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Casarano

I luoghi da visitare e le tradizioni da conoscere a Casarano

La philìa di Pitagora a Casarano

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“Felice è la città dove i filosofi sono re e i re filosofi!”, (Platone, “La Repubblica”, Libro V). E infelice la città che non sa di avere uno dei tesori dell’umanità: la chiesa di S. Maria della Croce, in Salento, a Casaranello. C’è colpa più grave del non riconoscere la bellezza, il mito, il mistero, il divino in tempi in cui governano dèi così volgari?

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LIBRI. Quelle tracce che svelano la nostra anima bizantina

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CASARANO (Le) – Il puzzle che compone il nostro dna, l’identità, la memoria, è ricco di sedimentazioni. E per quanto lo si scavi e lo si scansioni da varie angolature, resta sempre misterioso e intrigante, come la Terra d’Otranto così ricca di contaminazioni e anabasi anche carsiche che ci si ritrova per la particolare posizione geografica trasfigurata in un crocevia, un intreccio di culture, etnie, popoli, affabulazioni. Anche questo retroterra ci ha resi ospitali (come gli Ebrei e i Greci) e tolleranti, curiosi dell’altro, predisposti diremmo per nascita al dialogo e allo scambio delle idee e della bellezza. Per millenni noi non abbiamo mai chiuso né porti né porte né menti, perché sappiamo che è un suicidio, oltre che una cosa abietta, meschina, vergognosa, poiché noi possediamo la nobiltà delle radici, degli avi, il fulgore del mito, l’innocenza della fiaba, il tempo che pulsa nel nostro sangue.

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I toponimi, grumi di identità e memoria

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CASARANO (Le) – E’ difficile, passando per contrada Saraceni” (sulla statale per Matino, di fronte al Cimitero), non pensare al luogo di un agguato teso dai pirati d’oltremare alla gente di Casarano, che per secoli hanno assaltato le coste, depredato casali e masserie, razziato le chiese, oppure che le “Padule” non siano una zona posta in una vallata. E che cosa avrebbero trovato i pellegrini che si recavano a Santa Maria di Leuca alle “Càmmire” se non camere dove riposare e rifocillarsi, prima di riprendere il viaggio mossi dalla fede e dalla pietà?

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La Madonna della Campana

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Co-patrona di Casarano, insieme a San Giovanni Elemosiniere, e protettrice dei cavamonti. La storia della nascita del culto della Madonna della Campana assume quasi i connotati di un’antica ricetta all’interno della quale trovano spazio gli ingredienti più insoliti insieme a quelli più usuali. Il risultato? Bhe stà al fedele giudicare.

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Il museo del minatore di Casarano

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1946. Il secondo conflitto mondiale è ormai un ricordo, così come lo è ciò che resta delle numerose vittime mietute in tutti i campi di battaglia o eliminate come immondizia nei campi di concentramento. L’Europa intera ne esce provata. Nei paesi più industrializzati la produzione stenta a ripartire per mancanza di manodopera, in quelli più dilaniati si razionano i viveri mentre dilaga lo spettro della disoccupazione e della povertà.

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Bonifacio IX, il papa venuto da Casaranello

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8 Aprile 1378: un nuovo conclave elegge al soglio pontificio, come successore di Pietro, il napoletano Bartolomeo Prignano che prenderà il nome di Urbano VI. La sede papale ha di nuovo un pontefice dopo la morte di Gregorio XI, colui che riportò il papato a Roma dopo oltre 70 anni di residenza avignonese. L’elezione di un papa italiano, esasperatamente desiderata dai romani, è stata come un sospiro di sollievo per quanti temevano che il configurarsi di un papa francese avesse automaticamente riportato la corte papale oltre i confini italiani. Ma, se il clero romano poteva ritenersi soddisfatto, lo stesso non poteva dirsi di quello francese che allontanatosi da Roma elesse un nuovo papa disconoscendo quello appena nominato. Il nuovo pontefice, l’antipapa, Clemente VII, ristabilì, come prevedibile, la sua sede ad Avignone. La chiesa si scinde in due parti, ognuna delle quali avrà i propri sostenitori e fedeli: è il grande scisma d’occidente.

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Santa Maria della Croce, la chiesa di Casaranello

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Efeso, Asia Minore – anno del signore 431. Un concilio si riunisce per ribadire che Maria è Madre di Dio. Gesù Cristo, pur essendo contemporaneamente Dio e Uomo, come già ribadito dal precedente Concilio di Nicea, è pertanto un’unica persona nella quale la natura divina e umana si fondono. Maria può essere perciò legittimamente definita come “Madre di Dio”. Nasce così il dogma della Theotókos, colei che genera Dio. Un atto doveroso, resosi necessario dalle prime comunità cristiane dopo la controversia teologica sollevata dai nestoriani, secondo i quali si avrebbe  dovuto far riferimento a Maria semplicemente come  “Madre di Gesù”. Questa svolta si riflette nell’iconografia della Santissima Madre, la quale verrà spesso associata all’immagine di suo figlio, reso contemporaneamente bambino e uomo, che sembra Lei tenga sul suo grembo ma che in realtà non sfiora nemmeno. Il bambino con un accenno di calvizie e un po’ di barba sembra quasi levitare sul ventre della Madre.

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La necropoli medioevale di Casarano

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Per le sue caratteristiche il cipresso è divenuto di fatto il simbolo arboreo della morte. Spesso utilizzato nei cimiteri, la sua altezza e perfetta verticalità indica la strada che l’anima dell’uomo deve seguire per raggiungere la pace celeste. E’ quindi simbolo di immortalità, della vita che continua anche dopo la cessazione di quella terrena.

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