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La Madonna della Campana

Co-patrona di Casarano, insieme a San Giovanni Elemosiniere, e protettrice dei cavamonti. La storia della nascita del culto della Madonna della Campana assume quasi i connotati di un’antica ricetta all’interno della quale trovano spazio gli ingredienti più insoliti insieme a quelli più usuali. Il risultato? Bhe stà al fedele giudicare.

Chiesa della Madonna della Campana

Il nome, Madonna della Campana, deriverebbe dalla particolare forma dell’altura sulla quale è sito il Suo santuario, a 160 metri sul livello del mare, da dove lo sguardo domina gran parte del costone occidentale del basso Salento,  da Ugento ad Alezio, da Racale a Gallipoli. Un monte, che secondo la tradizione orale, avrebbe garantito riparo e protezione alle antiche popolazioni di Casarano invocanti l’intercessione dell’Altissima Madre, costantemente minacciate, come il resto del Salento, dalle incursioni turche. L’immagine della campana ricorre anche in una delle numerose leggende che sono nate intorno a questo luogo di culto. Si racconta che un bue, incurante di essere rimasto da solo sul colle dopo il consueto pascolo, mentre il resto dei suoi “compagni di camerata” aveva fatto ritorno a valle con il mandriano, abbia cominciato a scavare con le corna in un punto ben preciso. Inutili sembravano le insistenze del mandriano che accortosi della sua assenza tornò sul luogo per ricondurlo a casa. Il bue non ne voleva sapere di muoversi mentre procedeva nel suo scavo.  Ad un certo punto qualcosa di straordinario avvenne. Il mandriano cominciò ad avvertire un rintocco di campane ogni qual volta il bue colpiva il suolo con una cornata. Stanchezza? Immaginazione? Suggestione? Qualsiasi cosa sia stato, inoculò nel pover uomo un impulso irrefrenabile di comunicare a tutti quanto stesse accadendo.

All’indomani, alla luce del sole, si procedette a scavare in maniera più organizzata lì dove il bue, involontariamente?, ricavò con le sue corna una piccola fossa a forma di croce. In molti invocarono già il miracolo per poi restare a bocca aperta nel momento in cui, dalla nuda terra, venne riesumato un monolite con su affrescata un’icona mariana, ribattezzata  a nuova vita come Madonna della Campana.

L’icona venne sistemata in una nicchia, vicino la quale, ogni sera, ci si preoccupò di accendere un cero. Una piccola fiammella che fece la fortuna di un ricco mercante, a bordo del suo piccolo veliero in balia delle onde dello ionio in una notte ormai persa nel tempo. Con quella poca luce riuscì a raggiungere terra, guidato come e meglio di un faro. Si mise dunque in cammino per raggiungere quella tenue fiammella che lo aveva condotto in salvo. Solo molte ore dopo raggiunse la vetta del  colle. Li dove quell’icona e il suo piccolo cero avevano vegliato e contribuito alla sua incolumità. Decise allora di erigere un tempio in segno di ringraziamento. Quello attuale.

Siamo agli albori del ‘seicento. La Madonna della Campana ebbe la sua chiesa e Casarano si arricchì di ulteriori leggende, prese in prestito forse da comuni vicini, come Parabita ad esempio, che potrebbe tranquillamente raccontare una storia del tutto simile per la sua Madonna della Coltura.

Affresco della Crocefissione su un altare laterale

La presenza di un luogo di culto su questa altura era già accertata nel XIV secolo, quando una bolla papale del 1308 ne autorizzava l’edificazione. Edificio poi abbattuto agli inizi del XVII secolo su volere del popolo di Casarano e della famiglia D’Aquino, sua feudataria, per erigere un tempio più ampio, terminato nel 1639.

A 40 anni di distanza la nuova chiesa poteva sfoggiare già i suoi affreschi, oltre che il prestigioso “Gloria del Paradiso” realizzato da Fratello Onofrio. Quattro altari laterali che accompagnano i lati dell’unica navata prima di giungere lì, di fronte l’altare maggiore, sontuosamente barocco, con al centro lei, quella pietra con un’icona tanto discussa nelle leggende e nei racconti. La Madonna della Campana.

Altare maggiore con al centro la pietra affrescata

Ogni anno, la domenica successiva alla Pasqua, la comunità di Casarano organizza solenni festeggiamenti in onore della sua co-patrona, che nel corso dei secoli non ha mai smesso di vegliare nemmeno per un istante sulla sua comunità, da lassù, il Suo colle, la Sua campana.

Panorama dall’altura della Madonna della Campana

Marco Piccinni


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