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Corigliano d’Otranto

I luoghi da visitare e le tradizioni da conoscere a Corigliano d’Otranto

Le pozzelle di Corigliano d’Otranto

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Un tempo meta designata per ritrovi e feste popolari, oggi si vedono a fatica tra la sterpaglia che le sovrasta. Il parco delle pozzelle di Corigliano d’Otranto ha costituito, in passato, come in diversi altri comuni facenti parte delle Grecìa Salentina (nei quali se ne trovano ancora), un’importante fonte per la raccolta e l’approvvigionamento delle acque piovane.

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I Dolmen Caroppo I e II a Corigliano d’Otranto

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Scusi!?! Potrebbe indicarmi dove si trovano i dolmen? Una domanda innocua e legittima se non scatenasse, nella persona a cui è diretta, uno stato di inquietudine e imbarazzo. “Di quelle cose qua non ce ne sonomai sentito nulla a proposito”. Bhe, una risposta molto triste, soprattutto se quelle “cose” ci sono davvero, proprio a pochi metri di distanza dai due interlocutori e che, probabilmente, non si sono mai spostate da lì a partire dal V o dal III millennio a.C. Una risposta che diviene ancora più triste se la persona con cui stai parlando è di mezza età, e passa proprio lì la maggior parte delle sue giornate fin dalla sua infanzia.

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L’arco Lucchetti

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Racconta una storia come e meglio di un libro. Un po’ difficile da sfogliare forse, o da mettere sul comodino come lettura della buona notte… ma resta pur sempre un racconto. E’ l’arco Lucchetti, di Corigliano d’Otranto.

Incastonato nella storica cornice della Grecìa Salentina, la storia che quest’arco custodisce è stata scritta nel 1497. Da allora è rimasta lì, a vigilare sul cortile della dimora dell’antica famiglia Lucchetta che qui dimorava, quasi come a voler sigillare un messaggio di amore eterno, di conforto, un monito per le generazioni che si sarebbero susseguite nel tempo, un consiglio da seguire per non perdere di vista quelli che sono i veri valori della vita.

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“Màngani” e “ffranca stangùria”, i due volti degli abitanti di Corigliano

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Ogni comune del Salento ha tanto da raccontare, anche in relazione alle piccole cose che si perdono ormai nella routine quotidiana, in quel vortice di ovvietà che spesso porta l’individuo a non interrogarsi più sull’effettiva realtà e origine delle cose. Come ad esempio due semplici epitteti, mangani e ffranca stanguria, vocabili ormai triti e ritriti nell’area delle Grecìa Salentina, con i quali si è soliti indicare gli abitanti di Corigliano. L’utilizzo di queste espressioni ormai è patrimonio comune ma ben pochi ne conoscono il significato o le origini.

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Raccolta Salentina, paesaggi e luoghi del Salento

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Dal 1° al 15 Agosto 2010 presso il castello de Monti di Corigliano D’otranto, Walter Macorano presenterà la sua “Raccolta Salentina”, mostra fotografica sui Paesaggi e luoghi del Salento.

Un insieme di scatti per riassumere le bellezze del Salento in un viaggio che si estenderà ben oltre le mura del Castello di Corigliano.

Di seguito la locandina dell’evento, cliccare per ingrandire.

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Antonio Sodo espone a Corigliano d’Otranto sculture e dipinti: “Il mio vangelo”

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A cura di Giuseppe Arnesano

Dal 2 Aprile al 5 Maggio 2010 le ampie Sale della Cavallerizza del Castello di Corigliano d’Otranto ospitano la personale dello scultore Antonio Sodo, intitolata “Il mio vangelo”.

Il percorso espositivo itinerante prevede 18 opere pittoriche e 15 sculture che, attraggono per l’intensa carica emotiva espressa e coinvolgono direttamente l’anima dell’osservatore invogliandolo ad auto-interrogarsi su alcuni istanti della vita di Gesù Cristo.

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Il Castello de’ Monti a Corigliano d’Otranto

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Il «più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d’Otranto», così è definito il Castello de’Monti di Corigliano d’Otranto.

Giovan Battista de’Monti fu colui che adoperò un’intensa fase di ristrutturazione, nella seconda decade del XVI sec, del castello di stampo medioevale per renderlo compatibile con quelli che erano i canoni militari del tempo, sviluppati soprattutto inseguito alle numerose incursioni saracene nel salento in conseguenza delle quali le coste dell’adriatico e dello ionio si arricchirono di torri d’avvistamento. Molte delle torri che sono sopravvissute a crolli o ai conflitti mondiali versano purtroppo in uno stato di totale degrado e abbandono.

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