Home » News sul Salento » Alessano delusa dai “suoi” siriani. Parla Stefano Bello

Alessano delusa dai “suoi” siriani. Parla Stefano Bello

ALESSANO (Le) – “I siriani? Erano minacciati dal terrorismo”. Parla Stefano Bello, nipote di don Tonino e vicepresidente dell’omonima Fondazione. “Per rendere dignitosa l’accoglienza – spiega – la nostra comunità e quelle dei paesi limitrofi (penso alle associazioni di Tricase), avevano dato inizio a una vera e propria gara di solidarietà…”.
Tutto inutile. Così oggi Alessano è incredula e irritata: aveva aperto il suo grande cuore per accogliere la famiglia Alnaser (il padre Fadi, la madre Jima e due bambini, Simon e Hadi, di 8 e 4 anni), giunti il 1 dicembre 2018 con un “corridoio umanitario”, ospitandoli nella casa di don Tonino dove ha sede il MIMAC (Museo di Arte Mariana).

Aveva sostenuto le spese per convertire il piano superiore con gli impianti a norma (opera di elettricisti, muratori, imbianchini, idraulici, ecc.). Pagato le utenze. La giovane e brava dentista Simona D’Ippolito aveva prestato, sempre free, tempo e professionalità. La maestra Carolina Caloro- Schillaci si era offerta per le lezioni di italiano. Giancarlo Orsi, funzionario in Prefettura a Lecce, aveva procurato i documenti dando loro un’identità in Italia.

Ma ormai dei siriani non c’è più traccia: hanno lasciato un biglietto, dicono di essersi diretti in Germania. A pensar male fai peccato: avevano calcolato tutto, il tempo di fare i documenti e poi via, nel cuore dell’Europa?

E ora la città di don Tonino si sente “tradita”, qualcuno è arrabbiato. Il dibattito corre su Facebook (“Alessano Ovunque”).

DOMANDA: Perché vi siete attivati?
RISPOSTA: “Per tradurre in gesti concreti gli insegnamenti di don Tonino, accoglienza e solidarietà, e assicurare un futuro migliore a chi ha dovuto abbandonare casa, famiglia, affetti a causa della guerra, ma anche stimolare le associazioni sul territorio”.

D. Da dove venivano i siriani?
R. “Da un campo profughi in Libano”.

D. Cosa può essere successo?
R. “A Tiggiano vive un’altra famiglia siriana: il capofamiglia sinora ha trovato solo un lavoro da 400 euro al mese. Magari si sono fatti influenzare e si sono scoraggiati… Però la Cooperativa sociale l’Adelfia di Alessano si era fatta avanti e prima o poi avrebbe dato un lavoro stabile a Fadi nelle sue tante strutture”.

D. Procedeva il percorso dell’integrazione?
R. “Abbiamo trascorso molto tempo con loro, spesso trascurando le nostre famiglie. Le domeniche le abbiamo passate insieme. Li abbiamo accolti con gioia nella nostra casa, come zio Tonino ci ha insegnato, senza aspettarci nulla in cambio se non la speranza di vederli un giorno felici. Abbiamo fatto conoscere il territorio, li abbiamo presentati ai nostri amici coinvolgendoli in tante iniziative a loro dedicate. A Natale siamo andati insieme nei centri commerciali di Maglie Lecce e hanno fatto shopping. Sono stati anche a pranzo da noi”.

D. E’ mancata loro qualcosa?
R. “Sempre a Natale, abbiamo fatto un regalo di benvenuto di 1000 euro. Avevano un contributo mensile di 400 euro, più una convenzione illimitata col supermercato A&O. Abbiamo dato loro assistenza sanitaria, istruzione, persino le ricariche telefoniche”.

D. E la comunità?
R. “Non smetteremo mai di ringraziarla: si è stretta attorno alla Fondazione in un abbraccio conviviale. Il Comune di Alessano ha garantito pasti caldi per oltre un mese, l’Istituto scolastico superiore don Tonino Bello ha messo a disposizione diverse insegnanti per la scolarizzazione e l’apprendimento della lingua italiana da parte dei genitori. I tanti amici vicini alla Fondazione hanno portato vestiti, coperte, scarpe, mobili, offerto contributi economici. L’Adelfia ha offerto tre pizze e bevande a settimana nel suo locale Magna Magna e la fornitura mensile di prodotti per la casa e l’igiene della persona”.

D. Hanno avuto bisogno di medici?
R. “Il dr. Giancarlo Piccinni, presidente della Fondazione, è stato quotidianamente pronto a risolvere gli aspetti patologici che si sono presentati, fornendo supporto medico sia personale che da parte dei suoi colleghi. Si è adoperato per il ricovero del piccolo Hadi all’ospedale di Tricase e per gli esami diagnostici di marito e moglie”.

D. Imprenditori e commercianti della zona hanno collaborato?
R. “Damiani Arreda ha fornito, gratis, frigorifero, cucina, armadi, letti. Totò Piccinni il necessario per la gestione della casa e un forno da cucina. Primo elettrodomestici ha regalato un televisore da 32 pollici. La libreria Idrusa donato i testi di traduzione dall’arabo all’italiano e viceversa”.

D. E i bambini?
R. “La scuola calcio Alessano aveva preso in carico, sempre free, Simon e Hadi, facendo loro frequentare i corsi bisettimanali. La dirigente scolastica della scuola primaria e secondaria ha accolto Simon offrendo la disponibilità a seguire attentamente il suo processo di crescita. Pensi: una compagna di classe di Simon ha rotto il salvadanaio rinunciando ai 50 euro che stava mettendo da parte per comprare qualcosa che desiderava da tempo, donandoli interamente a Simon: un gesto straordinario per una bambina di soli 8 anni. Le Suore della scuola d’infanzia avevano subito accolto Hadi, a costo zero”.

D. Una storia che lascia molta amarezza…
R. “Insieme abbiamo cercato di dare la speranza di un futuro migliore a queste persone che la nostra Nazione ha scelto fra 6 milioni di profughi che dalla Siria si sono spostati nel vicino Libano, considerate a rischio di morte per le minacce dei fondamentalisti”.

Francesco Greco


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.