di vario genere, come ad esempio preziose ceramiche di importazione brindisina, i cui resti sono stati rinvenuti insieme ad altri testimoni della quotidianità di Sombrino, come alcune tombe e dei silos per la conservazione delle granaglie.
Marco Piccinni
BIBLIOGRAFIA:
-Voyage pittoresque ou description des royames de Naple et de Sicilie, troisième volume contenant le voyage ou circuit de la partie mèridionale de l’Italie, anciennement appellée Grande Grece – JeanCclaude Richard di Saint-non
-Le informazioni storiche sulla chiesa di San Giacomo sono tratte dai pannelli illustrativi del museo del Bosco di Supersano.