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Il tempio di Demetra a Vaste

Demetra, “Madre Terra” o “Madre dispensatrice”, sorella di Zeus, dea del grano e dell’agricoltura, artefice del ciclo delle stagioni da quando le venne portata via sua figlia, Persefone, da un dio oscuro la cui dimora lambisce le viscere della terra, tra gli inferi. Sono molti i luoghi di culto a lei dedicati, uno tra i più rappresentativi in Puglia è indubbiamente quello di Monte Papalucio ad Oria, che enumera diverse analogie con un tempio ipogeo rinvenuto sotto l’attuale pavimentazione di Piazza Dante, in quella Vaste messapica che ha regalato interessanti soddisfazioni a studiosi e archeologi.

Tre cavità ipogee, ora ricostruite in un piccolo diorama presso il limitrofo museo della civiltà messapica, sono state riportate alla luce durante alcuni lavori di scavo nel 1999 per la realizzazione delle rete fognaria, nel punto più alto dell’antico abitato di Baxta,  poco distanti da alcune tombe rinvenute nel 1994.

Cavità 3 e 2 del tempio di Demetra

Cavità 3 e 2 del tempio di Demetra

Le cavità fanno parte di un ampio e articolato sito cultuale, la cui frequentazione ed utilizzo sarebbe ascrivibile tra il IV ed il III secolo a.C.: un edificio diviso in vari ambienti affiancati, privi di copertura, al cui interno erano sistemati alcuni focolari e piani di cottura, delimitati da muri composti da enormi blocchi di pietra calcarea locale, in alcuni punti conservati per due filari sovrapposti. Un grande muro realizzato con enormi blocchi irregolari frammisti a blocchi squadrati grossolanamente, precedente al luogo cultuale e conservato solo a livello di fondazione, chiudeva il complesso sul lato occidentale.

Veduta generale dell'area di scavo

Veduta generale dell’area di scavo

Identificate schematicamente come cavità 1,2 e 3, le strutture sono state scavate intenzionalmente a partire da alcune fratture carsiche, delle ventarole, che dovettero suggerire un naturale collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti, tanto da ampliarle fino a raggiungere delle conformazioni a campana, a pianta circolare, regolarizzate all’interno con blocchi in pietra sui quali sono state marcate una svastica e lettere sparse.

Planimetria tempio Demetra a Vaste

Planimetria tempio Demetra a Vaste

Le pietre e le pareti presentano tracce di una forte esposizione al fuoco che ne ha causato il progressivo annerimento. Solo un ambiente, quello più grande (cavità 3), presenta una rudimentale pavimentazione a tufina e un piccolo recinto in superficie che ne delimitava l’ingresso varcato chissà quante volte da uomini e donne intenti nelle pratiche cultuali intorno e su di un piccolo “altare”, il fulcro di tutto il sistema, posizionato infondo alla cavità: una lastra con al centro un foro utilizzato per rituali di libagione e (probabilmente, anche) di fertilità e alcuni sacrifici animali in tenera età come tributo alla dea che fece dono agli uomini dell’agricoltura. La pratica del sacrificio (ovini, caprini, maialini di pochi giorni di vita e di cani) era comune anche nella cavità 2. Il rituale ricorrente prevedeva la cottura (attività spostata successivamente all’esterno) e il consumo di cibo a base di zuppe, legumi, cereali, semi, melograna ed uva.

Una piccola testa di donna in pietra calcare rinvenuta nei pressi dell’altare potrebbe essere la destinataria di tanto fermento religioso. Non ci sono elementi diretti per battezzarla con il nome di Demetra, se non per le numerose similitudini cultuali che si riscontrano in altri siti pugliesi. Una serie di officianti e fedeli che doveva dividere con una divinità maschile, Oxxo, il cui nome compare dipinto su vasi e inciso su manufatti in pietra in diversi contesti, oltre che a Vaste, anche a Rudiae e Muro Leccese.

Testa di Demetra (?), Vaste

Testa di Demetra (?), Vaste

Monete, pentolame, recipienti per bevande, ceramiche da mensa e piccoli contenitori recanti il dono diretto per la dea ctonia e quanto utilizzato per il rituale, vennero progressivamente deposti, da un certo periodo a seguire, sul fondo della cavità, spesso protetti da tegole e/o capovolti, quasi a soddisfare l’esigenza di nutrire direttamente la divinità.

Particolare delle deposizioni

Particolare delle deposizioni

Un antico tempio pagano ormai restituito all’oblio della terra che lo ha nuovamente ingoiato. Un punto di mediazione tra il terreno e il divino, tra l’uomo e le divinità che lo osservano dal basso.

Marco Piccinni

Bibliografia

Analisi stratigrafica e funzionale di un’area di combustione nel luogo di culto messapico di Piazza Dante (Vaste – Lecce). Giovanni Mastronuzzi – Giampiero Colaianni – Girolamo Fiorentino – Claudio Giardino – Valeria Melissano

Demetra. La divinità, i santuari, il culto, a leggenda. Atti del I congresso internazionale Enna, 1-4 Luglio 2004. Carmela Angela di Stefano (a cura di)

Archeologia dei luoghi e delle pratiche di culto. Atti del convegno (Cavallino, 26-27 gennaio 2012). Liliana Giardino, Gianluca Tagliamonte (a cura di)

L’archeologia di un luogo di culto in Messapia: Vaste – Piazza Dante. Giovanni Mastronuzzi

Nota: foto tratte dagli articoli in bibliografia.


3 commenti su “Il tempio di Demetra a Vaste

  1. Enzo Camassa ha detto:

    Mi permetto di segnalare un piccolo errore.
    Nel leggere l’articolo ho notato una piccola imprecisione: Monte Papalucio non si trova ad Ostuni ma a Oria.
    Giusto per correttezza.

  2. Fabrizio Blasi ha detto:

    Molto interessante e utile per far conoscere il Salento e la sua cultura e la sua storia

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