Rovereto, Stefania Rizzo (Tricase) contro tutte le guerre
ROVERETO (Tn) – La Fondazione Opera Campana dei Caduti e Spazio-Tempo Arte presentano ‘HUMAN RIGHTS?’#MEMENTO – DALLA GUERRA ALLA PACE, L’EVENTO ARTISTICO INTERNAZIONALE CHE PARLA DEI DIRITTI UMANI (Edizione speciale) a cura di Roberto Ronca.
110 ARTISTI | 24 NAZIONI
dal 22 giugno al 28 luglio 2014.
Col patrocinio di: Consiglio d’Europa, Provincia Autonoma di Trento, Comune di Rovereto.
Vernissage inaugurale
22 giugno 2014, ore 17.00
con la performance di Mirella Tonell’8
HUMAN RIGHTS?2014 #MEMENTO – DALLA GUERRA ALLA PACE – è il tema centrale di questa edizione speciale di un evento che tanto ha portato al pubblico in senso simbolico e concreto. Una riflessione che attraverso l’arte vuole parlare della pace e della partecipazione come strumento per contrastare la guerra e le guerre, sempre.
Ecco gli Artisti presenti:
Echi Åberg, Shiva Aini, Gabriele Amadori, Mirek Antoniewicz, Donato Arcella, Francesca Asquino, Alfredo Avagliano, Silvia Benedetti, Linda Blokken, Silvia Boldrini, Gina Bonasera, Marilena Bordin, Martino Borgogni, Anna Botou, Enrico Bovi, Brizzo, Cesare Cabiddu, Clelia Caliari, Paolo Camiz, Massimo Cappellani, Anna Caser, Michele Ciardulli, Carlo Cicarè a.k.a. Morden Gore, Luigi Cioli, Giovanni Colaneri, Teresa Condito, Mariana Cornea, Valentina Cosentino, Federico Cozzucoli, Elena Dell’Andrea, Alessandro Di Vicino Gaudio, Gianna Donno, Efi Doulia, Maria Drozdova e Julia Poliakova, Elya May, Adil Es-Safi, Fabrizio Fabbroni, Marino Festuccia, Franca Filippini, Christina Foitou, Cristina Fornarelli, Sofia Fotiadou, Roberta Gagliardini, Jimmy Galvin, Roberta Garzillo, Fabrizio Giuranna, Fabrizio Giusti, Olga Glumcher, Goojee, Natalia Gromicho, Lydia Hoffnungsthal, Theo Hues, Gerardo Iorio, Juan Carlos Juliàn, Maria Karzi, Gloria Keller, Marco La Rocca, Alberto Lanzaretti, Xavier Laroque, Annalisa Lenzi, Jeanette Luchese, Salvatore Lucisano, Lughia, Renato Luparia, Antonella Maggi, Mauro Malafronte, Rudra Kishore Mandal, Roberta Masciarelli, Giovanni Mazzi, Claudia Mazzitelli, Antonella Micocci, Marcello Minnia, Piero Motta, Nicoletta Nava, Marcin Owczarek, Michele Petrelli, Luca Piccini, Ortenzia Piccinno, Giustina Piglia, Walter Reggiani, Stefania Rizzo (in foto l’opera “E ancora non ti conosco”), Marco Rocca, Pilar Roldàn, Carla Sa Fernandes, Carolina Saidenberg, Seham Salem, Stefania Santarcangelo, Vito Sardano, Giuseppe Sassone,
Francesca Scariot, Rosa Screnci, Leni Smoragdova, Antonella Soria, Ada Sorrentino, Riccarda Stabile, Nina Todorovic, Mirella
Tonellotto, Mantha Tsialiou, Luigina Tusini, Luisa Valenzano, Chiara Vallesi, Maurizio Velluti, Raffaele Vescovo, Susanna Viale, Angela Viora, Petr Vlach, Johan Wahlstrom, Karen Wild, Sergio Zagallo, Iaia Zanella e Giancarlo Beltrame.
Musiche di Danilo Romano, Alessandro Zeoli, feat. Gabrile Beatrice
Ed ecco le nazioni da cui provengono:
SVEZIA POLONIA ITALIA BELGIO GRECIA UCRAINA AUSTRALIA GERMANIA MAROCCO INGHILTERRA FRANCIA PORTOGALLO SPAGNA INDIA BRASILE USA EGITTO RUSSIA REPUBBLICA CECA CANADA IRAN UNGHERIA AUSTRIA SERBIA.
Le opere in mostra riguardano: PITTURA | SCULTURA | FOTOGRAFIA | ARTE DIGITALE | VIDEOARTE | ISTALLAZIONI | PERFORMANCE
Ecco il concept dell’evento:
Il 28 luglio 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale. La vita degli europei, e non solo, cambia dal quel momento in modo indelebile restando impressa nella storia e nella memoria come uno dei momenti più terribili della contemporaneità.
Il senso di precarietà diviene una sensazione definitiva nell’animo di tutti coloro che direttamente o indirettamente vi sono coinvolti.
La Grande Guerra segna un’epoca e segna le persone.
Poeti, scrittori, artisti hanno sentito il dovere di parlarne, di raccontarla e di portare a tutti la propria testimonianza, spesso vissuta direttamente sul campo. Il valore della vita umana diventa nullo e così il senso dell’esistenza dei contemporanei (molti dei quali vivranno un secondo conflitto durante la metà del secolo) e su coloro che verranno dopo, che porteranno nella loro memoria i ricordi dei genitori e dei nonni che tanta sofferenza sentono ormai radicata come parte della loro esistenza.
Il Novecento, il “secolo breve”, è caratterizzato da guerre per la supremazia e il dominio in Europa. L’aberrazione di questo concetto ha portato poi al nazismo e alle dittature che hanno tristemente caratterizzato la storia europea.
Ed è dall’aberrazione del concetto di guerra e di morte che inizia una fase di riflessione profonda sulla necessità della pace e della collaborazione tra i popoli.
Proprio dalla guerra e dalla sofferenza ha infatti avuto sviluppo l’idea della creazione di Maria Dolens (la Campana dei Caduti), un nome evocativo che sembra voler caricare su di sé tutta la sofferenza che gli uomini, nella loro caducità, non sono in grado di sopportare.
La campana è da sempre il simbolo del popolo (nel Medioevo la campana suonava per convocare il popolo a congresso) e del concetto di partecipazione.
Maria Dolens è stata forgiata fondendo il bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti alla Grande Guerra: un concetto rivoluzionario e inatteso che offre una visione completamente nuova e ancora attualissima.
Maria Dolens afferma un principio fondamentale: lo sviluppo della società avviene non attraverso la sottomissione di un Paese ad un altro ma dalla collaborazione reciproca tesa alla crescita civile, culturale e politica del cittadino. Non più “l’impero” ma la democrazia e la partecipazione, quindi governo di popolo attraverso leggi specifiche e quindi dalla costituzione, per garantire la pace tra i popoli e l’esclusione assoluta delle guerra.
Quello di Maria Dolens è un simbolo di pace, un concetto filosofico volto al superamento dell’idea di conflitto per arrivare allo sviluppo di un concetto universale di dialogo, di comunione e di unione.
Maria Dolens è essa stessa il memento per gli uomini che spesso dimenticano la loro essenza.
Orario continuato tutti i giorni.
Settembre: dalle ore 9.00 alle ore 19.00
Ottobre dalle ore 9.00 alle ore 18.00 –
Novembre, Dicembre, Gennaio: dalle ore 9.00 alle ore 16.30.
NB: ultimo biglietto d’entrata mezz’ora prima della chiusura
info point: memento@spaziotempoarte.com