Fili, metalli e pietre dall’Homo Faber ad Athena
Chiudete gli occhi per un momento. Supponete di poter cancellare gli ultimi 10.000 anni di comodità, di conoscenza, di tecnologie. Riapriteli e osservate attentamente. Non ci sono più automobili, né edifici, né smartphone e nemmeno fotocamere, televisori, computer, orologi, tablet. Nemmeno i vostri indumenti sono più gli stessi, anzi non ne avete affatto! Cosa è accaduto? Se continuate a sbattere in continuazione gli occhi per cercare di tornare alla normalità e invertire questo strano processo di regressione senza successo bhe…allora non avete altra scelta: dovete adattarvi! In fondo è un concetto relativamente semplice e qualcuno l’ha già fatto prima di voi. Si, ma come?
Prima di tutto dovrete vestirvi, quindi procurarvi delle pelli, qualcosa con cui tagliarle e pulirle, cucirle insieme. Si ma, poi vi servono anche degli aghi, dei fili, delle tinture (anche i cavernicoli avevano a cuore la “moda”). Non ci sono libri, manuali di istruzioni o qualcuno che ti spieghi come e cosa fare…anzi avreste anche dei problemi di comunicazione… il linguaggio non esiste ancora!
Se non riuscite a cavar un ragno dal buco (anche perché avreste bisogno di uno strumento che non sapete realizzare) vuol dire che non avete seguito il corso dell’associazione Paleoes, organizzato in collaborazione con l’associazione Archès in seno alle attività del SAC Porta d’Oriente.
Per cinque serate di seguito, all’imbrunire di agosto nelle sale del Palazzo Ramirez di Salve, quattro archeologi preistorici hanno tenuto con il fiato sospeso un gruppo di adulti e bambini che si è infoltito sempre più come l’incremento demografico che dal paleolitico ha interessato la razza umana fin all’età dei metalli, i due estremi della porzione dello spazio-tempo dispiegata ad una pubblico di curiosi che hanno appreso 5 importanti conquiste tecnologiche che hanno caratterizzato l’evoluzione umana negli ultimi millenni.
Padroneggiare la pietra, saperla identificare e scheggiare al fine di creare differenti tipologie di strumenti. Incidere o dipingere un messaggio sulla roccia ad imperitura memoria solo per il bisogno di dover comunicare e trasmettere qualcosa. Creare oggetti dalla terra. Tessere e cucire tessuti. Estrarre, lavorare e incidere i metalli.
Una breve introduzione teorica seguita da un’intensa attività pratica per snocciolare le problematiche e le soluzioni probabilmente adottate dall’Homo Sapiens nella sua corsa verso l’evoluzione tecnologica. Nulla è dato per certo nell’archeologia sperimentale. Le tecniche, le metodologie, gli strumenti utilizzati sono ingredienti di una ricetta di cui mancano alcuni passaggi e della quale è possibile degustare il risultato finale solo dopo aver sperimentato più e più volte (per sopperire alla mancanza di reperti archeologici) fino a quando non soggiunge il risultato cercato.
Cercare di sperimentare con mano le difficoltà incontrate dall’uomo nel dover plasmare le materie prime di cui abbonda questa Terra per far fronte alle proprie esigenze induce l’aspirante “uomo preistorico” a percepire in maniera differente il costo dell’evoluzione, fatto non solo di parole sui libri ma anche di errori, tentativi, fallimenti, prima di raggiungere il tanto agognato successo.
Tutti i partecipanti al corso lasciano gli scranni dell’ultima lezione con una consapevolezza nuova, certi che alla prima occasione in cui sentiranno nuovamente parlare di quanto fosse dura la vita durante il Paleolitico, il Neolitico e l’età dei Metalli, potranno bisbigliare con un pizzico di orgoglio misto all’incredulità di un potenziale ascoltatore: “io c’ero!”.
Marco Piccinni